RECENSIONE FILM

16 luglio 2010
Solomon Kane
a cura di Cinematografo.itBuon prodotto di genere, nonostante il budget ridotto. Finale prevedibile, ma il ritmo rimane sostenuto
Vagamente ispirato al classico Hammer Il grande inquisitore (1968, di Michael Reeves), Solomon Kane ibrida le caratteristiche del fantasy con quelle del filone cappa e spada, senza rinunciare a qualche rimando all'horror puro. Diretto da Michael J. Bassett (Deathwatch, Wilderness), ovvero uno degli esponenti del nuovo cinema di genere britannico, il film racconta la storia di Solomon (James Purefoy), figlio reietto di un castellano (Max von Sydow) che, a causa di una vita dissoluta e basata sulla violenza, si ritrova l'anima maledetta direttamente dal diavolo. Per redimersi dovrà combattere il male. Considerando il basso budget a disposizione, Solomon Kane risulta migliore di quanto ci si potesse aspettare; Bassett conferma di avere un certo talento visivo, grazie al quale riesce a sfruttare al meglio gli effetti in CGI integrandoli con il live action. Nonostante una sceneggiatura piuttosto povera e strutturata a "compartimenti stagni" (siamo dalle parte dei videogames), il film non annoia e scorre verso lo scontato finale con un ritmo abbastanza sostenuto. A luglio abbiamo visto di (molto) peggio.
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