Recensione
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13 Nov 2009
2012
Sulla scorta dei Maya, il Signore dei Disastri Emmerich torna a farci male. Ma il divertimento non manca
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E fine sia... Il Signore dei Disastri Roland Emmerich torna farci male con 2012, apocalisse laica sulla scorta del calendario maya, che fissa al 20-12-2012 la nostra data di scadenza. Emmerich coglie il malugurio al balzo e con 200 milioni di dollari di budget confeziona l'ennesimo cataclisma della sua filmografia, che da Independence Day a The Day after Tomorrow ha sempre prestato fede alla disgrazia. E così, lo scrittore sci-fi John Cusack cerca scampo per ex moglie (Amanda Peet) e pargoli, l'hippie Woody Harrelson fa la radiocronaca dell'apocalisse, mentre il consigliere scientifico Chiwetel Ejiofor nutre dubbi sul mutismo del presidente (Danny Glover, nero come Obama: script preveggente) a beneficio degli happy few, che si salveranno su futuristiche arche di Noè. Tra questi, i membri del G8, eccetto il premier Usa e quello italiano, che preferisce pregare in Piazza San Pietro: ovviamente, dice Cusack, "non è Berlusconi: lui il biglietto per la salvezza l'avrebbe comprato con largo anticipo!". Se questa è una (quasi) chicca d'ironia, viceversa il 2012 spesso è l'anno dell'imbarazzo: incongruenze, grossolanità e via dicendo, mettono a dura prova il populismo per immagini di Emmerich. Che pure non demorde, anzi: ce la mette tutta, tra green/blue screen, cast azzeccato e invito al "volemose bene" per ridarci speranza. E anche tanto divertimento, per lo più involontario.