RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
07 maggio 2015
Forza maggiore
Settimana bianca, famiglia svedese e tragicommedia universale: potreste morire. Dal ridere
Settimana bianca, Alpi francesi, famiglia svedese. L'hotel è lussuoso, il paesaggio ameno, le piste perfette, i cannoni tuonano per controllare le valanghe. Tutto bene, finché un'esplosione non è poi così controllata e la valanga sembra travolgere la terrazza su cui Tomas (Johannes Kuhnke), Ebba (Lisa Loven Kongsli) e i figli Vera e Harry stanno pranzando: attimi di terrore, mentre il bianco occupa tutto. Ma le reazioni di moglie e marito sono opposte: Ebba si preoccupa dei figli, Tomas prende guanti, cellulare e scappa via...Tutti indenni, tranne la relazione: Ebba non perdona a Tomas di essersene andato a gambe levate, di non aver protetto alcuno fuorché se stesso…Tranquilli, vi divertirete, eccome se vi divertirete: il tema è serio, molto, e s'intigna nel qui e ora dei rapporti, ma la trattazione che ne dà lo svedese, classe 1974, regista e sceneggiatore Ruben Ostlund è ironica, ilare, "leggera". Già al Certain Regard di Cannes 2014, candidato agli Oscar dalla Svezia, Forza maggiore (Turist /Force majeure) è il titolo formato famiglia migliore degli ultimi anni, forse lustri, per gli interrogativi che pone e la forma che s'è scelto: come da titolo, forse Tomas s'è dato per causa di forza maggiore, ma una coppia e una famiglia possono stare in piedi se nel momento del bisogno qualcuno scappa? Ostlund non s'accontenta delle interessanti premesse e promesse che ha posto, spariglia le carte e i registri, mette il film nella carreggiata del dramedy, ma sentimentale, comico, apologetico, e chi più ne ha, sono sullo schermo.Forse si può recriminare sulla durata (un'ora e 58 minuti), ma Turist offre splendide immagini alpine e contrappunti sonori iperbolici, l'insostenibile leggerezza dell'istinto di sopravvivenza e l'occasione di una sacrosanta risata sul basso continuo della (mancata?) tragedia. Riuscirà, dunque, Tomas a tornare compagno, padre, uomo? Film da far vedere e rivedere agli sceneggiatori del nostro cinemino e pure ai registi, perché Forza maggiore forse non si nasce, ma di sicuro si cresce.
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