RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

La nostra terra

19 settembre 2014

La nostra terra

Si può fare una commedia sull'antimafia delle coop? Giulio Manfredonia dice di sì, con Accorsi e Rubini

Chi si ricorda il piccolo grande successo Si può fare, con Claudio Bisio alle prese con una coop di ex malati mentali? Era il 2008, dietro la macchina da presa stava Giulio Manfredonia, che poi passerà al servizio di Cetto La Qualunque (2010 e 2012): ora torna al "suo" cinema, ovvero a La nostra terra, che di quel Si può fare è strettissimo parente. Ancora coop, vari disadatatti al posto dei diversamente mattarelli, ma la partita stavolta si gioca  sul terreno confiscato alle mafie: il precisino Filippo (Stefano Accorsi) da anni lavora nell'antimafia al nord per un'associazione sul modello Libera di don Ciotti, ma si vede costretto a dirigere la riconsegna alla legalità di un podere del sud. Qui conoscerà la bella Rossana (Maria Rosaria Russo) e soprattutto Cosimo (Sergio Rubini), ovvero l'ambiguo ex fattore del boss (Tommaso Ragno)… Funzionano gli attori, su tutti un Rubini in stato di grazia (e sulla sua terra), non mancano passaggi divertenti, ma non tutto è fertile: l'incontro scontro tra i luoghi comuni dell'antimafia e la riflessione/presa in giro di questi luoghi comuni spesso è a favore dei primi; la commedia annacqua il ritratto criminale e un po' di terra manca sotto i piedi della drammaturgia. Ma in giro c'è di peggio, molto peggio: qui, almeno, si ride e si pensa (un po'). 

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