RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani

05 febbraio 2013

Cirque du Soleil 3D

Da spettacolo dal vivo a film, ma il meglio circo del mondo non gode della stereoscopia e perde la magia

Arriva nelle sale l'atteso Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani diretto da Andrew Adamson (già regista di Shrek e Le cronache di Narnia) e prodotto dal pluripremiato regista James Cameron (Titanic, Avatar). Un'operazione che trasporta sul grande schermo la compagnia circense più importante del mondo, nata nel lontano 1984 a Montreal, con i suoi 3.800 artisti internazionali impegnati in spettacoli itineranti e permanenti.Il pretesto è un ragazza, una strana fusione tra l'ingenua Giulietta Masina de La strada e la piccola Alice nel paese delle meraviglie, che questa volta non corre più dietro al Bianconiglio, ma a un bel trapezista, caduto in seguito al suo sguardo mentre si esibiva. Cornice che inquadra il meraviglioso universo funambolico, fatto di mimi e acrobazie, scenografie stupefacenti e coreografie che mescolano fuoco, acqua e aria.Unendo sette spettacoli diversi attualmente in scena a Las Vegas (O, Mystère, Kà, Love, Zumanity, Viva Elvis e Criss Angel Believe) e riprendendoli con le innovative tecniche del 3D accompagnati dalle famose canzoni dei Beatles, Mondi lontani si propone di far conoscere e riprodurre il grande spettacolo che ha avuto tanto successo nel mondo.Ma è proprio il 3D che rende posticcia l'operazione, e la visione stereoscopica delle immagini fa paradossalmente perdere la vera essenza del movimento e dei corpi. Come direbbe Benjamin si perde "l'aura" dell'opera d'arte: la sensazione suscitata nello spettatore dalla presenza materiale dell'esemplare originale.Insomma conferma che soltanto lo spettacolo dal vivo, nel suo svolgersi "qui e ora" magico e unico che si fonde con la creazione artistica e la contraddistingue, è in grado di coinvolgere lo spettatore e di mostrare pienamente l'abilità e le performace dei circensi in rapporto con lo spazio. E che anche nel caso di una riproduzione altamente perfezionata, manca un elemento: l'hic et nunc dell'opera d'arte, la sua esistenza unica e irrepetibile nel luogo in cui si trova. Perchè è proprio l'hic et nunc dell'originale che lo rende autentico.

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