RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
29 aprile 2011
Malavoglia
Il dramma verista in versione 2.0: tra vecchi (pescatori) e nuovi (migranti) poveri, l'umile adattamento di Scimeca
Girato in provincia di Siracusa (Pachino e Portopalo di Capo Passero), scritto dal regista e soggettista Pasquale Scimeca con Nennella Buonaiuto e Tonino Guerra, ecco il Malavoglia 2.0, che aggiorna la lezione di Verga e bypassa il precedente adattamento La terra trema con consapevole umiltà .Reduce da Rosso Malpelo, Scimeca riabbraccia lo scrittore verista, dandogli domicilio nell'oggi: ‘Ntoni Malavoglia (Antonio Ciurca, già Rosso Malpelo), appassionato di dance, incontra il clandestino Alef (Naceur Ben Hammouda) appena sbarcato in Italia, lo ribattezza Alfio e lo porta con lui, il fratello Alessi (Giuseppe Firullo), il padre Bastianazzo ed il nonno a lavorare sulla barca di famiglia, la Provvidenza. Bastianazzo muore, mentre 'Ntoni è al nord a cercare lavoro. Una volta tornato in Sicilia, proseguirà l'attività di famiglia, mentre la madre impazzisce dal dolore, la sorella Mena (Elena Ghezzi) si innamora di Alfio e la più giovane Lia (Greta Tomasello) frequenta uno spacciatore. Sarà proprio la passione di 'Ntoni per la techno a risollevare le sorti familiari: la salvezza è un rap scritto con i proverbi del nonno e musicato da Alfio Antico, che firma la colonna sonora. Per il resto, è il solito, condivisibile Pasquale Scimeca, a suo agio nei panni dell'indie di lusso: non per il budget, palesemente low, ma per le intenzioni civili e ideologiche di cui si fa carico. E torna inquadrare i giovani, col surplus della contemporaneità : è la periferia, urbana e antropologica, del Sud quella che vivono questi Malavoglia, condannati al destino più comune al mondo, la povertà . Opzione meritoria, portata avanti con sincera, evidente fede e qualche aporia di troppo: ben venga l'upgrade sociologico, ma il treno e non un più plausibile low cost per il Nord, il rap veicolo di riscatto e la techno per basso continuo sono eccessivamente pret-a-porter, escamotage ad alto coefficiente didascalico, mentre più interessante e stimolante è il passo doppio ma intrecciato tra vecchi e nuovi poveri, i pescatori e i migranti, abbandonati alle sorti del mare magnum, che ancora tutto può e poco concede. Essi (ri)vivono: non prendeteli di Malavoglia.
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