Anno: 1976 Durata: 110 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Alain Resnais
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:ACTION FILMS, SOCIÉTÉ FRANÇAISE DE PRODUCTION (SFP), FR3 PARIS, CITEL FILMS GENÈVE
Distribuzione:ITAL NOLEGGIO CINEMATOGRAFICO
Dirk Bogarde | nel ruolo di | Claude Langham |
Ellen Burstyn | nel ruolo di | Sonia Langham |
John Gielgud | nel ruolo di | Clive Langham |
David Warner | nel ruolo di | Kevin Langham/Kevin Woodford |
Elaine Stritch | nel ruolo di | Helen Wiener |
Cyril Luckham | nel ruolo di | Dott. Mark Eddington |
Denis Lawson | nel ruolo di | Dave Woodford Dennis Lawson |
Kathryn Leigh Scott | nel ruolo di | Sig.na Boon |
Milo Sperber | nel ruolo di | Sig. Jenner |
Anna Wing | nel ruolo di | Karen |
Peter Arne | nel ruolo di | Nils |
Tanya Lopert | nel ruolo di | Sig.na Lister |
Samson Fainsilber | nel ruolo di | Anziano |
Joseph Pittoors | nel ruolo di | Anziano |
Il vecchio scrittore Clive Langham, malandato e alcoolizzato, tormentato dai ricordi e recalcitrante all'idea della morte che si avvicina, vive una notte di allucinazioni sospesa tra la realtà e il romanzo, in un grande castello sul quale pesa il potere corrosivo del tempo. Scola bottiglie di vino, tossisce, rantola, s'adira, piange. Ripensa alla moglie suicida e inventa un romanzo al cui centro mette, rifacendo, cancellando, ricamando, i familiari: il figlio Claude Langham, avvocato di successo; la nuora Sonia, moglie dello stesso; l'altro figlio, Kevin Woodford. Una tempesta dell'animo, un tumulto di pensieri in cui il vecchio - sostenuto dall'alcool e mosso dai propri rimorsi di coscienza - riversa sulle figure responsabilità e colpe del tutto personali, alla ricerca di una sorta di confessione purificatrice e di una catarsi. Al mattino, ben vestito e sbarbato, riceve i figli e la nuora che vengono a festeggiarlo per il suo 78mo compleanno. Le cordiali conversazioni e discussioni dimostrano nei convenuti una statura morale notevole e costituiscono un raggio di sole per Clive.
"Ancora una volta Resnais scava nel tempo e affonda lo sguardo - apparentemente vitreo ma profondamente partecipe - nei tormenti e negli enigmi della vita. Le immagini, di un'eleganza raffinatissima (tinte bluastre sono riservate alla lunga parte dell'immaginazione eccitata e si cangiano in festoso giallo-oro per l'incontro conclusivo in cui emerge per intero il tema principe della vita e degli affetti perduti), sono come un bisturi che affonda nei sentimenti, nei comportamenti, nel magma del passato e sollecita gli spettatori a tentare di capirsi nei meandri del subconscio, tra l'inquietudine e lo stupore, al di là di una commozione epidermica, ma non negandola (si veda, in proposito, l'uso stupendo e funzionale della musica 'aulica' di Miklòs Ròzsa che pennella lo sfondo con le note del melodramma). Minor originalità, dicevamo. Nella costruzione del film si avverte infatti, oltre al ritorno al tema di Muriel l'eredità di sceneggiatori portati all'impenetrabilità come Robbe-Grillet, inclini a mescolare la realtà con l'eccitata fantasia, ma anche l'influenza di Losey (forse per la presenza di un attore loseyano come Dirk Bogarde) e di Bergman (la sequenza di saluto sull'erba, tra il vecchio e la nuora, ha molto de 'Il posto delle fragole'). Ma Resnais ha sempre uno stile e una grossa sostanza. Anche se film come Providence possono apparire difficili a un primo approccio, bisognerà pure che il pubblico si decida a capire che il cinema, anche quando non fa perfettamente centro, è questo." (F. Colombo)
Incasso in euro