Anno: 1987 Durata: 109 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:COMMEDIA
Regia:Carlo Verdone
Specifiche tecniche:PANVISION, TELECOLOR
Tratto da:-
Produzione:MARIO E VITTORIO CECCHI GORI PER C.G. SILVER FILM, RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA
Distribuzione:COLUMBIA PICTURES ITALIA (1987) - VIVIVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO
Carlo Verdone | nel ruolo di | Carlo Piergentili |
Ornella Muti | nel ruolo di | Silvia Piergentili |
Elena Sofia Ricci | nel ruolo di | Serena, moglie di Carlo |
Mariangela Giordano | nel ruolo di | Nadia, la dottoressa |
Galeazzo Benti | nel ruolo di | Avvocato Sironi, innamorato di Silvia |
Tomas Arana | nel ruolo di | Gabor |
Veronica Lazar | nel ruolo di | Giudice ungherese |
Maurizio Fardo | nel ruolo di | Rinaldo, ex marito di Silvia |
Tom Felleghy | nel ruolo di | L'avvocato ungherese |
Sebastian Blaaw | nel ruolo di | Zoltan, il figlioletto di Silvia |
Carlo Piergentili - un oboista che, con la moglie Serena, violoncellista, fa parte dell'orchestra di Spoleto - ha la madre in fin di vita. Carlo deve avvertire sua sorella Silvia - tanto irrequieta e vagabonda, quanto lui è mite e amante della vita tranquilla - e chiederle di tornare a casa. Il telegramma la raggiunge in Grecia, ma lei arriva soltanto poco prima della tumulazione. Da quel momento sullo sfortunato e generoso fratello piombano un mare di guai, poiché Silvia si installa in casa sua. Silvia è una donna dal passato avventuroso, sempre in giro per il mondo, ha un ex marito a Spoleto, incapace di perdonarla, un uomo in Ungheria, dove ha lasciato anche il figlioletto Zoltan, e un anziano amante, sposato e con figli, a Milano. Se tutto ciò non bastasse, Silvia è anche perseguitata da un assillante creditore di Torino. Mentre Serena entra in crisi per l'ivadenza di Silvia, questa chiede al fratello di accompagnarla a Budapest a riprendersi il figlio. Carlo accetta e i due fratelli riescono, dopo varie peripezie, a riprendersi il bambino, con l'aiuto del padre di Zoltan, un campione di nuoto ormai immobilizzato. Silvia decide di andare a vivere con l'avvocato milanese, ma l'idillio dura poco e lei lo lascia, scomparendo come al solito nel nulla. L'avvocato riporta il piccolo Zoltan a Spoleto e lo affida a Carlo, che si reca a Londra a cercare Silvia, che si è messa con un cantante inglese, rimediando un proiettile alla spalla ad opera di una moglie gelosissima. Dopo il rientro a Spoleto di Carlo e Silvia, Serena, esasperata da una situazione diventata ormai intollerabile, se ne va da casa. E a Carlo, sempre mite e come intontito dal susseguirsi degli eventi, toccherà occuparsi di Silvia e del nipotino, che ormai lo chiama papà.
"Un film di gran successo, ma lontano dalle prove migliori di Verdone." ('Magazine Italiano tv') "La commedia ha una struttura solidamente articolata con una conclusione che corregge il suo potenziale sentimentalismo." ("Telesette") "[...] Imbastito con una mano leggera ormai inconsueta nel cinema comico italiano, 'Io e mia sorella' riesce a scherzare su temi profondi (inclusa la morte della madre, che per Verdone ha un doloroso riferimento autobiografico) in una chiave ilare e malinconica insieme. Pur non arrivando in primo piano, le figure di contorno sono accennate con estro divertito [...]. E dall'insieme emerge un sapore di verità, che si traduce in una paradossale e burlesca apologia dei legami di sangue," (Tullio Kezich, "Panorama", dicembre 1987).
Incasso in euro