Anno: 1998 Durata: 97 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:COMMEDIA, SOCIALE
Regia:Amos Gitaï
Specifiche tecniche:35 MM
Tratto da:-
Produzione:LAURENT TRUCHOT, EYAL SHIRAY, AMOS GITAI, MICHAEL TAPUACH PER AGAV FILMS, CINEMA FACTORY (ISRAELE), MIKADO FILMS (ITALIA), M.P. PRODUCTIONS, CANAL+ (FRANCIA), TELAD, LA SEPT/ARTE (FRANCIA), RAI2 (ITALIA)
Distribuzione:MIKADO FILM
Moshe Ivgy | nel ruolo di | Moshe |
Hanna Meron | nel ruolo di | Hanna |
Juliano Mer | nel ruolo di | Jule |
Dalit Kahan | nel ruolo di | Didi |
Yussuf Abu-Warda | nel ruolo di | Yussuf |
Nataly Atiya | nel ruolo di | Grisha |
Anne Petit Lagrange | nel ruolo di | La dottoressa |
Samuel Calderon | nel ruolo di | Shmul |
Gassan Abbas | nel ruolo di | Nadim |
Keren Mor | nel ruolo di | Mimi |
David Cohen (II) | nel ruolo di | David |
Ritratto di una famiglia arabo-israeliana di oggi. Scelte e dubbi per padre e figlio: il primo non sa se svendere la dimora di famiglia, il secondo è indeciso tra la moglie, l'amante e una dottoressa. TRAMA LUNGA Ad Haifa il quarantenne Moshe lavora nel panificio di famiglia. Sposato con Didi, ha una relazione con Grisha e si lascia andare a fantasie sulla dottoressa che lo visita. Moshe condivide con l'amico di infanzia Jule una vita disordinata, la paura della morte e altri intimi segreti. I genitori di Moshe hanno fondato una famiglia dalla doppia nazionalità. Yussef, il padre, un tempo Yussuf, è un arabo israeliano con un grande dilemma davanti: vendere o meno l'ultimo pezzo di terra della sua famiglia e farvi sorgere un centro commerciale israeliano ultramoderno? Intanto mentre la madre Hanna chiama il figlio Moshe, il padre lo chiama Moussa e altri Mosh: e lui, l'interessato, non sa più chi è e cosa deve fare. Anche l'amicizia con Jule si incrina quando scopre che tra lui e la moglie c'è stata una relazione. Dopo aver invano cercato qualche interesse nella vita militare e essere rimasto coinvolto in una rapina in banca, Moshe fa i conti con l'improvvisa morte della madre. Allora il padre trova la forza per riavvicinarsi al figlio, che continua a camminare senza meta nella notte.
"Il tocco è deciso e lo sguardo profondo, ma 'Giorno per Giorno' non cerca di nascondere le asperità e il senso quasi soffocante della vicenda che mostra. La compresenza, quasi paradossale, di afasia e logorrea diventa una scelta programmatica che chiede allo spettatore una buona dose di volontà per legare i fili d'una vicenda personale bizzarra a quelli d'un intero Paese". (Attilio Coco, 'Segnocinema', settembre /ottobre 2000).
Incasso in euro