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03 febbraio 2010

Flessione tricolore

a cura di Cinematografo.it

2009: meno 5% per la quota di mercato del cinema italiano. Crollano della metà gli investimenti pubblici nella produzione

Presentati oggi all'Anica i dati 2009 del cinema italiano, il consuntivo presenta segno meno davanti a tutti gli indicatori fondamentali, fatto salvo il dato di box office complessivo, per il quale si rileva circa un +5%.Nel 2009 il numero di film italiani prodotti è tornato a scendere (da 123 nel 2008 a 97 nel 2009): "E' un anno in cui il cinema ha tenuto per le entrate e ha incrementato il livello complessivo dei ricavi, grazie anche al 3d - dice Riccardo Tozzi, Presidente Sezione Produttori - "ma si è verificata una flessione sensibile della quota di mercato del cinema italiano, dal 28 al 23% equivalenti a una contrazione degli incassi del 14,4%".Gli investimenti pubblici in produzione sono crollati quasi del 50% per un totale di 296milioni di euro: "Il numero dei film prodotti decresce, gli investimenti privati rimangono a livelli alti ma c'è stata una flessione degli investimenti pubblici (Fus)", prosegue Tozzi."L'effetto 3d - spiega il presidente dei produttori - ha rafforzato l'attrazione per il cinema americano, che ha avuto anche un rinnovamento artistico nella produzione. Il fattore di crescita della quota complessiva italiana è dato dal cinema d'autore popolare, che fa la variabile, registi come Muccino, Virzì, Moretti, Ozpetek, Verdone, Comencini, Soldini. Ma il numero di questi autori non è aumentato, il passaggio dei nuovi alla categoria di incasso lo hanno fatto solo Sorrentino e Garrone. Bisogna quindi dispiegare il loro talento artistico e allargare il numero degli autori per ampliare la variabile all'interno del cinema italiano".La top 20 delle società di distribuzione del 2009 vede Medusa al primo posto, seguita da Universal e Warner, mentre Natale a Beverly Hills è il film che ha incassato di più.La quota di mercato dei film italiani è calata del 15%, interrompendo il trend positivo degli ultimi anni, ma Michele Napoli, Presidente Sezione Distributori, dice: "Nonostante la crisi e le previsioni il 2009 è stato un anno positivo rispetto all'anno precedente; nell'ultimo semestre c'è stata una forte ripresa anche se non si è arrivati ai numeri del 2007. Il cinema c'è ed è vitale, speriamo in un 2010 foriero di ottimi risultati".Nel 2009 il settore dell'esercizio ha accentuato la tendenza già registrata negli anni precedenti: aumenta il numero degli schermi (+67) ma diminuisce il numero dei complessi cinematografici (-25).In forte sofferenza il segmento storico dell'esercizio, le monosale e le sale cittadine, mentre aumentano i multiplex. Secondo Tozzi, "con lo sviluppo dei multiplex il cinema italiano ha sempre meno possibilità di raggiungere il suo pubblico, proprio per un fattore strutturale. Alcuni film italiani non entrano nel circuito e questo fenomeno si è aggravato nel 2009 comprimendo l'espansione del nostro cinema. Bisognerebbe quindi rilanciare il circuito urbano". Di parere opposto, Napoli: "Condivido solo in parte l'idea che i film italiani abbiano subito una penalizzazione, il prodotto italiano nell'insieme non è stato maltrattato dall'esercizio".Il cinema è cultura e aggregazione e Dario Viganò - Presidente Sezione Industrie Tecniche - aggiunge: "Il cinema è anche e soprattutto impresa. L'industria del cinema è un settore molto importante per l'economia italiana, muove tra 14-15 miliardi di euro e ci lavorano 300.000 persone. Il settore dell'audiovisivo porta investimenti; oltre alla cultura, il cinema migliora la situazione economica e occupazionale del paese".Paolo Ferrari - Presidente Anica - invita l'esercizio a riflettere sul problema dell'allungamento della vita dei film: "Bisogna superare quest'ambiente claustrofobico, non alzare barriere e abbattere certi steccati tra produzione, distribuzione ed esercizio. Servono politiche culturali nuove e un mercato basato su regole diverse".Sulla competitività del cinema italiano all'estero, Tozzi conclude: "Si è riconquistato il pubblico in Italia, ma non si è avuta la promozione della cinematografia italiana all'estero. Bisogna dimostrare la vitalità culturale del nostro cinema con una buona politica estera".

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