RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

<i>Daybreakers</i>

25 marzo 2010

Daybreakers

Se tutto il mondo è vampiro: Ethan Hawke e Willem Dafoe in una sci-fi dalle ambizioni etico-politiche

Immagini fluide, taglio morbido, luci calde, gioco d'ombre. Daybreakers ti avvolge come un noir. Lo è in parte: nel ritmo serrato e nella potenza figurativa dei dialoghi; per come caratterizza i personaggi, tra i quali c'è chi fuma e si veste come nei film con Bogart. Ma non è (solo) noir. Gli inseguimenti in macchina, lo spaccato urbano, gli intrighi al potere, lo rendono a tratti un poliziesco. Invece è fantascienza, proiezione al futuro di un mondo che non è un'evoluzione del nostro, ma dell'immaginario cinematografico.Sci-Fi? Macché, horror. Filone vampiresco: la stirpe di Dracula ha sostituito il genere umano nel dominio sulla terra, ereditandone i vizi. Quel che resta della nostra specie vive in clandestinità, capeggiata da Willem Dafoe. Il sangue scarseggia, la politica spinge per la "soluzione finale", la scienza (almeno Ethan Hawke) cerca "una alternativa", l'economia sogna lo scenario più lucroso. La fame rende i vampiri nervosi, inclini a delinquere, persino dei "mostri". Sembra un paradosso, il film intero lo è. Daybreakers mira al pamphlet etico-politico. Ma non va preso troppo sul serio. Vuol soprattutto divertire. Lo fa con stile e intelligenza. Proprio come i vecchi film di genere. Pardon, di generi.

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