Tutto tutto niente niente2012

SCHEDA FILM

Tutto tutto niente niente

Anno: 2012 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Giulio Manfredonia

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:DOMENICO PROCACCI PER FANDANGO, LEO, RAI CINEMA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION - DVD E BLU-RAY: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO (2013)

ATTORI

Antonio Albanese nel ruolo di Cetto La Qualunque/Frengo Stoppato/Rodolfo Favaretto
Lorenza Indovina nel ruolo di Carmen
Nicola Rignanese nel ruolo di Pino
Davide Giordano nel ruolo di Melo
Lunetta Savino nel ruolo di Madre di Frengo
Viviana Strambelli nel ruolo di Maria Assunta Maddalena
Teco Celio nel ruolo di Vescovo
Manuela Ungaro nel ruolo di Gianna Favaretto
Bob Messini
Luigi Maria Burruano
Noki Novara nel ruolo di Alfredo
Vito nel ruolo di Uto
Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di Sottosegretario
Maria Rosaria Russo
Alfonso Postiglione
Paolo Villaggio nel ruolo di Presidente Del Consiglio
 

MUSICHE

Buonvino, Paolo
 

SCENOGRAFIA

Belluzzi, Marco
 

COSTUMISTA

Chiocchi, Roberto

TRAMA

Cetto La Qualunque, politico "disinvolto", è alle prese con una travolgente crisi politica e sessuale. Rodolfo Favaretto, secessionista nordista estremo, per vivere e combattere la crisi commercia in migranti clandestini. Frengo Stoppato, uomo stupefacente in tutti i sensi, torna dal suo "buen retiro" incastrato da una madre ingombrante, ma con un sogno da realizzare: riformare la chiesa e guadagnarsi la beatitudine. Cosa hanno in comune questi tre uomini? Perché sono finiti in carcere e perché riescono a uscirne? Ma, soprattutto, qual è il destino che li unisce?

CRITICA

"II bravissimo Antonio Albanese si fa uno e trino diretto da Giulio Manfredonia superandosi in volgarità ma sempre un gradino sotto il reale, nel grottesco cabaret sulla nostra classe politica che, dall'inizio, viene arrestata. Cetto, quello del Nord Est, lo strafatto mistico, in una farsa a sketch di stampo tv che non riesce a mordere e resta una falsa satira dalla battuta solo greve: non lascia traccia nella coscienza dello spettatore. Ideologicamente, tutti d'accordo: ma dove viene fuori il discorso sulle idee?" (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 dicembre 2012) "Concepita come l'affresco di un'Italia stravolta dai giochi di potere e dalla corruzione, la commedia non è sempre ben calibrata, ma offre materia di che ridere amaro e a denti stretti." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 13 dicembre 2012) "Albanese non sbaglia un colpo nel reggere i tre personaggi (spesso in scena assieme, grazie alle magie del digitale). È il film, spesso, a mancare. La regia di Giulio Manfredonia è enfatica, eccede in effetti grotteschi e primi piani dal basso, spesso sottolinea in modo eccessivo ciò che sullo schermo non c'è. Il vero «autore» del film è il costumista Roberto Chiocchi, che si diverte a creare un mondo di potenti e politici esagerato, psichedelico, «felliniano». Con il risultato che il paradosso è meno assurdo della realtà, e 'Tutto tutto niente niente' sembra qua e là un tg girato da Frengo: sballato e innocuo." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 13 dicembre 2012) "Non convince (...) 'Tutto tutto niente niente' di Giulio Manfredonia in cui Antonio Albanese interpreta tre personaggi: le gag più o meno riuscite del protagonista non sono infatti sostenute da una solida struttura narrativa capace di farci notare la differenza tra sketch televisivi e cinema." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 13 dicembre 2012) "Che pasticcio. Niente a che vedere con il precedente, quello sì spassoso, 'Qualunquemente'. Antonio Albanese triplica i suoi personaggi, ma il divertimento è meno che dimezzato. I riesumati Cetto La Qualunque e Frengo, con l'aggiunta del negriero secessionista Olfo, fanno ridere davvero poco. Nonostante strepiti e battutacce da osteria." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 13 dicembre 2012) "Piacerà a coloro che già avevano mostrato di gradire 'Qualunquemente' esordio cinematografico di Cetto. Il regista è sempre Giulio Manfredonia ottimo professionista capace di imbrigliare (e non è impresa da poco) gli eccessi mattatoriali di Albanese." (Giorgio Carbone, 'Libero', 13 dicembre 2012)

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