SCHEDA FILM

Michele Strogoff

Anno: 1999 Durata: 180 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO, FILM TV

Regia:Fabrizio Costa

Specifiche tecniche:-

Tratto da:omonimo romanzo di Jules Verne

Produzione:GUIDO LOMBARDO PER TITANUS-MEDIASET-TAURUS FILM-FRANCE 2.

Distribuzione:-

ATTORI

Paolo Seganti nel ruolo di Michele Strogoff
Lea Bosco nel ruolo di Nadia Krasov
Hardy Krüger Jr. nel ruolo di Ivan Ogareff
Esther Schweins nel ruolo di Sangarre
Heio Von Stetten nel ruolo di Jules Vermont
Giovanni Lombardo Radice nel ruolo di Fefar Khan
Daniel Ceccaldi nel ruolo di Conte Krasov
Siegfried Rauch nel ruolo di Zar Alessandro II
Lorenzo Mattei nel ruolo di Boris
 

MUSICHE

Frisina, Marco
 

MONTAGGIO

Loufty, Jenny
 

SCENOGRAFIA

Bassan, Davide
 

TRAMA

Lo Zar Alessandro II affida al coraggioso capitano Michele Strogof l'incarico di salvare il giovanissimo erede al trono di tutte le Russie, Lo Zarevich Boris, che rischia di essere fatto prigioniero del capo tartaro Feofar Khan, che dalla lontana Siberia sta capeggiando una rivolta contro lo Zar. Strogof parte in incognito perla Siberia, mentre il piccolo Boris ha trovato momentanea protezione presso la casa del Conte Krasov e di sua figlia, la bella e gentile Nadia. Il treno sul quale viaggia Strogoff è assalito, ma il capitano dello Zar si salva e riesce a raggiungere Boris, che nel frattempo è stato condotto al sicuro in un monastero ortodosso. Sotto le spoglie di due semplici contadini, Strogoff e Boris finiscono nell'accampamento del feroce Feofar Khan. Nadia e suo padre, presi in ostaggio dal perfido traditore Ogareff, riescono a fuggire, ma il Conte Krasov viene ucciso dai tartari. Strogoff, catturato, rifiuta di tradire il suo sovrano e viene condannato al supplizio. Rinchiusi nella stessa cella Michele e Nadia si dichiarano il loro reciproco amore. All'alba Strogoff viene accecato. Nadia prende per mano l'uomo che ama e i due lasciano il campo per raggiungere Boris al Monastero. Qui trovano tutti i monaci uccisi e Boris nelle mani di Ogareff che, vigliaccamente, sfida a duello il cieco Strogoff che durante il combattimento ritrova però la vista. Arriva la cavalleria dello Zar. Ogareff è ucciso mentre Michele, Nadia e il piccolo Boris, finalmente liberi, raggiungono San Pietroburgo dove lo Zar in persona benedice le prossime nozze dei due innamorati e nomina Strogoff capo delle Guardie Imperiali.

CRITICA

"Ma stiamo scherzando? Anzitutto bisognava onestamente dircelo prima: Michele Strogoff, Secondo. Oppure, basato su personaggi creati da Jules Verne. Per carità, nessuno ce l'ha con le parodie, gli spunti pescati qua e là da duemilacinquecento anni di lettura, i "pastiches" più o meno raffinati o postmoderni. Titò Strogoff non avrebbe dato noia a nessuno. Ma perché mai, con quale coraggio, un gruppo di cineasti (?) sconosciuti al di là di Modane, si è presa la libertà di inventarsi la continuazione di un grande romanzo popolare? Dice: ma sono varianti geniali, aggiustamenti lecitissimi dopo quel che si è fatto con altri mitici eroi popolari. Sherlock Holmes, Dracula, Montecristo, Lupin. Ma qui è un pasticciare pari pari sulle orme lasciate da Verne, evitando di dichiarare il gioco, è uno scopiazzare presuntuoso e furbesco. Perché non continuare a questo punto? Non ci sono limiti. Strogoff contro gli anarchici, Strogoff contro i bolscevichi, Strogoff canuto, cadente, ma sempre eroico, alla battaglia di Stalingrado. Tanto chi ci fa caso? Ma noi ci facciamo caso e rimpiangiamo che non esista più la Siberia zarista (quella di Stalin sarebbe troppo) dove spedire questi allegri manipolatori a meditare in catene sui loro misfatti." (Carlo Fruttero e Franco Lucentini, "La Stampa". 16 ottobre 1999)

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