Anno: 1951 Durata: - Origine: FRANCIA Colore: -
Genere:AVVENTURA
Regia:Mario Soldati
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:NICOLO' THEODOLI PER ICS (INDUSTRIE CINEMATOGRAFICHE SOCIALI), CORMORAN FILM (PARIGI)
Distribuzione:REGIONALE
Raf Vallone | nel ruolo di | Mandrin |
Jacques Castelot | nel ruolo di | Marco |
Silvana Pampanini | nel ruolo di | Rosetta |
Michèle Philippe | nel ruolo di | Marchesa di Maubricourt |
Gualtiero Tumiati | nel ruolo di | Principe Guido |
Vinicio Sofia | nel ruolo di | Stefano Vernet |
Alberto Rabagliati | nel ruolo di | Behisar |
Bruno Smith | ||
Giulio Donnini | ||
Marino Di Fulvio | ||
Michele Malaspina | ||
Nietta Zocchi | ||
Piero Capanna | ||
Pina Piovani | ||
Riccardo Rioli | ||
Roland Armontel | ||
Sandro Bianchi |
Ai tempi di Luigi XV, nel Delfinato e in Savoia dilaga il contrabbando e i soldati inviati a combatterlo si lasciano corrompere. Coinvolto in un tafferuglio tra mercanti e doganieri, il soldato Mandrin viene arrestato e condannato a morte, ma riesce a fuggire e, passato il confine, prende contatto con i contrabbandieri. Ben presto Mandrin riesce a costituire una propria banda e le sue imprese diventano leggendarie. La sua fama si sparge per tutta la Francia, arrivando perfino alla corte di Versailles. La favorita del Re, desiderosa di conoscere il celebre bandito, accetta un invito del Governatore del Delfinato. Quando arriva sul posto, però, trova a riceverla un giovane e brillante intendente che sa accattivarsi la sua simpatia e la conquista. Soltanto la mattina dopo la marchesa capisce di aver trascorso la notte con Mandrin e orfina che il bandito venga arrestato e condannato a morte. Sarà una donna, Rosetta, a guidare gli uomini del bandito alla riscossa e a commuovere la marchesa...
"Il film, decorosamente realizzato, ben diretto, efficacemente interpretato, costituisce un'apprezzabile opera cinematografica." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 31, 1952) "A Mandrin è dedicato questo film italo-francese. Nell'edizione italiana (e forse anche in quella francese) non mancano gli strali di facile lega contro la Francia 'dei Re Luigi'. Uno strale più appuntito era nella poesia di Prévert intitolata 'Les belles familles'. Ma questo paragone letterario potrebbe far pensare a a significati che il film non si sogna di avere, racchiuso com'è nei limiti di un'avventura di cappa e spada resa un po' provocante dalla scollatura di Silvana Pampanini". (Vice, "Cinema Nuovo", 1° febbraio 1953).
Incasso in euro