La guerra dei fiori rossi2006

SCHEDA FILM

La guerra dei fiori rossi

Anno: 2006 Durata: 92 Origine: CINA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Zhang Yuan

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:romanzo "Kanshangqu henmei" di Wang Shuo

Produzione:MARCO MULLER PER DOWNTOWN PICTURES, CITIC CULTURE AND SPORTS ENTERPRISES LTD, CENTURY HERO FILM INVESTMENT LTD., BEIJING CENTURY, GOOD-TIDINGS CULTURAL DEVELOPMENT LTD, IN ASSOCIAZIONE CON RAI CINEMA E ISTITUTO LUCE

Distribuzione:ISTITUTO LUCE (2007)

ATTORI

Dong Bowen nel ruolo di Fang Qiangqiang
Ning Yuanyuan nel ruolo di Yang Nanyan
Chen Manyuan nel ruolo di Yang Beiyan
Zhao Rui nel ruolo di Ms. Li
Li Xiaofeng nel ruolo di Ms. Tang
Sun Yujia nel ruolo di Dou
Du Ma nel ruolo di Fa
Liu Runqiu nel ruolo di Pang
Wang Ziye nel ruolo di Mao
Zhang Yanghao nel ruolo di Jin
Kang Jiani nel ruolo di Jia
Zhao Jiaheng nel ruolo di Hai
Liu Lian nel ruolo di Qian
Yao Qing nel ruolo di Ning
Li Huacheng nel ruolo di Long
 

SCENEGGIATORE

Dai, Ning
Yuan, Zhang
 

MUSICHE

Crivelli, Carlo
 

MONTAGGIO

Quadri, Jacopo
 

SCENOGRAFIA

Tingxiao, Huo

TRAMA

Nella Cina pre-rivoluzionaria dell'inizio degli anni '50, il piccolo Qiang viene mandato all'asilo a tempo pieno. A soli quattro anni ha già sviluppato un'indole ribelle e fatica ad abituarsi alla vita in comune con gli altri bambini. Nonostante tutto, però, cerca di fare del suo meglio per ottenere i tanto desiderati fiori rossi che le maestre danno in premio agli alunni più meritevoli, anche se lui fallisce in ogni occasione. Qiang comunque ha ottenuto il rispetto dei suoi compagni ed è riuscito a convincerli che la direttrice è un mostro mangia bambini che deve essere assolutamente catturato, ma quando il piano per prendere prigioniera la donna fallisce, Qiang si ritrova solo e abbandonato...

CRITICA

"Tratto da un romanzo di Wang Shuo, che visse l' esperienza dell'asilo nei primi tempi dopo la rivoluzione, è il 'bildungsroman' di un bambino costretto a confrontarsi con una educazione militaresca. Sulle prime Quiang sembra subire passivamente la dittatura delle maestre e aspira ai rossi fiori di carta assegnati ai migliori. Poi, però, nel fanciullino monta irrefrenabile la ribellione per cui suscita un putiferio inventando che la direttrice è un mostro e mangia i bambini: e lo lasciamo che è fuggito in un ospedale, convinto che per non obbedire è meglio darsi malato. La figura metaforica di questo che Brecht avrebbe definito un 'Neinsager' (chi dice di no) è delineata con tanta forza da suscitare forse nelle alte sfere del suo Paese gli stessi malumori che da noi indussero il sottosegretario Andreotti a indirizzare la famigerata reprimenda a De Sica. Aveva ragione chi ha scritto che i bambini fanno paura ai grandi perché sono i soli capaci di inventare una rivoluzione al minuto." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 16 febbraio 2006) "Poetico è il film italo cinese 'La guerra dei fiori rossi', di Zhang Yuan, dal romanzo autobiografico del dissidente cinese Wang Shuo. Chiuso a quattro anni in un asilo a tempo pieno, prima della Rivoluzione, Qiang ha in sé il seme del futuro rivoluzionario: elude gli ordini, si sottrae ai giochi educativi che lo omologano ai compagnetti. E' una vera sinfonia all'infanzia." (Salvatore Trapani, 'Il Giornale', 16 febbraio 2006) "E' un film bello e molto interessante sull'omologazione e l'individualismo, sulle regole e la disubbidienza, sul conformismo e la rivolta: molto vicino, dunque, ai problemi attuali della Cina, divisa tra libertà e comando, lavoro e personalità. (...) I film di Zhang Yuan raramente vengono autorizzati dalla censura: stavolta speriamo di sì, 'La guerra dei fiori rossi' è troppo bello e utile." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 12 gennaio 2007) "Uno dei più significativi registi cinesi di oggi è Zhang Yuan, di cui si è già visto qui da noi un altro piccolo inferno familiare, 'Diciassette anni'. La vicenda, qui, è corale, ma per mettere bene in evidenza le condizioni di quel carcere infantile, il regista, rifacendosi a un romanzo autobiografico di Wang Shuo, di cui a Locarno, nel 2000, si vide anche un film da lui diretto, l'ha fatta rivivere al centro da un bambinetto che, prima quasi distrutto da quei sistemi che gli controllano duramente ogni istante, assume poco per volta atteggiamenti quasi da ribelle, arrivando fino a provocare una specie di fantasiosa rivolta contro una delle due maestre che lì controllano tutti. Risolvendo però alla fine la sua ribellione solo con una piccola fuga che, com'è chiaro, rimarrà senza esiti. Con quel piccolo in mezzo e, via via, il mutamento dei suoi atteggiamenti, il film scorre via limpido e nitido senza aver mai l'aria di assumere scopertamente toni polemici ma in realtà, esibendo, sia pure in modo sommesso (la censura vigila...) l'intransigenza di quei sistemi educativi indirizzati, fin dalla prima infanzia, a far di ciascuno un rappresentante di individui ridotti a una massa di uguali, nei pensieri, negli atti, nelle scarsissime reazioni, arrivando addirittura alla... globalizzazione. Un cinema sostenuto e forte, pur sempre tranquillo in superficie, con la possibilità, a contatto dei bambini, di essere perfino litico e tenero, ma, dall'interno, pronto sempre a graffiare e a esplodere. Suscitando angosce. Il bambinetto al centro è, naturalmente, un piccolo esordiente. Non poteva però essere scelto meglio: gli occhi sempre tristi, il candore affiancato alla collera. Sembra diretto da De Sica." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 11 gennaio 2007) "Nel mettere in scena il suo teorema, Zhang Yuan rivela un dono alla De Sica o alla Comencini di ottenere dai bambini il massimo della naturalezza; ma chi ha fatto un po' di cinema sa quali fatiche comporta la gestione dei minorenni. E qui 'La guerra dei fiori rossi' mi sollecita un altro ricordo, di quando al primo incarico sul set come segretario mi fu affidata una banda di monelli da tenere zitti e buoni. Rimembro ancora ciò che mi fecero passare quei 20 diavoletti e non oso pensare alle fatiche dell' intrepido regista che ne ha dovuti tenere a bada ben 135. Onore al merito; ma onore soprattutto al messaggio che un bel film ci contrabbanda da un Paese dove per grandi e piccini la libertà è ancora di là da venire." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 12 gennaio 2007) "Raramente una cinepresa ha saputo cogliere istinti e pulsioni a livello così primario, fissando sulla pellicola autentici momenti di verità. Bella anche la metafora dei fiorellini, simboli di un desiderio impossibile da soddisfare e quindi generatore di angoscia. Un film cinese realizzato con l'apporto fondamentale di forze italiane, dal co-produttore Marco Muller al montatore Jacopo Quadri, all'autore delle musiche Carlo Crivelli."(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 gennaio 2007) "Non è facile trovare il punto d'equilibrio quando sullo schermo s'esibiscono i bambini: se le cineteche traboccano di classici, non si contano i casi in cui registi e sceneggiatori speculano sulla leggiadria dell'argomento. 'La guerra dei fiori rossi' del cinese Zhang Yuan - coprodotto dal direttore della Mostra di Venezia Marco Muller - non difetta di motivazioni e gestisce le emozioni con una grinta sottotraccia, ma non per questo meno polemica. (...) Non si può negare, per tornare alla premessa, che gli occhioni sgranati del frugoletto e le tenere fisionomie degli altri alunni (tra cui spiccano le sorelline Nanyan e Beiyan, tanto deliziose che le ruberesti dallo schermo) inducano lo spettatore ad abbassare le difese critiche. Però la dimensione eversiva del protagonista - esaltata dai capricci onirici che finiscono ogni volta nell'umiliante pipì a letto - non s'esaurisce nel melenso elogio del ribelle e trova nella nitidezza dello stile l'inevitabile richiamo all'ingegneria politica e sociale perseguita dal regime." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 13 gennaio 2007)

Trova Cinema

Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

  1. 1. Gli anni più belli  1.196.456
    Gli anni più belli

    Quattro ragazzi, cresciuti nel centro di Roma ma con estrazioni sociali diverse, vedranno le loro vite evolvere in maniere e direzioni anche sorprendenti, tra delusioni e riscatti....

  2. 2. Bad Boys for Life  882.185
  3. 3. Il richiamo della foresta  680.273
  4. 4. Parasite  605.719
  5. 5. Sonic. Il film  499.216
  6. 6. Odio l'estate  264.761
  7. 7. Cattive acque  263.009
  8. 8. La mia banda suona il pop  240.521
  9. 9. Dolittle  123.234
  10. 10. Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)  121.947

Tutta la classifica