Anno: 2012 Durata: 99 Origine: USA Colore: C
Genere:THRILLER
Regia:Paul Schrader
Specifiche tecniche:ARRI ALEXA (1:2.35)
Tratto da:-
Produzione:FILMWORKS FX, POST EMPIRE FILMS, SODIUM FOX, IN ASSOCIAZIONE CON PRETTYBIRD
Distribuzione:ADLER ENTERTAINMENT
Lindsay Lohan | nel ruolo di | Tara |
James Deen | nel ruolo di | Christian |
Nolan Gerard Funk | nel ruolo di | Ryan Nolan Funk |
Tenille Houston | nel ruolo di | Cynthia |
Amanda Brooks | nel ruolo di | Gina |
Gus Van Sant | nel ruolo di | Dott. Campbell |
Lauren Schacher | nel ruolo di | Caitlin |
Victor Fischbarg | nel ruolo di | Randall Victor of Aquitaine |
Jarod Einsohn | nel ruolo di | Hoodie |
Philip Pavel | nel ruolo di | Erik |
Alex Ashbaugh | nel ruolo di | David |
Chris Schellenger | nel ruolo di | Jaden |
Jim Boeven | nel ruolo di | Jon |
Thomas Trussell | nel ruolo di | Jared |
Andres De La Fuente | nel ruolo di | Fotografo |
Chris Zeischegg | nel ruolo di | Reed |
Los Angeles. Cinque ventenni di Hollywood si incontrano fortuitamente perché coinvolti nella produzione di un film: Christian è un edonista, manipolatore, a cui piace giocare con il potere e vivere nel lusso grazie alle possibilità che il suo conto in banca gli assicura; Tara, la sua fidanzata, è un'ex modella scaltra che non si lascia ingannare dai suoi continui apprezzamenti; Ryan, aspirante attore, ha recitato in un film finanziato da Christian; Gina lavora per Christian e Lindsay è un'insegnante di yoga. Le relazioni diventano difficili da gestire quando si mette in mezzo l'amore. A Gina piace Ryan a cui piace Tara che sta uscendo con Christian che, di tanto in tanto, va a letto con Lindsay. Si scatena una spirale di inganni, crudeltà psicologica e violenza.
"Rieccoci a fare il segno del sesso e poi quello della croce: punizione e redenzione incorporata nel film di Paul Schrader, regista giansenista, sceneggiatore di Scorsese qui al fianco di Breat Easton Ellis per il soggetto. Le vite violente d'una coppia esibizionista in cui lui è il vero divo porno James Deen e lei Lindsay Lohan che patisce in diretta. Film sofferto, da leggere in controluce, in un gioco grafico che ghiaccia i sentimenti." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 14 novembre 2013) "Sceneggiata da Bret Easton Ellis, la nuova fatica registica della penna che concepì 'Taxi Driver' si impone come viaggio senza ritorno tra i gironi infernali di un mondo sottovuoto, specchio di una società sempre più sedotta dall'impero dell'apparire. Televisivo per scelta, 'The Canyons' è una metafora acida e claustrofobica dell'oggi. Applaudito a Venezia fuori concorso." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 14 novembre 2013) "(...) ha molte qualità che hanno bisogno, più che di una decodifica, di uno slancio razionale dello spettatore/osservatore. Il film, presentato a Venezia, è stato girato a basso costo con la collaborazione decisiva del co-sceneggiatore Brett Easton Ellis, ed è centrato sul fragile thrilling di degradati personaggi dell'odierna Los Angeles. Rovesciando l'identità di protagonisti della cronaca-gossip in personaggi della fiction, Schrader si diverte con cattiveria, muovendo pedine che si chiamano Lindsay Lohan e James Deen (star del porno) su una scacchiera composta da luoghi in e out della metropoli più cinematografica. Gli eventi appaiono banali, le scene di sesso meccaniche e i dialoghi fra cocainomani poveri e ripetitivi. Ma Ellis è scrittore troppo intelligente e Schrader regista troppo acuto per aver realizzato un instant movie così inutile. E con buona volontà si può leggere il tutto come una parabola non moralistica sulla deriva del cinema anni '70 e '80 e sull'autocombustione dei personaggi che ne rimpiangono la mitologia." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 14 novembre 2013) "Passato fuori concorso a Venezia, 'The Canyons' è lo spunto per alcune domande interessanti alle quali è difficile dare risposte. Perché un'operazione teorica così stuzzicante produce un esito così deludente? 'The Canyons' nasce dall'incontro fra due creatività importanti, il regista-sceneggiatore Paul Schrader ('American Gigolo', 'Mishima', i copioni di 'Taxi Driver' e 'Toro scatenato') e lo scrittore Bret Easton Ellis ('Meno di zero', 'American Psycho', 'Glamorama'). Poiché la Hollywood dei blockbuster non se li fila, i due scrivono una storia che si possa realizzare con un budget minimo (150.000 dollari dichiarati), in digitale e con una diva (Lindsay Lohan) che è anche co-produttrice. (...) il film poteva essere bello, invece è bruttissimo. Perché? Prima possibile risposta: perché Schrader e Ellis hanno voluto farla pagare a Hollywood, scrivendo una storia su quanto è volgare e zozzona l'industria del cinema; e le hanno dato una patina involontariamente rétro, aprendo il film su immagini (splendide) di vecchi cinema dismessi di Los Angeles. Il tono diventa sentenzioso e moralistico; per di più, il lato oscuro della città degli angeli è stato raccontato mille volte, da Hollywood Babilonia in poi, e 'The Canyons' sa molto di già visto. Non c'è nulla, ma proprio nulla di inaspettato nella storia di Christian e Tara, lui produttore squalo e manipolatore ossessionato dal sesso e dal controllo, lei attrice sexy psichicamente instabile che tenta di piazzare un proprio ex come protagonista di un horror. La contraddizione è lampante, ed è una seconda possibile risposta: film per i nuovi media, ma profondamente «vecchio» nella struttura e nell'ideologia, al punto da spingere a una riflessione crudele. Forse Ellis (49 anni) e Schrader (67) dovrebbero lasciare a cineasti più giovani e abituati al mezzo il compito di fare film per gli smart-phone. Come minimo, non padroneggiano la tecnologia: il film è visivamente squallido, e l'uso del digitale non può essere una scusa. Sulla recitazione di tutti quanti, dalla Lohan al pornodivo Deen, meglio stendere un velo." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 14 novembre 2013)
Incasso in euro