Anno: 2012 Durata: 96 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Enrico Maria Artale
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:AURELIO DE LAURENTIIS E LUIGI DE LAURENTIIS PER FILMAURO, CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA PRODUCTION
Distribuzione:FILMAURO
Stefania Rocca | nel ruolo di | Teresa |
Stefano Cassetti | nel ruolo di | Vincenzo |
Lorenzo Richelmy | nel ruolo di | Samuel |
Edoardo Pesce | nel ruolo di | Roberto |
Margherita Laterza | nel ruolo di | Flavia |
Franco Ravera | nel ruolo di | Giudice di sorveglianza |
Pier Giorgio Bellocchio | nel ruolo di | Allenatore Marcocci |
Germano Gentile | nel ruolo di | Ringo |
Valerio Lo Sasso | nel ruolo di | Capitano |
Gianluca Vicari | nel ruolo di | Chicco |
Ludovico Di Martino | nel ruolo di | Dado |
Samuel non ha avuto nulla dalla vita, neanche una vera e propria famiglia. Dopo aver passato alcuni anni dentro e fuori dal carcere minorile per furti ed altri piccoli reati, il ragazzo viene inserito in un programma di rieducazione e affidato a Vincenzo, ex campione di rugby e ora assistente sociale che, a sua volta, attraversa una profonda crisi d'identità. Il riscatto di Samuel arriverà grazie alla squadra di rugby allenata da Vincenzo, e gestita da Teresa, e all'amore per Flavia, la figlia dell'allenatore, che lo porteranno a sperare in un futuro migliore...
"Samuel è un ragazzo 'difficile'. Cresciuto senza famiglia né modelli di riferimento, piccolo criminale, esce dal riformatorio per essere affidato a un programma di reinserimento. Destinazione: un'azienda di allevamento bovino. Samuel scalpita: gli fa schifo l'alloggio assegnato, gli fa schifo di accudire gli animali, fatica a sopportare l'assistente sociale al quale è stato affidato. Costui (Stefano Cassetti, sbrigativo e spiritato) in realtà condivide in parte lo stato d'animo di Samuel. È un ex campione di rugby che ha dovuto rinunciare dopo un 'infortunio, vedovo e padre in difficoltà, deluso, litigioso, tendente ad alzare il gomito. Vincenzo, che allena la locale squadra di palla ovale di proprietà della stessa titolare dell'azienda agricola (Stefania Rocca) che in ambedue le attività sta dando continuità a una tradizione familiare, decide di inserire Samuel nel gioco, convinto delle sue capacità di redenzione. Inizialmente riluttante, diffidente, non accettato dagli altri, Samuel saprà prendere la via del riscatto. E saprà capire l'etica del "terzo tempo", quello che dopo la partita, comunque sia andata, fa gioire insieme vincitori e vinti." (Paolo d'Agostini, 'la Repubblica', 21 novembre 2013) "Favola sportiva con metafora redentoristica incorporata, 'Il terzo tempo' riesce a prendere forza dai suoi stessi cliché. L'esordiente Artale, diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia che ha coraggiosamente coprodotto il film insieme alla Filmauro, si dimostra regista lucido e dominante, al di là del copione caratterizzato da prevedibilità e vezzi edificanti, in grado d'ottenere il meglio da giovani e semisconosciuti talenti. In particolare il protagonista Richelmy, il bad boy Samuel costretto dopo il riformatorio a lavorare in un'azienda agricola e l'antagonista Cassetti, problematico e carismatico assistente sociale incaricato della sua riabilitazione, garantiscono al racconto un vigore e una credibilità estranei al frusto dilemma cinema d'autore/cinema di genere. Nei passaggi migliori - complici l'arruolamento di Samuel nella locale squadra di rugby e i corpo a corpo morali e fisici scanditi dall'adrenalinico montaggio - sembra addirittura di riassaporare il mix di gioventù, amore e rabbia tipico dello storico free cinema dei Richardson, Reisz e Anderson." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 21 novembre 2013) "Dagli schermi della Mostra del Cinema di Venezia (...) 'Il terzo tempo' di Enrico Maria Artale. (...) romanzo di formazione, un adolescente ribelle uscito dal riformatorio trova un'occasione di riscatto grazie alle regole e alla complicità di una squadra di rugby." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 21 novembre 2013) "Goffo mélo, che non sarebbe dispiaciuto a De Amicis. Colmo com'è di ostinato ribellismo destinato a trasformarsi in caramellosa bontà. In libertà vigilata, l'irrequieto diciassettenne Samuel lavora di malavoglia in un'azienda agricola. Finché l'assistente sociale Vincenzo, allenatore della locale squadra di rugby lo converte allo sport. Anche se è roba da barzelletta, come l'improbabile presidentessa Stefania Rocca. Meno male: il terzo tempo esiste solo nel titolo." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 21 novembre 2013) "Piacerà a chi come noi esulta quando si ritrova davanti un giovane regista che non è un bluff Artale sa girare benissimo (le sequenze di rugby sembrano di un regista americano). Il giorno che avrà imparato a sceneggiare (o si sarà trovato uno sceneggiatore) sarà un director di prima fila." (Giorgio Carbone, 'Libero', 21 novembre 2013)
Incasso in euro