I nostri anni2000

SCHEDA FILM

I nostri anni

Anno: 2000 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:STORICO

Regia:Daniele Gaglianone

Specifiche tecniche:35MM

Tratto da:-

Produzione:GIANLUCA ARCOPINTO, TELE+

Distribuzione:PABLO

ATTORI

Virgilio Biei nel ruolo di Alberto
Piero Franzo nel ruolo di Natalino
Giuseppe Boccalatte nel ruolo di Umberto Passoni
Massimo Miride nel ruolo di Alberto giovane
Enrico Saletti nel ruolo di Natalino giovane
Diego Canteri nel ruolo di Umberto Passoni giovane
Luciano D'Onofrio nel ruolo di Partigiano ferito
Stefano Ferrero nel ruolo di Partigiano ferito
Carlo Cagnasso nel ruolo di Partigiano ferito
Luigi Salerno nel ruolo di Silurino
 

MONTAGGIO

Gasparini, Luca
 

SCENOGRAFIA

Ferroni, Valentina

TRAMA

TRAMA CORTA Alberto e Natalino sono due anziani che, durante l'ultima guerra, hanno condiviso l'esperienza delle brigate partigiane sulle montagne del Piemonte. Oggi Natalino vive da solo in montagna, in un borgo disabitato, mentre Alberto è ricoverato in un pensionato dove entra in confidenza con Umberto. Quando, un giorno, i fantasmi della guerra riaffiorano nella sua mente, Alberto scopre che Umberto è un ex ufficiale fascista colpevole di un massacro di cui il vecchio partigiano si sente ancora colpevole. L'unico modo per placare i sensi di colpa è quello di uccidere Umberto. TRAMA LUNGA Durante la guerra, Alberto e Natalino, legati da forte amicizia, hanno condiviso l'esperienza partigiana sulle montagne del Piemonte. Oggi, anziani, hanno vite diverse: Natalino vive da tempo solo in un vecchio borgo quasi disabitato, Alberto è in un pensionato dove trascorre l'estate. Natalino viene contattato da un ricercatore universitario e durante un'intervista rievoca il periodo della resistenza. Alberto entra in confidenza con un'altro ospite del pensionato, Umberto, un coetaneo costretto sulla sedia a rotelle. Ecco in flashback immagini di partigiani in fuga nei boschi durante un rastrellamento. Insieme a Natalino e Alberto c'è Silurino, gravemente ferito. Trasportare lui e gli altri non è più possibile. Natalino va in cerca di aiuto, Alberto resta con gli altri e, dopo un po', si allontana per vedere se l'amico è di ritorno. Sta per recuperare la posizione, quando arrivano le brigate nere. Da dietro i cespugli, Alberto assiste al massacro di Silurino e dei compagni. Nel pensionato un giorno Alberto fa una scoperta inattesa: Umberto è l'ufficiale delle brigate nere responsabile di quell'eccidio nei boschi. Sconvolto, Alberto corre a rivelare tutto a Natalino. Non c'è che una soluzione: uccidere Umberto. Insieme preparano l'agguato, ma sono lenti e goffi, e il piano non riesce. Vengono portati via dai carabinieri, ma dentro di loro hanno verificato che lo spirito di ribellione è rimasto intatto.

CRITICA

"Esordio del trentacinquenne Daniele Gaglianone (...) La vicenda è affabulazione di testimonianze, fatti delle colline intorno a Ivrea, ma lo stile scabro, a sequenze flashback e ossessioni mentali in bianco e nero, cerca di riferire della fatica e del dolore della memoria. Per entrambe le fazioni." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 11 maggio 2001) " 'I nostri anni' non concede e non si concede nulla, ma se lo vedrete ne rimarrete avvinti. (...) Il patetico, il commovente, il grottesco, la fierezza indomita e la debolezza ciecamente vendicativa si confondono in una dinamica che avrebbe potuto vedere protagonista la coppia Lemmon - Matthau." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica, 16 maggio 2001) Gli interpreti sono non-attori torinesi, efficaci e toccanti custodi della memoria; il film è girato fra passato e presente, in bianco e nero (la fotografia molto bella è di Gherardo Gossi); la vicenda segue, più che gli aspetti ideologici o politici o storici, i due protagonisti invecchiati però mai dimentichi." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 18 maggio 2001) "'I nostri anni' non è un film facile, ma è un film 'povero' che usa (osa) un linguaggio emotivo (Gaglianone impasta video, pellicola e super8) dove conta il sentire ma anche l'udire (i rumori, i suoni, i bisbigli, la musica), il vedere ma anche il percepire, il ricordare ma anche lo specchiarsi, realtà ma anche il sogno. E intromettono molto bene questo 'stream of consciousness' poetico-politico i due interpreti del film, Virgilio Bei e Piero Fanzo, attori non professionisti ex militanti della Resistenza". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 18 maggio 2001)

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