Anno: 2017 Durata: 121 Origine: USA Colore: C
Genere:BIOGRAFICO, COMMEDIA, DRAMMATICO, SPORTIVO
Regia:Jonathan Dayton|Valerie Faris
Specifiche tecniche:ARRICAM LT/ARRICAM ST/ARRIFLEX 416 PLUS, 16 MM/35 MM, (4K)/SUPER 16/SUPER 35, 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)
Tratto da:-
Produzione:CHRISTIAN COLSON, DANNY BOYLE, ROBERT GRAF PER DECIBEL FILMS, CLOUD EIGHT
Distribuzione:20TH CENTURY FOX ITALIA
Emma Stone | nel ruolo di | Billie Jean King |
Steve Carell | nel ruolo di | Bobby Riggs |
Andrea Riseborough | nel ruolo di | Marilyn Barnett |
Sarah Silverman | nel ruolo di | Gladys Heldman |
Bill Pullman | nel ruolo di | Jack Kramer |
Alan Cumming | nel ruolo di | "Ted" Tinling |
Elisabeth Shue | nel ruolo di | Priscilla |
Austin Stowell | nel ruolo di | Larry King |
Natalie Morales | nel ruolo di | Rosie Casals |
Jessica McNamee | nel ruolo di | Margaret Court |
Martha MacIsaac | nel ruolo di | Jane 'Peaches' Bartkowicz |
Mickey Sumner | nel ruolo di | Valerie Ziegenfuss |
Bridey Elliott | nel ruolo di | Julie Heldman |
Ashley Weinhold | nel ruolo di | Kristy Pigeon |
Kaitlyn Christian | nel ruolo di | Kerry Melville Reid |
Louisville Lauren Kline | nel ruolo di | Nancy Richey |
Agnes Olech | nel ruolo di | Dana |
Fidan Manashirova | nel ruolo di | Judy Dalton |
Lewis Pullman | nel ruolo di | Larry Riggs |
Fred Armisen | nel ruolo di | Rheo Blair |
Frank Lui Geo | nel ruolo di | Bobby Zealot |
Chip Chinery | nel ruolo di | Roone Arledge |
Doug Dean | nel ruolo di | Jack Desmond |
Enuka Okuma | nel ruolo di | Bonny |
Eric Christian Olsen | nel ruolo di | Lornie Kuhle |
James Mackay | nel ruolo di | Barry Court |
Jamey Sheridan | nel ruolo di | Ken Rosewall |
Mark Harelik | nel ruolo di | Hank Greenberg |
Paul Ganus | nel ruolo di | Frank Gifford |
Tim Ransom | nel ruolo di | Jerry Perenchio |
Tom Kenny | nel ruolo di | Bob Sanders |
Wallace Langham | nel ruolo di | Henry |
Cooper Friedman | nel ruolo di | Bobby Riggs Jr. |
Michael Chieffo | nel ruolo di | Padre di Billie |
Nancy Lenehan | nel ruolo di | Madre di Billie |
Chet Grissom | nel ruolo di | Forest Hills |
Nel 1973 la TV americana trasmise uno degli eventi sportivi più attesi di tutti i tempi, con un seguito di 90 milioni di spettatori in tutto il mondo: una partita di tennis fra la campionessa del mondo Billie Jean King e l'ex campione e scommettitore seriale Bobby Riggs. L'evento, denominato "La battaglia dei sessi", ebbe una grande risonanza in un periodo caratterizzato dalla rivoluzione sessuale e della nascita del movimento per i diritti delle donne. Ma i due campioni rivali, King e Riggs, fuori dal campo, erano impegnati a combattere battaglie personali ben più complesse. King, donna estremamente riservata, non ambiva solo a ottenere l'uguaglianza fra i sessi, ma anche a comprendere la propria identità sessuale nell'ambito della sua amicizia con Marilyn Barnett. Riggs invece, che incarna una delle prime grandi celebrità mediatiche auto prodotte, lottava segretamente contro il vizio del gioco d'azzardo, di cui la sua famiglia e sua moglie Priscilla avevano fatto le spese. Insieme, Billie e Bobby offrirono uno spettacolo culturale che diede vita ovunque a grandi dibattiti, lasciando un segno permanente.
"Dall'episodio Dayton e Faris ricavano una commedia sportiva intrecciata con i temi del femminismo e dell'omosessualità (...): in un certo senso scelgono di giocare un match sul sicuro, data la 'political correctness' delle premesse ideologiche. Anche se il personaggio di Emma Stone è l'eroina della storia, tuttavia, è Steve Carell a dare più carne e sangue al suo Riggs, che interpreta con gigionesco humour." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 19 ottobre 2017) "Ci aspettavamo di più da 'La battaglia dei sessi' (...) eccellente, mimetica Emma Stone (...) istrionico Steve Carell (...). In un quadro d'epoca accurato in cui si percepisce la temperie di una società in bilico fra tradizione e fermenti innovativi, la vicenda rimane tuttavia inerte, sottotono. Di Bob conosciamo il lato sbruffone e maniacale; dell'occhialuta, riservata Billie seguiamo soprattutto le fasi del primo amore saffico: ma della tempra e del talento che l'hanno resa grande, conferendole autorevolezza nella sua lotta per i diritti: ecco, di questo arriva poco." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 19 ottobre 2017) "Jonathan Dayton e Valerie Faris (coppia di autori che ci aveva regalato il delizioso 'Little Miss Sunshine') hanno preso la sceneggiatura del britannico Simon Beaufoy (che a sua volta aveva scritto 'Full Monty') e l'hanno trasformata in un film epocale, nel senso che musica, abiti, convenzioni, sono quelli veri dei primi anni 70 consegnando all'immaginario una storia che sull'onda del movimento femminista, aveva fatto scalpore, almeno nel tennis statunitense e nella vita dei protagonisti. E forse non sono passati secoli se ancora oggi la parità economica di premi e retribuzioni per uomini e donne è lontana in molti settori." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 19 ottobre 2017) "Dall'impegno di emancipazione all'amore omosessuale alla famosa vittoria (6-4, 6-3, 6-3), il ritratto della King ricostruisce un passaggio nella storia dello sport e delle pari opportunità. Niente di eclatante, un corretto impiego del cast e tanti pregiudizi da rileggere oggi." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 19 ottobre 2017) "Dayton e Faris realizzano un gran film in costume e di costume perché dietro la divertente ricostruzione d'epoca perfetta per gli appassionati di parrucco vintage, si nasconde una sorta di teorema matematico su propaganda e rivoluzione. La pressione psicologica di Riggs è volta a nascondere e cancellare una inarrestabile verità dei fatti portata in luce dagli ultimi 20 minuti di film, tutti concentrati sulla perfetta ricostruzione del match (mai il tennis è stato così bello da vedere al cinema). Ma per poter vincere sul campo, prima è necessario battere il proprio avversario nella testa. Di questo parla un film che dovrebbe essere adottato come testo nei corsi universitari di Scienze Politiche. A un livello di lettura più diretto e popolare è un adorabile studio psicologico di due persone cui è impossibile non affezionarsi grazie alla incredibile bravura di Stone e Carell." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 19 ottobre 2017) "Con il tono tipico della cinematografia dei due registi, Jonathan Dayton e Valerie Faris, si dà ampio spazio alla parte non sportiva, un mélo dove i protagonisti vivono le loro storie sentimentali controverse. (...) Ecco, il mélo prende troppo il sopravvento, togliendo spazio all'impatto non solo sportivo ma soprattutto sociale che quella storica partita ebbe sul paese. Ci si accontenta di raccontare gli avvenimenti senza approfondire o allargare lo sguardo, con poco coraggio, non sfruttando lo stato di grazia dei due bravissimi protagonisti, Emma Stone e Steve Carell (mai apprezzato abbastanza per il suo valore). Un match ball sprecato." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 19 ottobre 2017) "Da vedere per lo scontro (non solo sul campo) fra Emma e Carell. La Stone è come al solito un tesoro. Steve fa ancora l'antipatico. Indovinate per chi tengono i registi." ('Libero', 19 ottobre 2017)
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