RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

You're Next

18 settembre 2013

You're Next

Un bel bagno di sangue e urla, per amanti del genere horror: Adam Wingard non delude

Non doveva essere un tranquillo week end in famiglia, questo è certo, ma quello che succede all'intera cricca dei Davison mentre cenano nell'isolata casa in campagna è sicuramente più interessante del litigio che stava per iniziare tra i pargoli viziatelli. Un gruppo di assassini con il volto coperto da maschere di animali da fattoria e armati di asce e balestre prende di mira i genitori, i figli e i loro odiosi compagni con l'unico obiettivo di ucciderli, uno dopo l'altro. Questi paramilitari con tanto di mascheramenti ovini però non sanno che tra le righe della boriosa e noiosa borghesia si cela Erin (Sharni Vinson), tipa tosta che darà loro del filo da torcere (e tante mazzettate in testa con un batticarne). Una trama in stile horror/home invasion così da manuale che sembra di averla già letta da qualche parte (forse nel manuale?), ma il regista di You're Next Adam Wingard se ne infischia e continua per la sua strada anche se a volte è quella già battuta da altri: prende un pizzico di giallo à la Agatha Christie, una foglia di Shining, un cucchiaio di Finestra sul cortile e una spolverata anche di Mamma ho perso l'aereo (vedi leve e carrucole per far fuori l'invasore di turno). Il risultato non ha un sapore cattivo e diventa veramente godibile verso la fine, quando il film smette di darsi un tono e inizia finalmente a essere quello che è: una produzione indipendente girata da un ragazzo che adora l'horror alla americana e il suo tipico umorismo nero. La trama (con i suoi twist) non saranno quindi il massimo dell'originalità, ma reggono bene un impianto cinematografico che sfrutta il suo aspetto amatoriale facendo di questo un punto di forza: una telecamera da mal di mare - efficace in alcuni momenti ed emetica in altri - ne è probabilmente il sintomo più palese. Punto in più: l'ottimo utilizzo del fuori campo e del gioco luce/ombra, entrambi ben bilanciati per aumentare la suspense inquadratura dopo inquadratura. Non c'è tempo per la critica morale contro la famiglia o contro il gradino sociale che questa famiglia rappresenta: i dialoghi stanno a zero, e non si fa in tempo ad approfondire la conoscenza con gli spaventati rampolli che immediatamente questi levano le tende dall'esistenza come fosse in un Cluedo versione slasher. Su internet qualcuno ha già gridato "al miracolo", qualcun altro "alla forca". La verità come sempre sta nel mezzo e non c'è miracolo o forca che tenga: l'horror è un genere che dalla nascita chiede in ginocchio di essere reinventato, e non tutti riescono nell'intento. Qualcuno neanche ci prova e preferisce rimanere nella sicurezza che dà un bel bagno di sangue e urla. Se si è amanti del genere, è un peccato che gli si può tranquillamente perdonare.

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