RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
08 maggio 2013
Sta per piovere
Immigrati senza diritti, ma anche per gli spettatori sono tempi difficili. Quando le (buone) intenzioni non bastano
Said (Lorenzo Baglioni) è un ragazzo nato e cresciuto a Firenze, parla con accento toscano, ma non è "del tutto" italiano come gli altri. Tanto che quando suo padre, algerino ma da trent'anni nel nostro paese, perde il lavoro, il permesso di soggiorno non gli viene più rinnovato e scatta il decreto d'espulsione. Ha inizio così per Said un calvario burocratico che lo porterà a cercare una soluzione anche con l'aiuto di avvocati, sindacati e stampa; ma che lo metterà di fronte a una crisi di appartenenza e a un profondo dilemma: l'Italia è davvero il paese per cui vale la pena lottare?Ora che il cinema italiano ha riscoperto la voglia di raccontare il paese e le sue contraddizioni, è tempo anche che ritrovi un discorso meditato, convincente. Altrimenti questa ondata civica serve a poco.Non ce ne voglia Haider Rashid (nato a Firenze da padre iracheno) ma, nel dare asilo al tema degli immigrati di seconda generazione, confonde i diritti dei personaggi con i doveri del narratore.Sta per piovere è operazione logorroica, iterativa, fatta di piani stretti e strettissimi, che finiscono per soffocarne anche le nobili intenzioni.
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