RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

<i>Le gamin au velo</i>

15 maggio 2011

Le gamin au vélo

I fratelli Dardenne scrivono in Concorso una nuova parabola sulla dignità umana. Alta, ma meno radicale rispetto al passato

Nell'anno in cui il concorso ha scelto come proprio fil rouge il cattivo servizio che padri e madri rendono alle giovani generazioni - l'innocenza violata è il refrain di Sleeping Beauty, We Need to Talk About Kevin, Polisse e Michael - non potevano mancare i fratelli Dardenne, che sul tema hanno costruito una carriera rispettabile.Non fa eccezione Le gamin au velò, incentrato su un ragazzo di 11 anni abbandonato dal padre - il quale, parole sue, scarica il figlio perché deve ricominciare da zero - in una casa per l'infanzia. Come molti eroi ed eroine del loro cinema, Cyril sottovaluta però la forza dell'egoismo. Convinto ingenuamente che quello del padre sia solo un allontanamento momentaneo, inizia a cercarlo in sella a una bici (che gli sarà più volte rubata, richiamo dei Ladri di biciclette e del neorealismo italiano, cui da sempre i due autori intendono ispirarsi), fino a quando non andrà a sbattere, faccia e cuore contro la cruda verità.A questo punto i Dardenne optano per una biforcazione narrativa, che gioca su un doppio registro e su due possibili esiti: da una parte Cyril, solo e sconsolato, rischia di finire coinvolto in brutti giri, e di percorrere fino in fondo la cattiva parabola della disperazione; dall'altra può abbandonarsi all'amore nuovo e incondizionato di Samantha - una parrucchiera che ha deciso di prendere sotto la sua protezione il ragazzo - e incominciare una vita nuova. L'incertezza sui due possibili risvolti del film caratterizzerà fino alla fine il racconto, che i Dardenne costruiscono con il solito piglio verista e uno stile di ripresa affannato e nervoso.Efficace come di consueto la direzione degli attori - Cècile de France è Samantha, Jèrèmie Renier il padre, mentre Thomas Doret è il piccolo protagonista, bravo ma mai veramente simpatico - e parsimonioso l'uso delle musiche (un unico tema sacro scandisce brevemente le tappe percorse da Cyril). Di diverso rispetto al passato c'è semmai l'intenzione di realizzare un film più accessibile, meno sincopato dal punto di vista narrativo e più convenzionale sotto il profilo drammaturgico.Una scelta che lascia perplessi: difficilmente basterà ad allargare le maglie del pubblico, rischiando invece di tradire la sobria durezza di un cinema che non ha mai avuto bisogno di spiegarsi per convincere.

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Box Office

dal 21 al 24 maggio

Incasso in €

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2 Bad Boys for Life   882.185
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4 Parasite   605.719
5 Sonic. Il film   499.216
6 Odio l'estate   264.761
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