RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
![<i>La fine è il mio inizio</i>](/cinematografo_new/allegati/18412/Terzani_110x110.jpg)
31 marzo 2011
La fine è il mio inizio
Tiziano Terzani e il figlio Folco con la morte per amica: un toccante Kammerspiel
La morte come un'amica intima e discreta, che arriva a passi felpati, non indolori. Fa parte del terzetto nel quale Tiziano e il figlio Folco parlano di lei: il primo l'aspetta, il secondo si prepara. Beninteso: il film di Jo Baier non è soltanto un articolato duetto sul senso della fine. E' una riflessione sulle possibilità di un inizio. Insomma, la storia di una vita, quella di Terzani padre e del suo lascito a Terzani figlio. Arduo mettere sullo schermo le pagine dell'omonimo testamento spirituale del grande giornalista. Evitati fortunatamente i rimandi al passato professionale, la forma scelta è quella di un Kammerspiel che si recita sullo sfondo della natura toscana, protagonisti due personaggi lontani per età , vicini per sangue. Interpretati da Bruno Ganz e Elio Germano: recitazione indescrivibile e commovente per il primo, pertinente e corretta per il secondo. Si procede quasi per contrapposizioni. Tiziano ricorda le sue passioni politiche, con gli ideali crollati e le utopie infrante, ma vi contrappone, in questi suoi giorni ultimi, densi di riflessione e di coraggio, lo spirito che sovrasta il tempo e guida l'uomo. Ancora: la felicità . "E' quella di essere chi si è". Ambigua, perché, dice, l'economia domina la nostra vita. Ma le si contrappone lo spirito, che è libertà . "A che importa alla natura se tu muori?" dice Terzani mentre il corpo dolorante avvizzisce. Ma si accorge che non è sempre così: "Fai parte di questa bellezza che è la vita e abbracci l'umanità ". La natura partecipa con i suoi colori e rumori, per dare un tocco di panteismo alle idee che sorreggono Tiziano: un temporale, un refolo di vento, nubi maestose contemplate dall'alto delle montagne, quando Tiziano si domanda: "Che cosa vedi quando guardi il mondo?". Ci lascia, alla fine, con questo sguardo, con questo interrogativo senza risposta. E ne risolve, uscito dal mondo, un altro, dandoci tutti i motivi e il senso del perché è stato importante e giusto per noi stare lì seduti e seguire questa sua lunga confessione. Non capita spesso, al cinema.
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