RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
03 febbraio 2011
Femmine contro maschi
Più organico del precedente, sempre zeppo di luoghi comuni: per Brizzi è arrivato il tempo di abbandonare la coralità e tentare altre strade
Luciana Littizzetto è un'androloga che tenta di "riformattare" il marito (Solfrizzi), ignorante e calcio-dipendente, dopo un "provvidenziale" incidente in cui perde la memoria; Wilma De Angelis, per la prima volta sul grande schermo, è una mamma anziana che "sfrutta" i suoi malanni di salute per provare a far ricongiungere il figlio (Bisio) con la ex moglie (Brilli); Francesca Inaudi è la compagna di un eterno Peter Pan (Ficarra) di cui non sopporta più le passioni e Serena Autieri la moglie in carriera di un altro bambinone (Picone), amico del primo, che invece è convinta lui sia effettivamente cresciuto.Dopo aver messo alla berlina i difetti degli uomini in Maschi contro femmine Fausto Brizzi prende di mira le debolezze del gentil sesso e in quello che lo stesso regista definisce uno "spin-off" del precedente (pur realizzato contemporaneamente, con "pezzi" di cast spostati alla bisogna da protagonisti a comprimari, e viceversa), si concentra sull'atavico desiderio femminile di provare a cambiare in tutti i modi gli uomini della loro vita. L'operazione, forse meglio riuscita della volta scorsa per quello che riguarda organicità del racconto e verve degli interpreti (Ficarra e Picone, in questo senso, offrono come al solito ottime garanzie), non si svincola però dai soliti luoghi comuni che, ormai è quasi una prassi, affliggono i film di Brizzi.Uno su tutti, il più eclatante e il più difficile da giustificare, è dato dalla rappresentazione stessa delle due sfere messe a (doppio) confronto: gli uomini fedifraghi, immaturi, incapaci di guardare più in là di qualche ora, le donne quadrate, determinate, capaci di portare avanti famiglia e lavoro ma prive di qualsiasi fantasia o passatempo, che non sia quello di vessare i propri compagni. Non a caso, ripensando al precedente episodio, le uniche ad avere delle passioni erano una lesbica, una bisex e una zitella fanatica ecologista. Categorie, che come tutte le altre, si perdono nella superficialità e nel mischione di una coralità mai abbandonata: al quinto film, con il sesto -Sex 3D - già in cantiere, Brizzi non si è ancora misurato con storie che non prevedano il "gruppo". Forse è ora di tentare.
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