RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
11 novembre 2010
Unstoppable
L'ex tamarro Tony Scott e il pensionato Denzel Washington corrono su un binario morto. Il deragliamento è servito!
Finché il treno va, lascialo andare? Vale quasi sempre, ma non al cinema: per Denzel Washington e Tony Scott, alla quinta prova spalla a spalla, il treno va fermato, anche se Unstoppable. Purtroppo, nessuno dei due è in gran forma: il regista più tamarro di Hollywood s'è dato una brutta ripulita, appiattendo le "trovate" al montaggio in nome della storia e sacrificando il parossismo sull'altare del raccontino edificante; nella finzione (tratta da una storia vera) macchinista prossimo alla pensione, Denzel nella realtà pare esserci già andato: semplicemente, non ci crede, e non fa quasi nulla per nasconderlo.Insomma, questo Speed (il pullman di Jan De Bont è del '94, ma Unstoppable pare suo nonno...) su rotaie deraglia subito, complice il pivello Chris Pine, sul treno della salvezza con Denzel e con qualche problemino da risolvere, e la tosta Rosario Dawson, sotto e mal utilizzzata. L'adrenalina non scorre e Unstoppable corre su un binario morto: per non infierire, tralasciamo la risibilità dello "scontro di classe" tra capi e proletari delle ferrovie, eufemisticamente tagliato con l'accetta.
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