RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
04 agosto 2010
Splice
Creazione del mostro e mostruosità del creato: tra suspense e osceno, l?horror di Vincenzo Natoli, con Adrien Brody e Sarah Polley
Clive (Adrien Brody) ed Elsa (Sarah Polley) sono giovani, carini e occupati: a far (fanta)scientifiche cazzate. Oltrepassando confini etici e steccati legali, combinano Dna umano e animale, partorendo l'acronimo di quel che sono, nerd: Dren (Delphine Chaneac) ha coda da scorpione, zoccoli, ali, viso da Bjork, cranio solcato e appetiti da mangusta. Frullando Frankenstein, Alien e - prima di Cameron – Na'vi, Vincenzo Natali, già regista dell'interessante The Cube, porta sullo schermo un progetto accarezzato per 10 anni e "catalizzato" da Guillermo Del Toro, produttore esecutivo o, meglio, nume tutelare: tra complessi edipici e perversioni sessuali, maternità negata e poi delegata, derive incestuose e approdi luttuosi, Splice – traducibile in giunzione, sutura – sconfessa parte delle (im)morali premesse, ma tiene alta la tensione e, soprattutto, non molla il triangolo lui, lei, l'altra - ma davvero altra - fino alle estreme conseguenze. Niente di nuovo, ok, ma non pochi punti di questa sutura vanno a segno: "il miracolo dell'osceno" fa scena, la creazione del mostro indaga la mostruosità del creato, il determinismo va – letteralmente – a farsi fottere. Comunque, una ferita aperta: e no, non è fantascienza.
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