RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it
10 marzo 2010
Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo
Arriva dagli USA il nuovo Harry Potter: buon prodotto mainstream per adolescenti
Il martellante battage pubblicitario su Percy Jackson, iniziato molto prima dell'uscita in sala, è il chiaro segnale che all'orizzonte c'è una nuova saga cinematografica, chiamata a sostituire nei cuori dei fan, se il prototipo funzionerà , quella di Harry Potter, destinata ad esaurirsi nel giro di un paio di film.Con il maghetto di Hogwarts, Percy (diminutivo di Perseus) condivide l'origine letteraria: è tratto da una serie di romanzi, non inglesi in questo caso, ma americani, ad opera di Rick Riordan e di notevole successo in patria. A dirigere è Chris Columbus, solido regista di molti film di avventura per ragazzi – la serie di Mamma ho perso l'aereo, ma soprattutto dei primi due Harry Potter – dunque garanzia di un buon prodotto mainstream.Ma mai come in questo caso amare la combinazione di fantasy e avventura basterà ad apprezzare il film: è necessario avere più o meno l'età dei protagonisti (semidei quasi tutti adolescenti). La vincente idea di trasporre l'Olimpo e i suoi divini abitanti ai giorni nostri, attualizzandone con una indovinata dose di ironia usi e costumi, si smorza tuttavia nell'(ab)uso di cliché. L'America è il centro del mondo, sembra gridare il film, dunque appare lecito il "furto" dei luoghi cardine della mitologia greca dal vecchio continente agli States: l'ingresso dell'Ade è a Hollywood, l'Olimpo è in cima all'Empire State Building, e così via.La regia sacrifica molte buone idee sull'altare della spettacolarizzazione: l'arco di trasformazione del protagonista è sfuggente, da un ragazzino con problemi assortiti – dislessia, deficit di attenzione – si passa ad un eroe troppo in fretta sicuro di sé. Inoltre, nella parte iniziale, tutti i personaggi sono presentati in una carrellata che spesso si limita ad elencare le caratteristiche principali di ognuno per passare subito ad altro. Product placement a go-go, dalle desiderabilissime Converse alate di Hermes all'uso genialoide dell'iPhone per non rimaner pietrificati dallo guardo di Medusa. Parata di star tra le divinità , con alterni risultati.
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