RECENSIONE FILM a cura di Cinematografo.it

George Clooney <i>Tra le nuvole</i>

20 gennaio 2010

Tra le nuvole

Jason Reitman in stato di grazia per la prima grande (tragi)commedia sulla crisi finanziaria. Con un ottimo Clooney

Chissà se Jason Reitman concepisce i suoi film come vediamo fare a Clooney con le proprie valigie. Parrebbe di sì: se il protagonista di Tra le nuvole è un maestro nell'organizzare gli spazi (fino al punto da presiedere conferenze sul tema), scegliere l'occorrente, sistemarlo nel migliore dei modi e viaggiare spedito, leggero, e senza necessitare di nulla, il regista non è meno abile nel costruire itinerari narrativi senza sbavature, mai superflui, chiusi e scorrevoli anche quando imbarcano di tutto. La differenza è che la valigia di Clooney, anche se provvista di ogni cosa, rimane incommensurabilmente vuota, di quel vuoto che non si può misurare.La commedia di Reitman rivela invece un doppio fondo: sotto il primo strato di leggerezza c'è tutto un mondo di problemi importanti, argomenti seri, risvolti che fanno pensare. Tra le nuvole parla di fallimenti personali e disastri economici, solitudine e vecchiaia, verità e finzione, cuore e feticci. E diverte tantissimo. Come Juno, ma con gusto un pò (più) amaro.Il protagonista, Ryan Bingham, è un tagliatore di teste. Il suo lavoro - la sua vita - consiste nell'andare da una parte all'altra del continente americano a licenziare gente per conto di altri. In questo è un impagabile professionista. Li fa fessi e contenti. Nel frattempo colleziona miglia con la American Airlines - la sua massima aspirazione è raggiungere "dieci milioni di miglia di volo" - fidelity cards, privilegi tra i club più esclusivi, passpartout ai migliori servizi alberghieri e "parentesi affettive" con occasionali compagne di viaggio. Nessuna complicazione, zero responsabilità, schietto cinismo.Il way of life del capitalismo degenerato - da predoni col mocassino firmato - rivela in Bingham la sua faccia più presentabile e perciò maggiormente pericolosa. Una grazia per Clooney, che becca forse il ruolo della vita, un mix terrificante di brillante ironia e umana pochezza. Se l'attore non sarà mai abbastanza grato a Reitman, il personaggio dovrà invece pentirsi della propria condotta, complici due donne: una della sua stessa specie e freddura, l'altra più giovane e meno spietata - Vera Farmiga e Anna Kendrick, entrambe brave, la prima anche bella.Niente paura comunque, nessun happy end in agguato: il regista è bravo a evitare le trappole del sentimentalismo indovinando il giusto finale. E facendo di Tra le nuvole qualcosa di più e di meglio di un perfetto meccanismo drammaturgico (non c'è battuta, situazione e dettaglio fuori posto). Una grande commedia sulla crisi che rivela come il cinema, quello americano almeno, goda invece di ottima salute.

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