X-Men - L'inizio2011

SCHEDA FILM

X-Men - L'inizio

Anno: 2011 Durata: 132 Origine: USA Colore: C

Genere:AZIONE, FANTASCIENZA

Regia:Matthew Vaughn

Specifiche tecniche:PANAVISION PANAFLEX MILLENNIUM XL, PANAVISION C-, 2K, 35 MM/D-CINEMA (1:2.35) - TECHNICOLOR

Tratto da:personaggi della serie a fumetti ideata da Stan Lee

Produzione:BRYAN SINGER, GREGORY GOODMAN, SIMON KINBERG, LAUREN SHULER DONNER PER BAD HAT HARRY PRODUCTIONS, DONNERS' COMPANY, TWENTIETH CENTURY FOX FILM CORPORATION

Distribuzione:20TH CENTURY FOX ITALIA

ATTORI

Alice Eve nel ruolo di Emma Frost
Jennifer Lawrence nel ruolo di Raven Darkholme/Mystique
James McAvoy nel ruolo di Professor Charles Xavier
Michael Fassbender nel ruolo di Erik Lehnsherr/Magneto
Rose Byrne nel ruolo di Dott.ssa Moira MacTaggert
January Jones nel ruolo di Emma Frost
Kevin Bacon nel ruolo di Sebastian Shaw
Nicholas Hoult nel ruolo di Dr. Henry 'Hank' McCoy/Bestia
Jason Flemyng nel ruolo di Azazel
Edi Gathegi nel ruolo di Armando Muñoz/Darwin
Zoë Kravitz nel ruolo di Angel Salvadore
Oliver Platt nel ruolo di Agente in nero
Lucas Till nel ruolo di Alex Summers/Havok
Ray Wise nel ruolo di Segretario di Stato
Morgan Lily nel ruolo di Raven Darkholme/Mystique da piccola
Bill Milner nel ruolo di Erik Lehnsherr/Magneto da piccolo
Caleb Landry Jones nel ruolo di Sean Cassidy/Banshee
Álex González nel ruolo di Janos Quested/Riptide
Demetri Goritsas nel ruolo di Levene
Laurence Belcher nel ruolo di Charles Xavier da piccolo
Tony Rich nel ruolo di Thomas
 
 

MUSICHE

Jackman, Henry
 

COSTUMISTA

Sheldon, Sammy

TRAMA

I giovani Charles Xavier ed Erik Lensherr scoprono di avere dei poteri molto particolari. I due amici decidono di studiare insieme il fenomeno dei Mutanti e di combattere contro una pericolosa minaccia per il genere umano. Durante la lotta, però, la loro amicizia verrà messa a dura prova finché si allontaneranno per sempre diventando gli acerrimi nemici meglio noti come Professor X, leader degli X-Men, e il malvagio Magneto.

CRITICA

"Bei tempi, quando il nemico (Urss) era definito e i cattivi nazi-comunisti: Hollywood ha una nostalgia canaglia, tanto da tradire i fumetti di Stan Lee per mutare Storia e immaginario. Nel sottotesto, pulsioni queer (altro che 'Batman e Robin'), darwinismo sociale, misoginia e cattivi maestri, sullo schermo un polpettone action di oltre due ore, che fa il suo compito - fidelizzare i neofiti, rassicurare i fan - con qualche spiega di troppo ed effetti abbastanza speciali. II sapore è di plastica, ma anche il blockbuster Usa più infimo, e questo non lo è, continua a buttare lì qualche interessante idea sul mondo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 9 giugno 2011) "Alla fine c'è sempre di mezzo il lato oscuro della forza, quello che in 'Guerre Stellari' affascinava Anakin Skywalker trasformandolo in Darth Vader e respingeva Obi-Wan Kenobi, diventato un cavaliere jedi. È così anche per il Professor X e Magneto, i due grandi antagonisti nella saga degli X-Men, i cui albori vengono raccontati in 'X-Men - L'inizio' da Matthew Vaughn. Non si esaurisce dunque sul grande schermo la tentazione di scoprire l'origine del mito, la giovinezza di personaggi divenuti popolari. (...) Quarto capitolo della serie ideata da Brian Singer, il film di Vaughn risolleva le sorti di personaggi che sembravano ormai alla deriva. Mezz'ora in meno avrebbe giovato, ma il pubblico degli affezionati non rimarrà deluso." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 10 giugno 2011) "Ovviamente imperdibile per i (soprattutto) giovani adepti, il prequel della saga degli X-Men è un film riuscito, divertente, adrenalinico come pretende l'aggiornata legge della fantascienza d'azione. Ed il bello è che non è necessario essere ferrati sulle storie precedenti, perché la dura lotta tra uomini e 'mutanti' - mostruosi a volte più i primi che i secondi - ordisce nel caso di 'X-Men l'inizio' un intreccio del tutto autosufficiente. Il regista Matthew Vaughn, già beatamente noto come marito della Shiffer, ha saputo coniugare perfettamente le caratteristiche psicologiche umane con quelle supereroiche dei personaggi, realizzando un mix irresistibile d'ironia, iper-spettacolarità e allusioni non pretenziose al complicato e precario dissidio tutto contemporaneo tra emozioni, etica, interessi e istinto di sopravvivenza. Gli attori, infine, nonostante incarnino fumetti e non Shakespeare, si esibiscono con una professionalità senza remore risultando quasi sempre giusti, fascinosi e convincenti." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 10 giugno 2011) "Sarà il caso di annotare il nome di Matthew Vaughn, che si sta dimostrando una capace e solida figura di uomo di cinema. Produttore di alcuni validi titoli, il quarantenne inglese ha firmato come regista un tris di film di buon livello prima di realizzare 'X-Men - L'inizio', che incontrerà le aspettative dei fan, delusi dai numeri 3 e 4, riportando in auge la serie ispirata al fumetto Marvel. (...) Qui il cattivo di turno, così come gli X-Men di seconda fila, contano poco: l'interesse è focalizzato sul contrasto fra Xavier, futuro Prof. X, brillante, generoso, idealista; e Erik, futuro Magneto, cupo, bramoso di vendetta. Caratteri con opposte idee sulla loro diversità, nelle quali si rispecchia la filosofia di un fumetto che metaforizza la minaccia sempre in agguato del razzismo. Senza preoccuparsi di somigliare alle versioni invecchiate (Patrick Stewart e Ian McKellen), impersonano felicemente i protagonisti lo scozzese James McAvoy e il tedesco/irlandese Michael Fassbender, attori di talento (soprattutto il primo) e in rapida crescita." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 10 giugno 2011) "Episodio numero 4 della saga dei mutanti che, in ordine cronologico, deve essere considerato il primo perché si colloca alle origini degli X-Men. (...) Mix di generi, con preponderanza della spy story, per un film che rilancia alla grande serie ed incassi." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 10 giugno 2011) "Può succedere che la quinta puntata di un ciclo sia superiore alla quarta, alla terza, alla seconda e forse (diciamo almeno pari) alla prima? Si, se nella quinta un regista e uno sceneggiatore in stato di grazia riescono a mescolare come grandi chef thriller e divertimento, pathos e strizzate d'occhio ai cinephiles (e questo alla faccia di chi sosteneva che la serie X-Men era ormai bollita). (...) Ricordate la crisi dei missili del '62 a Cuba? Bene, tutti credevate che la colpa fosse di Castro, e che il mondo fu salvo grazie alla fermezza di Kennedy e alla realpolitik di Kruscev. Nient'affatto. La scatenò quel pazzo di Shaw e la evitarono i mutanti guidati da Xavier e Magneto. Francamente questo è troppo. La puttanata fantastorica poteva magari funzionare nei fumetti, ma qui rischia di mandare in vacca il film. Rischia solo però. I 90 minuti precedenti erano stati condotti così sagacemente, da maestri dell'alchimia cinematografica, che la rodomontata non sembra così feroce (e se la è, te ne accorgi solo fuori dal cinema)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 10 giugno 2011) "Aveva cominciato 'Watchmen', continua 'X-Men'. Supereroi agenti segreti della Storia. E' questo il nocciolo della produzione complicata diretta da Matthew Vaughn 'X-Men - L'inizio', quarto capitolo della saga fondata nel 2000 dai fumetti Marvel creati da Stan Lee, tecnicamente un 'prequel'. (...) Dall'inizio scoppiettante con citazioni a gogò dei primi 007 si passa presto all'addestramento dei giovani mutanti con amorazzi, tutine grigie e conflitti intestini. (...) Chiusa con infinito scontro finale tra Sovietici, Americani, Sebastian Shaw, Mutanti Riformisti (Xavier) e Mutanti Scissionisti (Lehnsherr). Qui si rischia il ridicolo e il divertimento muta in noia. Attori? McAvoy con buffe labbra scarlatte sembra il fratellino secchione di un Fassbender più azzimato che sexy. Bacon irresistibile come cattivo che si diverte un mondo a distruggere il mondo. Così affascinante da essere diseducativo." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 10 giugno 2011) "Con 'X-Men l'inizio', sono cinque i film dedicati ai personaggi dell'omonima saga della Marvel. Se gli altri episodi si rifacevano in un modo o in un altro ai capitoli della graphic novel, questo 'inizio' è frutto di una pura supposizione cinematografica, visto che le origini degli X-men non sono state mai novellizzate. Ora, se la serialità è un elemento che connota fortemente il linguaggio dei fumetti, soprattutto quelli della Marvel, non è detto che questa giovi alla versione cinematografica, la quale risponde solo dell'andamento commerciale dei film precedenti. Con buona pace dei fan, cinque film sugli X-Men sono il segno della 'mutazione' ormai conclamata dell'industria cinematografica hollywoodiana. (...) Alla fine del film pensiamo: ma che buffo che questo film sui 'figli mutanti dell'atomo' esca qualche giorno prima del referendum sul nucleare. Ovvio che non c'è nessuna relazione, se non quella personale che mette il cinema in rapporto con le nostre esistenze. Di questo film, all'uscita, c'è rimasta quest'eco deviata e un po' di frastuono. Almeno non era in 3D. Tutto qua!" (Dario Zonta, 'L'Unità', 10 giugno 2011)

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