War Horse2011

SCHEDA FILM

War Horse

Anno: 2011 Durata: 146 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:GUERRA

Regia:Steven Spielberg

Specifiche tecniche:ARRICAM LT/ARRICAM ST, 4K/SUPER 35 STAMPATO A 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)

Tratto da:omonimo romanzo per ragazzi di Michael Morpurgo (ed. Rizzoli)

Produzione:STEVEN SPIELBERG E KATHLEEN KENNEDY PER AMBLIN ENTERTAINMENT, DREAMWORKS SKG, THE KENNEDY/MARSHALL COMPANY, RELIANCE ENTERTAINMENT, TOUCHSTONE PICTURES

Distribuzione:THE WALT DISNEY COMPANY ITALIA (2012)

ATTORI

Emily Watson nel ruolo di Rose Narracott
David Thewlis nel ruolo di Lyons
Peter Mullan nel ruolo di Ted Narracott
Niels Arestrup nel ruolo di Nonno
Tom Hiddleston nel ruolo di Capitano Nichols
Jeremy Irvine nel ruolo di Albert Narracott
Benedict Cumberbatch nel ruolo di Maggiore Stewart
Toby Kebbell nel ruolo di Geordie
Celine Buckens nel ruolo di Emilie
Rainer Bock nel ruolo di Brandt
Patrick Kennedy nel ruolo di Tenente Waverly
Geoff Bell nel ruolo di Sergente Sam Perkins
Leonard Carow nel ruolo di Michael
Robert Emms nel ruolo di David Lyons
David Kross nel ruolo di Gunther
Matt Milne nel ruolo di Andrew Easton
Pip Torrens nel ruolo di Maggiore Tompkins
Nicolas Bro nel ruolo di Friedrich
James Currie nel ruolo di Sergente Jones
Irfan Hussein nel ruolo di Sergente Maggiore Singh
Eddie Marsan nel ruolo di Sergente Fry
 
 

SCENEGGIATORE

Curtis, Richard
Hall, Lee
 

MUSICHE

Williams, John
 

MONTAGGIO

Kahn, Michael
 

SCENOGRAFIA

Carter, Rick
 

COSTUMISTA

Johnston, Joanna
 

EFFETTI

Morris, Ben

TRAMA

Un grande storia d'amicizia tra un cavallo chiamato Joey e il giovane Albert. Sullo sfondo, i paesaggi rurali d'Inghilterra, durante il primo conflitto mondiale. Il film è incentrato sul forte legame esistente tra il cavallo e il suo addestratore: si tratta di un affetto profondo, sincero, che viene improvvisamente messo in crisi quando, ai due, viene imposto di separarsi. Inizia così l'epico viaggio di Joey attraverso scenari di guerra. Durante questo difficile ed avventuroso percorso, il cavallo lascerà un segno indelebile nella vita delle persone che incontrerà sul suo cammino: la cavalleria britannica, i soldati tedeschi, un contadino francese e sua nipote.

CRITICA

"La furberia di Disney e la retorica di Spielberg (ma anche viceversa) unite spudoratamente per una storia inglese strappacuore in cui al messaggio pacifista contro gli orizzonti di gloria della guerra mondiale s'unisce, in prima linea, una love story equina tipo quelle di Liz Taylor bimba e di 'E.T.' Insomma, salvate oltre al soldato Ryan anche il cavallo Joey. Il nuovo, spettacolare ma deludente film di Spielberg inizia come 'II cucciolo' e finisce come 'Torna a casa, Lassie', è una summa delle sue virtù minori, una continua esaltazione artefatta dal suo professionismo, dei sentimenti, della famiglia, dei cavalli, dell'insalata che cresce, dei tramonti, dell' amicizia, della fedeltà, della pace, della birra. (...) Il maestro Steven accumula i suoi complessi di autore epico in cerca di sentieri selvaggi alla King o Ford, ma trova soltanto, non metaforizzate dall'ingombrante musica di John Williams, trombe con una nota sola. Per trovare le tre scene che, non solo tecnicamente, provocano emozione, bisogna attendere assai. (...) Perfetto il cavallo, anche se il film non riesce ad essere una sua soggettiva del mondo crudele, e bravi pure gli umani, da Jeremy Irvine di primo pelo con genitori Peter Mullan e la fastidiosa Emily Watson. Ovvio il dispendio, i panorami, il fango, i cannoni e le trappole del ricatto sentimentale, miccia bagnata di un film professionalmente ineccepibile ma uniforme e freddo che sta a mezzo tra il libro ispiratore di Michael Morpurgo (Rizzoli) e un geniale musical ora in scena a Broadway in cui i cavalli sono straordinari attori a quattro zampe." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 17 febbraio 2012) "Stavolta 'Indiana Jones' si chiama Joey ed è un cavallo. Un cavallo da guerra, 'War Horse', coraggioso, bello, leale e avventuroso, più umano degli umani. Steven Spielberg non ha bisogno di trucchi digitali o di antropizzazioni artificiose per umanizzare il mezzo purosangue protagonista di questa nuovo film epico. Joey non è un cavallo parlante o un cartone animato alla Disney. E' un cavallo vero, ma nelle mani di un genio diventa sullo schermo un formidabile attore, capace di trasmettere ogni tipo di sentimento, ribellione, sdegno, passione, amicizia, amore, dolore e speranza. Dopo aver dimostrato con 'E.T.' di poter trasformare un pupazzo di Rambaldi in una delle più durature star di Hollywood, con 'War Horse' Spielberg consegna alla storia del cinema un grandioso mito equino. Anche questo film di Spielberg, come la gran parte del suo cinema, prevede un totale, infantile abbandono. Se si rimane coscienti e adulti, con le difese e magari il cinismo dell'età, le due ore e mezza di saga cavallina risultano improbabili e mielose. Ma se si torna bambini, che poi è il gran regalo del cinema americano, allora il godimento è assoluto. (...) Forse 'War Horse' non è fra i capolavori di Spielberg, ma comunque è grande cinema." (Curzio Maltese, 'La Repubblica', 17 febbraio 2012) "Un film grandioso, che si porta dietro interrogativi non meno voluminosi. 'War Horse', a prescindere dalle sei nomination agli Oscar, è infatti un superspettacolo per tutti contrassegnato dal marchio inconfondibile di Steven Spielberg. Uno Spielberg al cento per cento, classico, ingenuo e favolistico come nel clou degli anni Ottanta, volutamente smodato nel riproporsi come cantastorie indifferente ai dogmi dell'avanguardia, la chiave per valutare la trasposizione a tutto schermo del bestseller per ragazzi di Michael Morpurgo, sta proprio in questa vocazione, in questa scelta consapevole e a suo modo provocatoria: anche chi patirà il sovradosaggio degli effetti, la prevedibilità del congegno epico-sentimentale, la retorica (in senso classico hollywoodiano) di fotografia & musica, non potrà non ammettere che re Steven ci crede sino in fondo e la sua maestria registica non sgarra, in questo senso, neanche il più trascurabile dei movimenti della macchina da presa. Ed è un merito e non un'aggravante il fatto che il protagonista dell'odissea nei gironi sanguinari della prima guerra mondiale sia un maestoso purosangue baio. Un tipico prodotto Disney si può dire, ma in realtà Joey non è presentato nelle sembianze animali antropomorfe, bensì come persona; o autonomo e speciale, portatore di una «volontà» e uno «spirito» che si contrappongono naturalmente, fisicamente alle infamie innanzitutto della guerra e per metafora del mondo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 17 febbraio 2012) "A distanza di pochi mesi dall'uscita in sala de 'L'avventure di Tin-tin', troviamo con marchio Disney un altro film 'per ragazzi' del colosso di Hollywood Steven Spielberg. 'War Horse' è solo apparentemente un film per ragazzi, anche se l'ingresso della Disney e il suo veto per un cinema che non sia il massimo dell'edulcorazione dai tempi di 'Pinocchio' ha reso insensatamente zuccherosa una storia pure ambientata tra le trincee della I Guerra Mondiale. Il tanto muscolare quanto umanista Spielberg, si sta dedicando da tempo, al genere favolistico, restituendo la realtà storica quanto quella fantascientifica nei termini di una morale scema e qualunquista, buona per tutti, grandi e piccini. Tutto il suo cinema lo si può leggere attraverso questa chiave di lettura, e se all'inizio, per la forza del suo giovane passo, alcune sfumature erano rabbiose ('Duel'), dopo poco, all'arrivo del successo (da 'Lo squalo' in poi), questo velo si è squarciato mostrandoci, con qualche eccezione, la purezza di un mondo giusto e buono, quella specie di paradiso hollywoodiano dove vanno a finire quasi tutti i suoi protagonisti. Tra questi ora si aggiunge un altro tipo, non più essere umano, non più fumetto, non più alieno bensì animale. Dopo il trattamento riservato al povero 'squalo', fatto saltare per aria con in bocca una bombola d'ossigeno, Spielberg si rifà con il più nobile cavallo, uno splendido bajo allevato da un ragazzo del Devon all'inizio dello scorso secolo." (Dario Zonta, 'L'Unità', 17 febbraio 2012) "'War Horse' è una follia, un''amazing' story in controcorrente con i tempi del cinismo, il ritorno indietro nella storia per riscriverla come fanno Eastwood e Scorsese, alla ricerca del punto di rottura. (...) Trasferire il cinema classico, l'epopea western nelle vallate spielberghiane sotto il 'segno rosso del coraggio' di un cartoon è l'impresa di 'War Horse' che evoca l'episodio di 'Twilight Zone' quando l'aero materico sta per schiantarsi al suolo e due ruote disegnate per l'occasione spuntano all'improvviso. Il viaggio lungo i set, dalla campagna selvaggia del Devon ai dolci panorami francesi, dall'Inghilterra luminosa al buio nebbioso del Fronte occidentale, è un roller coaster a velocità alternata attraverso i generi, notte e giorno, delusione e promessa. (...) La leggerezza del tratto, un prologo color pastello (direttore della fotografia Janusz Kaminski, storico collaboratore di Spielberg) si sciolgono nel piombo degli scenari bellici, nelle fosse affumicate di gas letale che rendono quasi cieco Albert, prima del grande, magico rendez-vous in una scena orchestrata secondo l'Atlanta in fiamme di 'Via col vento'. La temperatura di questa sinfonia spericolata (musiche altisonanti di John Williams) dall'innocenza estrema si alza nel duetto tra due soldati nemici accorsi a «salvare il cavallo Joey» intrappolato nel filo spinato." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 17 febbraio 2012) "Piacerà agli animalisti, naturalmente. Per la prima volta forse la storia di un quadrupede al cinema, è raccontata dalla visuale del quadrupede. La macchina da presa sembra incollata al suo muso, gli 'umani' sono tratteggiati come appaiono a Joey e non viceversa. Piacerà ai nostalgici di 'Torna a casa Lassie' che Steven Spielberg vide bambino e che evidentemente gli è rimasto dentro come esperienza fondamentale. (...) E un altro impubere inguaribile deve essere Michael Morpurgo autore del romanzo originale, una versione equina del 'Figlio di Lassie' secondo film dell'interminabile serie. Domanda. Ma 'War Horse' ha qualche carta da giocare anche presso spettatori che non sono animalisti, scolari delle elementari o adulti rimasti alla maturazione mentale degli scolaretti? Sì, decisamente. Spielberg, ormai avviato alla settantina, non ha più il gran respiro dei tempi belli ('Lo squalo', 'L'impero del sole'). Ma 30 minuti di cinema super è ancora in grado di offrirli. 'Salvate il soldato Ryan' la mezz'ora di favola te la offriva all'inizio. In 'War Horse' quasi alla fine. Vedi la cavalcata di Joey in mezzo alla battaglia e poi muori (meglio, se vivi a lungo, te la porti per sempre nel cuore e nell'immaginario)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 febbraio 2012)

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