?Viva San Isidro!1994

SCHEDA FILM

¡Viva San Isidro!

Anno: 1994 Durata: 95 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Alessandro Cappelletti

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:romanzo "San Isidro Futbol" di Pino Cacucci

Produzione:COLORADO FILM PRODUCTION, C.G.G. TIGER CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:CECCHI GORI GROUP (1995) - CECCHI GORI HOME VIDEO

ATTORI

Diego Abatantuono nel ruolo di Padre Pedro
Lumi Cavazos nel ruolo di Antonia
Marco Leonardi nel ruolo di Quintino
Raul Araiza nel ruolo di Catarino
Jose Ignacio Urcelay nel ruolo di Alvaro Cristobal
Andres Pardave nel ruolo di Pepe Gongora
Max Kerlow nel ruolo di Don Cayetano Altamirano
Angel Heredia nel ruolo di Calisto Lacayo
Paco Moraita nel ruolo di Justino Portillo
Nelson Velazquez nel ruolo di Pascual Sandia
Aurora Molina nel ruolo di Luz Elena
Erick Rivas nel ruolo di Dottore
Luis Enrique Navarro nel ruolo di Julian
Guillermo Gill nel ruolo di Chepe Chamaco
Ugo Conti nel ruolo di Willy
Joaquin Garrido nel ruolo di Etziquio Estevez
 

MONTAGGIO

Fiocchi, Massimo
 

SCENOGRAFIA

Bassan, Davide
 

COSTUMISTA

Mercenari, Katyna

TRAMA

Messico, Sierra Madre. Il paese di San Isidro, posto tra tre province di cui nessuna si decide a riconoscerlo, deve autogestirsi e "l'alcalde", don Cayetano Altamirano, non deve faticare molto per dirimere le beghe locali (per fortuna c'è chi allaccia abusivamente il piccolo villaggio col più vicino traliccio per avere la luce). Orgoglio del borgo è la San Isidro futbol, allenata da Pepe Gongora, e guidata dal goleador Quintino, che umilia le squadre rivali, rappresentanti i villaggi limitrofi. Ed è proprio per ottenere calce per marcare i limiti del campo per la prossima partita che la comunità si rivolge al vecchio scorbutico Alvaro Cristobal che ha del concime candido come la neve, che egli cede a malincuore, pena l'embargo sul "metzcal", una bibita che beve nel bar locale. Quintino, che ha trascorso la vigilia della partita in un incontro amoroso con Antonia, figlia di Pepe, ha naturalmente le gambe deboli: in seguito ad un fallo cade proprio sulla linea bianca e inalando un po' dell'anomalo "concime" ritrova estro e furore agonistico, battendo da solo gli avversari. Quintino, incuriosito, fa ubriacare Alvaro, che gli svela il nascondiglio del concime: un aereo precipitato nella foresta, pieno di sacchi di cocaina da lui scambiati per fertilizzante. Quintino, allora, recuperati i sacchi li trasporta in parte a casa di Alvaro ed in parte li vende al figlio per principale, procurandosi i soldi per il matrimonio con Antonia. Ma la "coca" è reclamata dal proprietario, il "narcotrafficante" Etziquio Estevez e dallo spacciatore Catarino. Costoro giungono nel villaggio costringendo i locali ad una difesa ad oltranza. A risolvere le questioni subentra Padre Pedro, missionario italiano che, ingannando Estevez, lucra da costui del denaro (in cambio di calce spacciata per cocaina) per la costruzione di una strada e di una chiesa prefabbricata in cui celebra il matrimonio tra Quintino ed Antonia.

CRITICA

"Il soggetto, che parte divertente, si perde in una regia che non tiene i tempi e non chiude un gag in un film che, con la sua esasperata antropologia un po' razzista sui contadini tonti o alcolizzati, finisce per somigliare più che a Garcia Marquez alle gloriose parodie alla messicana dei 'Magnifici 3', Tognazzi, Chiari, Vianello. Peccato che i soldi spesi dalla Colorado, le energie profuse, l'impegno di un divertente libro testimone dal set dell'avvocato Gian Mario Feletti (ancora Granata), la volontà di uscire dai ranghi, tutto rimanga nelle intenzioni. Perché gli stacchi narrativi sono bruschi, alcune parti lente, L'interesse decrescente, il montaggio un po' così. Il calcio, che sembrava al centro della storia, è subito abbandonato, mentre la commedia diventa un'avventura a equivoci. Tutti danno l'aria di agitarsi molto e a vuoto, mentre il volenteroso protagonista Marco Leonardi è doppiato con una voce infantile da Pablito Calvo-Marcellino, Lumi Cavazos fa la bella statuina e don Diego, pur intaccando il suo patrimonio di simpatia, non può ribaltare in un quarto d'ora le sorti di un film che fatica a divertire e nello stesso tempo non sopporta pesi di ideologie, satire o metafore che si bloccano nel gioco di parole di Biancaneve." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 16 Aprile 1995) "Quasi uno scherzo, anche se sorretto, qua e là, da ritrattini felici. Portandolo però sullo schermo l'esordiente Alessandro Cappelletti non è riuscito a dar prova di quel brio di cui una storia così colorata aveva bisogno e si è tenuto, sia pure con diligenza, a modi soprattutto corretti e tranquilli, con scarsa vitalità e quasi nessun estro; in una cornice messicana, oltre a tutto, così scopertamente di maniera da far dubitare in qualche momento perfino della sua autenticità. Gli interpreti si impegnano tutti con diligenza, ma salvo Diego Abatantuono nella parte fugace del missionario di frontiera, non hanno mai molto rilievo nella pellicola. Fra gli interpreti più incisivi della pellicola - comunque - vanno segnalati Marco Leonardi, il quale veste i panni del calciatore stanco che, fiutata la cocaina, diventerà un leone, e la bellissima e provocante Lumi Cavazos, già vista (ed anche molto apprezzata) in 'Come l'acqua per il cioccolato'." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 19 Aprile 1995) "Il tono scanzonato, da apologhetto morale innaffiato di mezcal, dovrebbe fare la forza del film prodotto in un clima festoso da Maurizio Totti. Smaltata come sempre la fotografia di Italo Petriccione, ma purtroppo un'aria da vacanza messicana si impone alla fine sul progetto, mentre gli attori locali la buttano sulla macchietta e la coppia Leonardi-Cavazos replicano stancamente la performance amorosa di 'Come l'acqua per il cioccolato'. Un tempo si rimproverava al giovane cinema italiano di pensare in piccolo, di ambientare le storie in ambienti piccolo borghesi, ma se questa è l'alternativa, beh, ridateci le tanto deprecate due camere e cucina." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 15 Aprile 1995)

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