VIRUS LETALE1995

SCHEDA FILM

VIRUS LETALE

Anno: 1995 Durata: 127 Origine: USA Colore: C

Genere:AZIONE, DRAMMATICO, THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:ARNOLD KOPELSON, WOLFGANG PETERSEN, GAIL KATZ

Distribuzione:WARNER BROS ITALIA - WARNER HOME VIDEO

TRAMA

I coniugi Sam Daniels e Robby Keough, ambedue medici (lui ufficiale medico, in forza all'Istituto Sanitario di Ricerca per le Malattie Infettive dell'Esercito degli Stati Uniti, lei fortemente impegnata al Centro di Medicina Preventiva statunitense) hanno deciso la separazione consensuale e stanno per dividersi. Mentre è in corso fra loro l'ennesima lite Sam riceve una comunicazione urgente del suo diretto superiore, il generale Bill Ford: è scoppiata una misteriosa epidemia nella cittadina di Cedar Creek, in California. Il virus è più micidiale di quanti finora conosciuti ed assai contagioso: se non individuato e circoscritto, potrebbe diffondersi in tutta la California, non solo, ma mettere a rischio gli Stati Uniti e l'intera umanità. Pertanto Daniels deve recarsi in Africa. Nel cuore della foresta s'imbatte in un villaggio i cui abitanti, preda del virus Motaba, sono quasi tutti morti o morenti. Ciò che vede lo inorridisce e lo sprona a impegnarsi immediatamente a trovare un rimedio. Ma proprio quando è sulle tracce di una misteriosa scimmietta, fuggita non si sa come dalle cavie di un laboratorio di ricerca, il generale Ford gli revoca il mandato, senza spiegazioni. Sam e Robby, consapevoli del rischio è che permane temono il peggio, come di fatto avviene. L'epidemia scoppiata a Cedar Creek infuria e si diffonde in modo pauroso. Accantonati i loro dissapori coniugali, decidono di lavorare per individuare insieme un siero in grado di arrestare l'epidemia. Fra enormi difficoltà, e contro gli ordini del generale Donald Mc Lintock il quale, deciso ad impedire che la notizia della stessa esistenza del virus Motaba trapeli, ha già dato l'ordine, come in Africa, di bombardare la città infetta, a rischio della vita il dottor Daniels con l'aiuto del maggiore Salt impedisce la distruzione di Cedar Creek. Poi, con il siero anti-virus sperimentato sulla moglie Robby, l'intrepido Sam riesce a debellare il virus Motaba salvando la popolazione.

CRITICA

"Il film è interessante là dove ha un minimo di veridicità e mostra, per esempio, i virus enormemente ingranditi (sono un miliardesimo di noi eppure ci distruggono). E dove parla della bomba spaventosa in mano ai militari, capace di "vaporizzare", implodendo anziché esplodendo, un'intera cittadina. Ma il tutto finisce in tarallucci e vino. Con un Dustin Hoffman che non sembra l'attore fisicamente più adatto, fra tanti che ce ne sono a Hollywood, per questo ruolo di pugnace salvatore dell'umanità." (L'Eco di Bergamo, Franco C. Colombo, 20/4/95) "Lo scontro tra le due mentalità si traduce in una corsa con il tempo, che la regia di Wolfgang Petersen (La storia infinita, Nel centro del mirino) sa bene enfatizzare con un montaggio ad effetto, una colonna sonora roboante, un paio di citazioni dal "Dr. Stranamore" di Kubrick e un uso degli elicotteri degno dei frandi film sulla guerra del Vietnam. Lo spettacolo è così assicurato. Troppo spesso, però a discapito dell'approfondimento dei personaggi e dei loro rapporti drammatici, i quali restano quasi sempre su un piano schematico e approssimativo: con Dustin Hoffman impegnato a riproporre il ruolo del "liberal" testardo di certi suoi film degli anni Settanta e Donald Sutherland inesorabilmente prigioniero della propria maschera di cattivo." (Il Secolo XIX, Aldo Viganò, 15/4/95) "Un dilemma morale (quando l'obbedienza diventa massacro, violarla non è un dovere?), allarmanti allusioni all'uso delle armi bilogiche da parte dell'esercito americano nel passato e nel presente, un conflitto coniugale (il protagonista e la scienziata sua moglie sono separati, ritrovano armonia nella battaglia comune), paesaggi esotici, fantastiche riprese e la fotografia perfetta di Michael Ballhaus si uniscono alla tensione del thriller catastrofico-sanitario: Hoffman è così energico ed efficace che sembra persino alto." (La Stampa, Lietta Tornabuoni, 14/4/95) Spiace che ad essere contaminato dal virus letale dell'ottimismo ad oltranza sia stavolta Hoffman, chiamato dopo il rifiuto di Harrison Ford. Ma il piccolo grande uomo e il suo film perdono di gran lunga la sfida con il realismo di Tom Hanks (alle prese con altri virus in Philadelphia), ma soccombono anche di fronte a Van Demme e Stallone. Loro almeno, per rimettere in sesto il mondo, non scomodano i grandi ideali. (L'Indipendente, Alessio Guzzano, 23/4/95) Reduce dal ben più sottile Nel centro del mirino, il tedesco Petersen dirige il traffico con robusto professionismo ma senza guizzi. E lascia sospese due curiosità: perchè sulla nave filippina che trasporta la scimmietta non scoppia un'epidemia? Gli asiatici sono immuni (ah, il pericolo giallo...)? E poi: come evitare che l'ottimo Sutherland finisca la carriera relegato in parti da perfido? Va bene emarginare gli attori scomodi. Ma se continuano così bisognerà chiamare il Wwf. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 16/4/95) Forte di un budget da 50 milioni di dollari, Petersen orchestra un virus-thriller che non rinuncia alle semplificazioni tipiche del genere, compresa la resa dei conti tra il generale buono e quello golpista, in stile Sette giorni a maggio. Ma lo spettacolo è assicurato, specialmente nell'elaborata sequenza del contagio ambientata ironicamente in un cinema: a ricordarci che certi film possono fare molto male. (L'Unità, Michele Anselmi, 14/4/95)

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