Anno: 1964 Durata: 100 Origine: ITALIA Colore: -
Genere:DRAMMATICO
Regia:Luchino Visconti
Specifiche tecniche:PANORAMICA
Tratto da:-
Produzione:FRANCO CRISTALDI PER LA VIDES (1964)
Distribuzione:COLUMBIA CEIAD (1965)
Claudia Cardinale | nel ruolo di | Sandra Luzzatti |
Jean Sorel | nel ruolo di | Gianni, fratello di Sandra |
Michael Craig | nel ruolo di | Andrew Dawson, marito di Sandra |
Renzo Ricci | nel ruolo di | Avv. Antonio Gilardini |
Fred Williams | nel ruolo di | Pietro Fornari |
Marie Bell | nel ruolo di | La madre di Gianni e Sandra |
Amalia Troiani | nel ruolo di | Fosca |
Ferdinando Scarfiotti | ||
Giovanni Rovini | ||
Isacco Politi | ||
Paola Pescini | ||
Renato Moretti | ||
Vittorio Manfrino |
Dopo anni di assenza, Sandra Luzzatti torna a Volterra, sua città natale. E' con lei Andrew, il marito, curioso di conoscere l'ambiente in cui la moglie ha vissuto la sua giovinezza. A casa trovano Gianni, il fratello di Sandra, che da tempo vive in modo disordinato e sogna di diventare famoso grazie al romanzo autobiografico che sta scrivendo. La madre di Sandra e Gianni, invece, è da anni confinata in clinica a causa di un grave equilibrio psichico, accudita dal suo secondo marito, l'avvocato Gilardini. Ben presto Andrew capisce che l'intera famiglia Luzzatti è ossessionata dal ricordo del padre, un illustre scienziato ebreo deportato dai nazisti e morto in un campo di concentramento. Sandra e Gianni da sempre incolpano della sua morte il patrigno, al tempo amante della madre, accusandolo di delazione. Nella loro famiglia, però, ci sono segreti troppo pesanti e, se non vorrà perdere per sempre suo marito, Sandra dovrà decidere di rompere i ponti con il passato...
"(...) Ancora una volta assistiamo alla catastrofe di una famiglia (...). I fattori letali non sono più in elementi esterni (ma) si annidano nell'intimo della compagine familiare, anzi nel profondo delle coscienze. (...) La tragedia riecheggia moduli sofoclei, ma forse più come linee di forza drammatiche che nella loro dimensione metafisica. (...) Il regista fa dei suoi personaggi dei vinti ma non dei colpevoli. Non per il gusto gratuito dell'equivoco (...), ma per un preciso 'intento morale'. Intende chiamarci in causa (...) coinvolgere nella vicenda (...). E' dunque un'opera di alto stile. La ammiriamo ma non la 'riviviamo'. Non è parola di poesia". (L. Bini, 'Audiovisivi', 10, ed. Letture, ottobre 1965)
Incasso in euro