UOMINI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI1994

SCHEDA FILM

UOMINI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

Anno: 1994 Durata: 106 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:SCOPE A COLORI

Tratto da:TRATTO DALL'OMONIMA COMMEDIA DI ROSARIO GALLI ED ALESSANDRO CAPONE

Produzione:MAURO BERARDI, CARLO BARRELLA

Distribuzione:MEDIASET (1995) - MEDUSA VIDEO

TRAMA

E' lunedì, e quattro amici si riuniscono a casa di Pino, l'unico separato del gruppo, a giocare a poker. Gianni, il più giovane ed aitante, è sposato da sei mesi e preoccupato per la moglie indisposta cui telefona a intervallo suscitando l'insofferenza degli altri, specie di Nicola che sposato da alcuni anni ha litigato con la sua e per consolarsi telefona in California ad una delle sue numerose amichette, con grave disappunto di Pino che pensa alla eccessiva spesa telefonica. Enzo, il più brutto ed imbranato del gruppo, ha una moglie che tiene in cassa e le redini del suo menage tranquillo ma scialbo. Ad un certo punto, dopo che Enzo ha perso un po' di soldi, a Pino viene un'idea per mutare la mediocre serata: telefonare ad una prostituta che sollazzi i quattro amici. Gianni non ci sta, vorrebbe andarsene, mentre Pino, dopo alcuni tentativi, lascia un messaggio alla segreteria telefonica di una certa Yvonne. Costei poco dopo risponde e si presenta, giovane e bellissima. Dopo le consuete schermaglie e le domande d'obbligo sul perché una donna di tale classe sia una prostituta, tocca a Pino iniziare un rapporto con Yvonne: ma la rivelazione che la giovane non è Yvonne ma solo un'amica di costei ed è alla sua prima esperienza sconcerta Pino. La giovane ha sentito il messaggio per Yvonne, e siccome deve sposarsi il giorno dopo ed ha il fidanzato occupato a festeggiare l'addio al celibato, ha pensato di imitarlo. Le cose cambiano per Gianni che, attirato fin dall'inizio ed accortosi dell'interesse suscitato nella giovane, mentre gli altri si apprestano a mangiare una spaghettata, prende la busta coi soldi pattuiti e si dilegua con lei ormai decisa a rinunciare al matrimonio. I tre amici restano attoniti e preoccupati dovendo annunciare alla moglie di Gianni la "fuga" sentimentale di questi con la giovane.

CRITICA

"Già in teatro il testo stentava a convincere, con quei suoi caratteri approssimativi, quei dialoghi non di rado addirittura artefatti, quelle situazioni solo molto faticosamente in movimento. Sullo schermo, e ad opera di un regista che, pur a momenti estroso in certi risvolti della sua carriera, è comunque alle prime armi, i difetti si accentuano, la quasi assoluta mancanza di una dinamica narrativa balza di prepotenza in primo piano e si fatica molto a seguire un'azione che non c'è e dei ragionamenti tra personaggi che, non di rado, sembrano solo vaniloquio. Qualche momento, comunque, può suscitare un po' di interesse, specie prima che si capisca dove si andrà a parare e a certe battute, pur discutibili, non si può non riconoscere un sospetto di sale: anche se non provoca, né intende provocare, nessuna ilarità. I quattro protagonisti sono Pino Ammendola, Gianni Garofalo, Nicola Pistoia e Vincenzo Crocitti: con un piglio, soprattutto quest'ultimo, abbastanza risoluto." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 16 Febbraio 1995) "Per carità: gli attori ce la mettono tutta anche quando scivolano nella farsa sguaiata o cantano in playback. Ma l'impressione definitiva - tra misere battute sui preservativi; il funesto un attimino distribuito qua e là, l'ostentata spossatezza virile - e sconfortante. Né ci viene risparmiata, con tanto di cavallo bianco fuori dalla porta, la metafora finale. O piuttosto avanzi della medesima: la metafora usa e getta." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 19 Febbraio 1995) "Il tutto produce effetti di ilarità frenata, ma è utile considerare che gli autori volevano farci riflettere sulla pochezza degli ideali maschili e le loro sconfitte affettive: o no? Fintamente moderna e spudorata, in realtà datata e poco sfumata, la commedia dal titolo almodovariano (nominato, per la verità, invano) gioca sulla claustrofobia dell'unita di luogo, tempo e azione, ma fortunatamente il regista vi inserisce una spiritosa macchia di musical (il quartetto canta 'Noi duri' e l'arrivo della maggiorata in stile cartoon mentre si diverte anche coi dolly, il piano sequenza intorno al tavolo da gioco e il montaggio alternato). Oltre la rivista Expression e la presenza del creativo sintomi di un identikit patinato, 'Uomini...' accumula in sequenze quasi pop prodotti di largo consumo da tinello, come un maxispot dell'italiano medio, mediocre e televisivo." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 16 Febbraio 1995)

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