SCHEDA FILM

UNA PELLICCIA DI VISONE

Anno: 1956 Durata: 105 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:LUIGI MONDELLO E ROBERTO CAPITANI PER LA CA.MO. FILM - ENIC

Distribuzione:ENIC

TRAMA

Franco e Gabriella, due giovani sposi, vivono in famiglia, in stretta economia, per poter pagare le rate per l'acquisto di un appartamentino in costruzione. Entrambi sono impiegati: lui come disegnatore presso una società industriale, lei come commessa in un grande magazzino. E' Natale: a Franco arriva, da parte della sua società, una cassetta di spumante con una busta a premio, che gli fa vincere una pelliccia di visone. Gabriella decide subito di vendere la pelliccia: così, contando sul ricavato, i due sposi fanno delle spese esagerate. Ma, indossata la magica pelliccia, Gabriella si sente come trasportata in un mondo diverso dal suo e sogna ad occhi aperti di condurre una vita di lusso e di piaceri. Per una serie di circostanze Franco e sua moglie sono invitati a passare la notte del Capodanno in casa del principale, con grande dispetto del caporeparto. Tra gli invitati c'è anche l'ing. Frangipane, il costruttore dell'appartamentino prenotato dai due coniugi, che fa la corte a Gabriella. In seguito ad un contrattempo Franco giunge tardi alla riunione, mentre Gabriella, dopo abbondanti libagioni, accetta le effusioni sentimentali dell'ingegnere. Più tardi i due sposi litigano, ma passata la momentanea eccitazione, si riconciliano, Gabriella torna alla decisione di vendere la pelliccia, riprende il suo onesto lavoro di commessa e respinge le disoneste proposte del corteggiatore. A questo punto si produce un colpo di scena: la cassetta con la busta-premio è stata indirizzata a Franco per errore e la pelliccia di visone diviene l'oggetto di una contesa giudiziaria tra i vari impiegati della società, che tutti aspirano al premio.

CRITICA

"La trovata iniziale (...) avrebbe potuto consentire di sviluppare un ricco e ampio discorso sulla condizione umana di vari strati del ceto medio italiano: ma tale discorso si ferma a metà, resta allo stadio dell'esteriore presa in giro, del bozzetto, dell'idillio (...)". (Guido Aristarco, "Cinema Nuovo", 97, 31 dicembre 1956).

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