SCHEDA FILM

Un sogno per domani

Anno: 2000 Durata: 123 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:TECHNICOLOR

Tratto da:ROMANZO DI CATHERINE RYAN HYDE

Produzione:TAPESTRY FILM, BEL AIR ENTERTAINMENT, WARNER BROS.

Distribuzione:WARNER BROS (2001)

TRAMA

Trevor è un ragazzo di undici anni che vive con una madre che lavora dalla mattina alla sera per sbarcare il lunario. Trevor è solo ed introverso ma, nonostante la sua giovane età, è più maturo della madre ed è infatti lui a prendersi cura di lei. Eugene Simonet, il suo insegnante di scienze sociali, gli insegna ad avere speranza. In effetti Eugene all'inizio di ogni anno assegna lo stesso compito: trovare un modo per cambiare il mondo e metterlo in pratica. Il primo passo che Trevor fa per mettere in pratica il suo "sogno per domani" è quello di far mettere insieme sua madre e Eugene. TRAMA LUNGA Il piccolo Trevor, 11 anni, vive con la madre Arlene in un modesto quartiere di Las Vegas. Il padre è sempre assente, e la donna durante il giorno lavora come cameriera in un locale di streap-tease e casinò. Trevor vive una sorta di confuso idealismo, finché un giorno a scuola alla prima lezione del corso di scienze sociali non arriva un professore che lo stimola e rimette in moto tutta la sua fantasia. Il prof. Eugene chiede "Vi piace il mondo così com'è?" Trevor dice di no, e per cercare di cambiarlo decide di fare delle buone azione e di chiedere a chi le riceve di compiere a loro volta 'tre piaceri'. Da parte sua, Trevor comincia ad avvicinare un barbone e a portarlo a casa, ma poi la mamma protesta, e il giovane riprende la vita di sempre. Trevor tuttavia insiste, e capisce che potrebbe essere buona cosa far incontrare la mamma, che è ancora in preda all'alcool, con Eugene. I due in effetti si vedono, ma lui ha sempre vissuto da solo, si porta dietro traumi dell'infanzia, e al momento conclusivo si defila. A peggiorare la situazione c'è il ritorno del padre, che rientra a casa e dà sfogo al proprio carattere manesco. Quando la mamma trova la forza per cacciare il marito, Trevor cerca di riportare avanti Eugene. Intanto questa iniziative della 'catena della bontà' è diventata famosa, e una televisione chiede a Trevor un'intervista. Alla fine del nuovo incontro, Arlene e Eugene si baciano e sembrano trovare un'intesa. Ma a scuola Trevor prende le difese di un coetaneo malmenato dai compagni. Questi reagiscono, Trevor viene accoltellato e muore. Migliaia di persone con la fiaccole accese fanno corona la notte seguente intorno alla casa del piccolo, dove la madre assiste insieme a Eugene.

CRITICA

" 'Un sogno per domani', da un romanzo di Catherine Ryan Hide, immagina che un ragazzino undicenne suggerisca a scuola un metodo per migliorare il mondo: che ciascuno faccia tre buone azioni, imponendo un reciproco impegno, in modo che il cerchio si allarghi restituendo il favore, come dice il titolo originale 'Pay it forward'. Non sarà una rivoluzione, ma in famiglia qualcosa si aggiusta: il ragazzo cerca di recuperare un giovane drogato; il prof. diventa secondo papà dopo che il primo, John Bon Jovi, viene di nuovo cacciato; la mamma perdona la nonna barbona (per la 'recherche' del cinema, sì è proprio lei, Angie Dickinson) e alcuni colpacci del destino sono in serbo, mentre un giornalista dal Nevada arriva a fare il suo scoop sullo scoppio dalla bomba della Bontà. Ma i tempi di Frank Capra sono definitivamente tramontati. La regista Mimi Leder, già impegnata nell'azione di 'Deep impact', sceglie qui i mezzi toni del melodramma di famiglia, ma con la volontà di cambiare il mondo secondo il buonismo americano, come fosse la vendetta contro il cinismo di 'American beauty'. Però, insinua l'idea che forse tutti dovremmo incominciare a casa". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 17 marzo 2001) "Quel che dà fastidio in 'Un sogno per domani' è l'insistenza sull'idea della redenzione ottenuta attraverso il sacrificio, impantanatura di cristianesimo culminante in una processione finale nella profana Las Vegas. Tanta bigotteria, impiegata per suscitare singhiozzi a scopo di box office, finisce col guastare il piacere che potrebbe offrirci l'ottimo cast. Fatto salvo il piccolo Osment, i due titolari di statuetta sono immersi in ruoli di grandi feriti della vita difficili da sopportare anche con le migliori intenzioni ". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1 aprile 2001)

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