SCHEDA FILM

UN POSTO AL SOLE 3

Anno: 1998 Durata: - Origine: ITALIA Colore: -

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:PEARSON TELEVISIONE-RAITRE-CENTRO PRODUZIONE RAI DI NAPOLI

Distribuzione:-

TRAMA

Alberto Palladini è alla ricerca di suo figlio Gianluca che vive con la famiglia Poggi. Sonia Campo, la madre naturale del bambino, tenta di trarre il massimo vantaggio dalla situazione, conducendo un doppio gioco nei confronti dei Poggi e di Alberto. Nel momento in cui quest'ultimo scopre la verità, la storia assume le tinte inquietanti di un vero e proprio thriller (compreso il tentato omicidio di uno dei protagonisti) che mette l'uno contro l'altro vari personaggi della soap. Altra vicenda ricca di dramma e di pathos è quella legata ad Anna Boschi e all'incidente che rischia di compromettere la sua gravidanza. Ma la storia imbocca poi una direzione del tutto inattesa che segna una svolta radicale nella vita di Anna, di sua madre Maria, di Alessandro Palladini e del conte Tancredi. Sara, a seguito di una confessione pubblica in cui ha rivelato di aver preso parte a un film porno, vede compromessi i suoi rapporti con la sua manager Eleonora Palladini e con Michele Saviani. Anche tutti gli altri personaggi vivono storie importanti e drammatiche. Oltre al "gruppo storico", fanno il loro ingresso alcuni nuovi personaggi: tra gli altri, Delfina, una studentessa dell'Italia del nord che avrà problemi di ambientamento a Napoli: Goffredo, un investigatore privato tenero e irresistibile: Cristina una bellissima e rampante dirigente di una società finanziaria, che farà perdere la tesa a uno dei protagonisti. Promossa in prime-time dal 31 maggio 1999 la terza serie di "Un posto al sole" si caratterizza per una svolta verso il "dram", mentre sotto il profilo produttivo annovera un maggior numero di scene spettacolari e di action e vede svilupparsi le proprie trame in tutta Italia, da Torino a Palermo, da Roma a Venezia. E non solo. Una serie di episodi è ambientata a New York e interamente girata in esterni nella "Grande Mela".

CRITICA

Tutti sembrano vivere in appartamenti di proporzioni modeste - anche se in pieno centro di Napoli, poiché da ogni finestra si vede alternativamente o il Vesuvio o il Maschio Angioiono. In quegli appartamenti si vive un po' costretti: mai un momento di solitudine, di riflessione: nessuno legge, nessuno scrive, poiché gli altri, tanti, non ti lasciano mai solo un attimo. I due fuochi della vita familiare sono la cucina e il cesso. In cucina si mangia, anzi, quasi sempre, si è appena finito di mangiare. E davanti ai piatti sporchi si litiga, esattamente per le due stesse cose per cui si litigava nei film di Matarazzo: nell'ordine, soldi e corna. Il mondo che ci viene mostrato è un mondo di famiglie intombate in appartamenti. Tra loro comunicanti tramite telefono o con senza film: si telefona di continuo, dall'uno all'altro appartamento. Fuori non c'è niente a parte due gigantografie del Vesuvio e del Maschio Angioino. Non c'è aria, non c'è luce, soprattutto non c'è società, c'è un nulla, un non-spazio che si suppone i personaggi attraversino smaterializzandosi per andare da un appartamento all'altro, da una famiglia all'altra. Non esiste società appunto, c'è solo "'a famiglia". Un fine tratto, ispirato forse a Bunuel, è che quegli appartamenti sono una perenne scena di atti mancati, di desideri frustrati. Non si riesce mai a fare la cosa che si vuole. E, supremo tatto mancato, di alto valore simbolico, è che il maschio di casa, a causa di liti, disguidi televisori rotti, non riuscirà mai a praticare l'unico interesse che sembra animarlo oltre l'asfittico circolo familiare: guardare la partita in tv. (Luca Fontana, "Diario della Settimana" 17.11.1999)

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