SCHEDA FILM

Uccidete il vitello grasso e arrostitelo

Anno: 1969 Durata: 92 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Salvatore Samperi

Specifiche tecniche:TECHNISCOPE - TECHNICOLOR

Tratto da:-

Produzione:ENZO DORIA PER PRODIGIO FILM, MARS FILM

Distribuzione:PARAMOUNT

ATTORI

Maurizio Degli Esposti nel ruolo di Enrico Merlo
Jean Sorel nel ruolo di Cesare Merlo
Marilù Tolo nel ruolo di Verde
Gigi Ballista nel ruolo di Il medico
Pier Paolo Capponi nel ruolo di Detective
Noris Fiorina nel ruolo di Fidanzata di Cesare
Bernadette Kell nel ruolo di La mondana
Aleka Paizi
Franca Sciutto
Gianni Pulone
 
 

MONTAGGIO

Arcalli, Franco
 

SCENOGRAFIA

Longo, Gisella
 

COSTUMISTA

Longo, Gisella
 

TRAMA

Il giovane Enrico Merlo ha lasciato il collegio svizzero nel quale studiava, richiamato nella sua città dalla morte del padre. Cresciuto nell'affetto della madre, morta poi tragicamente, Enrico è sempre vissuto isolato dalla famiglia, lontano dal padre e dal fratello maggiore, Cesare il quale ha preso in mano l'azienda paterna restituendole vigore. Appena arrivato nella sua casa, alcuni indizi ed in particolare un colloquio che egli ha ascoltato non visto, fra il fratello e la cugina Verde, sua amante, lo convincono che il padre è stato ucciso da questi ultimi. Benché affascinato dalla personalità di Verde, nella quale gli sembra di veder rivivere la figura della madre, Enrico incarica un detective di reperire le prove del presunto assassinio perpetrato dai due amanti. Sarà però proprio lui, Enrico, a rinvenire una prova valida: il certificato di morte del padre redatto due giorni dopo la morte. Costretto a letto da una polmonite, Enrico si vede circondato dalle pressanti richieste di Cesare e Verde tendenti ad ottenere la consegna del compromettente documento. Tuttavia, il suo ostinato rifiuto lo condanna.

CRITICA

"La storia di una ricca famiglia corrotta e assetata di denaro resta limitata negli stretti limiti di una cupa vicenda, senza riuscire ad esprimere il simbolo di una società, come pare fosse nelle intenzioni dell'autore. Uno stile lento e decadente, mancanza di inventiva e fantasia, confusi richiami freudiani rendono il lavoro monotono, spesso fastidioso e di scarso interesse. Abbastanza aderente, invece, il commento musicale che, con il suo ossessivo ripetersi, riesce a rendere perfettamente il clima inquietante del racconto." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 68, 1970)

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