L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo2015

SCHEDA FILM

L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Anno: 2015 Durata: 124 Origine: USA Colore: C

Genere:BIOGRAFICO, DRAMMATICO

Regia:Jay Roach|John McNamara (II)

Specifiche tecniche:-

Tratto da:biografia "Dalton Trumbo" di Bruce Cook

Produzione:MICHAEL LONDON, JANICE WILLIAMS, SHIVANI RAWAT, MONICA LEVINSON, NIMITT MANKAD, JOHN MCNAMARA, KEVIN KELLY BROWN PER GROUNDSWELL PRODUCTIONS, INIMITABLE PICTURES, SHIVHANS PICTURES

Distribuzione:EAGLE PICTURES (2016)

ATTORI

Bryan Cranston nel ruolo di Dalton Trumbo
Diane Lane nel ruolo di Cleo Trumbo
Helen Mirren nel ruolo di Hedda Hopper
John Goodman nel ruolo di Frank King
Elle Fanning nel ruolo di Niki Trumbo
Michael Stuhlbarg nel ruolo di Edward G. Robinson
Louis C.K. nel ruolo di Arlen Hird
Adewale Akinnuoye-Agbaje nel ruolo di Virgil Brooks
David James Elliott nel ruolo di John Wayne
Alan Tudyk nel ruolo di Ian Mclellan Hunter
Dan Bakkedahl nel ruolo di Roy Brewer
Roger Bart nel ruolo di Buddy Ross
Christian Berkel nel ruolo di Otto Preminger
Peter Mackenzie nel ruolo di Robert Kenny
Dean O'Gorman nel ruolo di Kirk Douglas
Richard Portnow nel ruolo di Louis B. Mayer
Stephen Root nel ruolo di Herman King
Becca Nicole Preston nel ruolo di Mitzi Trumbo
Carlye McIntosh nel ruolo di Gladys Robinson
Garrett Hines nel ruolo di Andrew Hird
John Mark Skinner nel ruolo di Chris Trumbo
Johnny Sneed nel ruolo di Robert Stripling
Kate Kuen nel ruolo di Ethel
Madison Wolfe nel ruolo di Nikola Trumbo bambina
Mark Harelik nel ruolo di Ed Muhl
Mattie Liptak nel ruolo di Chris Trumbo adolescente
Mitchell Zakocs nel ruolo di Chris Trumbo bambino
Rick Kelly nel ruolo di John F. Kennedy
Toby Nichols nel ruolo di Chris Trumbo bambino
J.D. Evermore
 

SOGGETTO

Cook (II), Bruce
 

SCENEGGIATORE

McNamara, John
 
 

MONTAGGIO

Baumgarten, Alan
 

SCENOGRAFIA

Ricker, Mark
 

COSTUMISTA

Orlandi, Daniel

TRAMA

Negli anni Quaranta, Dalton Trumbo è uno tra gli sceneggiatori più pagati al mondo e scrive i testi di pellicole classiche di Hollywood come "Kitty Foyle-Ragazza innamorata", candidato agli Academy Award e "Missione Segreta". Presenza fissa nella scena sociale hollywoodiana, schierato con i sindacati e attivo politicamente per il riconoscimento dei diritti civili e della parità di retribuzione, Trumbo, insieme ai suoi colleghi, è chiamato a testimoniare di fronte al Comitato per le Attività Antiamericane (HUAC - House Un-American Activities Committee) nell'ambito dell'ampia indagine sulle attività comuniste negli Stati Uniti. Trumbo si rifiuta di rispondere alle domande della Commissione: per questo motivo riceve una condanna con arresto in una prigione federale che gli causa, tra le altre cose, anche l'ostilità della potente giornalista anti comunista Hedda Hopper. Nei successivi tredici anni, tutte le più importanti produzioni di Hollywood si rifiutano di far lavorare Trumbo, per paura d'essere associate alle sue opinioni politiche, percepite come estremiste. Costretto a vendere la sua casa ed emarginato da amici, colleghi e vicini, Trumbo fatica per mantenere la sua famiglia, scrivendo per lo più film a basso costo, sotto falso nome. Nonostante le difficoltà, non smette mai di combattere per quello in cui crede. Alla fine Trumbo otterrà la vittoria, quando la star Kirk Douglas e il regista Otto Preminger inseriscono il vero nome dello sceneggiatore sui loro rispettivi successi di botteghino, "Spartacus" ed "Exodus", chiudendo così di fatto il periodo delle liste nere.

CRITICA

"(...) era arduo trovare il tono per rievocare un personaggio così flamboyant, uno stakanovista del copione abituato a scrivere anche nella vasca da bagno e ad assumere droghe per mantenere i suoi forsennati ritmi di lavoro, senza perdere di vista l'epoca e l'ambiente. Per cui si può storcere il naso quanto si vuole (come ha fatto metà della critica Usa), ma l'idea del regista Jay Roach e dello sceneggiatore John McNamara di farne una commedia, è più che convincente. E se l'altra metà della critica Usa gli rimprovera di non aver premuto anche più sul pedale del comico, è segno che il film di Roach è forse imperfetto e un poco televisivo. Ma con tutte le sue forzature caricaturali, e quel gusto intimistico che nasce anche dalla collaborazione delle due figlie di Trumbo, 'L'ultima parola' riesce a rendere vivaci e comprensibili anche agli ignari sia il quadro storico che i protagonisti. Offrendo per giunta il primo, meritatissimo ruolo da Oscar a un Bryan Cranston semplicemente irresistibile nei panni del protagonista. (...) Una buona sceneggiatura esige qualche licenza, abbiamo visto di peggio in tanti film ispirati a 'storie vere'. Anzi, visto l'argomento, si trattava semmai di rendere ancora più espliciti i giochi tra verità e finzione. Ma non sottilizziamo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 febbraio 2016) "(...) Jay Roach mira alto con un racconto di curiosità cinefila dove sfila la Hollywood industriale di questa esecrabile «intermission», con casi di impressionante somiglianza, come Kirk Douglas che sdoganò Trumbo con la sceneggiatura di 'Spartacus', non a caso storia di uno schiavo ribelle, seguito da 'Exodus' di Preminger. Bravo Bryan Cranston (...) che, di esemplare misura, non fa di Trumbo un santino, mentre Helen Mirren offre l'isteria mondana e gossip di Hedda Hopper: nulla è caduto in disuso, meno che mai la macchina del fango." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 11 febbraio 2016) "Un biopic che schiera, intorno al protagonista, 'vecchie facce familiari' della golden-age hollywoodiana: che tanto d'oro, poi, non era. (...) Se la sceneggiatura di John McNamara non dà sufficiente spazio alla 'caccia alle streghe' ne dà fin troppo, invece, alla vita familiare dello sceneggiatore. Malgrado la persecuzione del quale il film ribadisce l'ideologia della 'success story': alla fine Trumbo ottiene giustizia perché è bravo e, sotto falso nome, ha vinto due Oscar. Buona l'interpretazione di Bryan Cranston, noto soprattutto per la serie tv 'Breaking Bad'." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 11 febbraio 2016) "Piacerà a chi va in cerca della bella recitazione. Bryan Cranston (...) è grandioso come Trumbo e John Goodman dilaga nei panni del provvidenziale producer King. Ma è Helen Mirren a far la parte della leonessa nel ruolo della pestifera pettegola di Hollywood Hedda Hopper. Gli attori sono grandi, ma il regista Jay Roach non se li merita molto. Non è tutta colpa sua del resto. E' il soggetto che ormai non coinvolge più di tanto (non scuote noi che c'eravamo all'epoca dei fatti, figuriamoci gli spettatori più giovani). (...) Tra i vari amarcord che Hollywood può mettere in scena per rievocare i suoi tempi antichi questo è tra quelli maggiormente coperti di polvere." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 febbraio 2016) "La storia di Dalton Trumbo (...) è nota, ma la caratterizzazione data al personaggio dallo strepitoso Bryan Cranston vale da sola il prezzo del biglietto." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 11 febbraio 2016)

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