Tot? e i re di Roma1951

SCHEDA FILM

Totò e i re di Roma

Anno: 1951 Durata: 104 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:COMICO

Regia:Mario Monicelli|Steno

Specifiche tecniche:-

Tratto da:ispirato ai racconti "La morte dell'impiegato" e "Esami di promozione" di Anton Cechov

Produzione:GOLDEN FILM, HUMANITAS FILM

Distribuzione:TITANUS - FONIT CETRA VIDEO

ATTORI

Totò nel ruolo di Ercole Pappalardo
Anna Carena nel ruolo di Armida Pappalardo
Giovanna Pala nel ruolo di Ines
Anna Vita nel ruolo di La figlia maggiore di Ercole
Eva Vanicek nel ruolo di Susanna, figlia di Ercole
Ada Mari nel ruolo di La figlia minore di Ercole
Ernesto Almirante nel ruolo di "Il Padreterno"
Alberto Sordi nel ruolo di Il maestro elementare
Giulio Stival nel ruolo di Sua Eccellenza Langherozzi
Lilia Landi nel ruolo di Contessa al Teatro Sistina
Gianni Glori nel ruolo di Giorgio
Aroldo Tieri nel ruolo di Petrucci
Giulio Calì nel ruolo di Suonatore di tromba
Marisa Fimiani nel ruolo di Squillo al Teatro Sistina
Francesca Pietrosi nel ruolo di Squillo al Teatro Sistina
Emilio Petacci nel ruolo di Filippini
Ines Marchesini nel ruolo di Signora Sconocchia
Giulio Battiferri nel ruolo di Guardiano dell'Olimpo
Armando Annuale nel ruolo di Orchestrale
Mario Maresca nel ruolo di Trifossi
Eduardo Passarelli nel ruolo di Maestro esaminatore
Paolo Ferrara nel ruolo di Maestro esaminatore
Pietro Carloni nel ruolo di Capoufficio Capasso
Nino Milano nel ruolo di Impiegato allo sportello 9
Amedeo Girard nel ruolo di Usciere dell'albergo
Alfredo Ragusa
Amerigo Santarelli
Celeste Almieri Calza
Eugenio Galafini
Gorella Gori
Mario Castellani
Mimmo Poli
Nino Marchetti
Rio Nobile
 

SCENEGGIATORE

, Steno
Monicelli, Mario
 

MUSICHE

Rota, Nino
 

MONTAGGIO

Novelli, Adriana
 

SCENOGRAFIA

Tavazzi, Alberto
 

COSTUMISTA

Papi, Giuliano

TRAMA

Ercole Pappalardo, archivista capo di un Ministero, sposato con cinque figlie, si trascina in un'esistenza grama, tra preoccupazioni e ristrettezze economiche, confortato dalla speranza di una promozione. Ma una sera, mentre si trova nella galleria di un teatro, gli accade di fare uno starnuto formidabile e la fatalità vuole che l'abbondante secrezione vada a colpire il cranio del suo Direttore Generale, seduto in platea, facendolo uscire dai gangheri. Come se ciò non bastasse, il risentimento del superiore viene ancora acuito da un maledetto pappagallo, che allevato da Ercole, gli ripete le invettive imparate dal padrone. Per sbarazzarsi di lui, il Direttore, avendo scoperto che Ercole non ha la prescritta licenza elementare, l'obbliga a dare l'esame. Poiché viene bocciato, Ercole perde l'impiego. Disperato, decide di morire, con il proposito di apparire poi in sogno a sua moglie per indicarle cinque numeri che la facciano vincere al lotto. All'Olimpo è costretto a comperare i numeri alla borsa nera, ma sono veramente i numeri giusti e la sua famiglia diventa ricca. Arrestato per l'irregolarità commessa, Ercole viene portato al cospetto del Padreterno: ma quando apprende che è stato un impiegato statale, gli dice: "Allora, meriti il Paradiso!". Tutto questo però è solo un sogno...

CRITICA

"Il film non manca di brio ed è arricchito da trovate originali e spunti di felice satira." ('Segnalazioni cinematografiche, vol. 32, 1952) "Steno e Monicelli hanno ridotto molto liberamente le due novelle di Cechov 'Esami di promozione' e 'La morte di un impiegato' e hanno affidato al nostro miglior comico, Totò, il compito di vivere il personaggio dello statale che si uccide perché, non avendo la licenza elementare, non può continuare ad occupare un posto che ha da trent'anni. (...) I motivi di critica e di satira erano evidenti: tanto evidenti che la censura governativa ha infierito, dicono, imponendo tagli e modifiche. Ad esempio è stato imposto di modificare il suicidio dell'impiegato in un brutto sogno. In queste condizioni non è possibile dare un giudizio dell'opera, che risulta diseguale, frammentaria, ma con alcuni brani esemplari (come quello dell'esame che Totò sostiene senza successo)". (Vice, 'Cinema Nuovo', 1 gennaio 1953)

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