Titanic1997

SCHEDA FILM

Titanic

Anno: 1997 Durata: 195 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:James Cameron

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:JAMES CAMERON, JON LANDA PER LIGHTSTORM ENTERTAINMENT, TWENTIETH CENTURY FOX FILM CORPORATION, PARAMOUNT PICTURES

Distribuzione:TWENTIETH CENTURY FOX (1998, 2012); QMI STARDUST (2018) - DVD e BLU-RAY: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

ATTORI

Leonardo DiCaprio nel ruolo di Jack Dawson
Kate Winslet nel ruolo di Rose De Witt Bukater
Billy Zane nel ruolo di Cal Hockley
Kathy Bates nel ruolo di Molly Brown
Frances Fisher nel ruolo di Ruth Dewitt Bukater
Gloria Stuart nel ruolo di Rose Dawson Calvert
Bill Paxton nel ruolo di Brock Lovett
Bernard Hill nel ruolo di Comand. E.J.Smith
Suzy Amis nel ruolo di Lizzy Calvert
Nicolas Cascone nel ruolo di Bobby Buell
Victor Garber nel ruolo di Thomas Andrews
Lewis Abernathy nel ruolo di Lewis Bodine
Jonathan Hyde nel ruolo di Bruce Ismay
Danny Nucci nel ruolo di Fabrizio
David Warner nel ruolo di Spicer Lovejoy
Eric Braeden nel ruolo di John Jacob Astor
Charlotte Chatton nel ruolo di Madeleine Astor
 

SOGGETTO

Cameron, James
 

SCENEGGIATORE

Cameron, James
 

MUSICHE

Horner, James
 

SCENOGRAFIA

Lamont, Peter
 

COSTUMISTA

Scott, Deborah Lynn

TRAMA

Il transatlantico Titanic, considerato un gioiello tecnologico - viene pubblicizzato come 'inaffondabile' - è il più lussuoso piroscafo da crociera mai realizzato. Il 10 aprile 1912 salpa dall'Inghilterra con oltre 1500 passeggeri a bordo per il suo viaggio inaugurale. I viaggiatori, come era uso consolidato, sono collocati in tre classi, riflesso delle differenze sociali. Ma il destino porta ad annullare queste differenze tra Rose De Witt Bukater (rappresentante dell'alta borghesia americana, soffocata dal peso dei ruoli e dagli obblighi della società) e Jack Dawson, giovane disegnatore libero e indipendente, passeggero di terza classe. Rose è promessa sposa a Cal Hockley, erede di grandi fortune, e su questo matrimonio la madre di Rose punta per risollevare le ormai precarie condizioni economiche della famiglia. I contrasti sono forti, a Rose la conoscenza di Jack ha fatto intravedere un nuovo modo di vivere la vita, cui non vuole rinunciare. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile, il Titanic entra in collisione con un iceberg e comincia ad imbarcare acqua. A poco a poco, l'enorme nave si spezza in due tronconi, e i passeggeri, nel panico totale, cercano rifugio sulle scialuppe. Non c'è posto per tutti, e moltissimi muoiono annegati, tra cui Jack. 85 anni dopo, un cacciatore di tesori cerca di ricostruire quegli eventi e, inaspettatamente, può utilizzare la testimonianza di Rose stessa, che alla tv ha assistito alle fasi dei lavori di ricerca.

CRITICA

"Emozionante kolossal romantico-avventuroso, ovviamente oceanico, che scala le classi sociali fondendo epica, melodramma e effetti speciali, meritandosi lassù sulla tolda 14 nomination e addirittura 11, eccessivi, Oscar (tra cui quelli al film e alla regia di James Cameroon). A bocca asciutta l'efebico Leonardino Di Caprio e la matronale Kate Winslet". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 aprile 2001) "'Titanic' tutta la vita. Ovviamente, solo in termini cinematografici. Cuore impavido di James Cameron, il cineasta hollywoodiano senza-frontiere dentro e fuori sala, non si dava pace finché il suo più struggente capolavoro non diventasse 'tecnologicamente' degno del successivo, il rivoluzionario 'Avatar'. Ed eccola, a cent'anni esatti dal naufragio e a 14 da quel 1998 che segnò il cinema per sempre, la tragedia dell''inaffondabile' in superba tridimensione. Un lavoro di ottiche senza precedenti su quasi 300mila fotogrammi compiuto in 570mila ore/uomo. Ma se oggi - proprio grazie a Cameron - siamo avvezzi alle tecno-eccellenze, non ci aspettavamo che 'l'effetto Titanic' fosse ancora così umido e tagliente." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 5 aprile 2012) "Secca ripetersi, ma finché usciranno kolossal convertiti in 3D, toccherà farlo. Come non diciamo solo noi, ma anche registi con l'esperienza di Joe Dante (e come, quando realizzò 'Avatar', sosteneva lo stesso Cameron), una cosa è un film pensato per il 3D, altra cosa la conversione stereoscopica di un film girato a due dimensioni. (...) Pur realizzata con una quantità di software sempre più evoluti, la versione tridimensionale della storia d'amore di Jack e Rose sullo sventurato transatlantico non è un 'altro' film rispetto a quello del 1997. Gli esperti di computer si sono - giustamente - concentrati più sulla profondità degli spazi visivi che sugli effetti di 'uscita dallo schermo' delle immagini. Valorizzando ulteriormente le ottime scenografie di bordo di Peter Lamont che, del resto, avevano già fruttato al film uno dei suoi 11 Oscar. Forse ci sbaglieremo, ma il neo Titanic sembra destinato non tanto alla sala, quanto al mercato dei televisori 3D." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica, 6 aprile 2012) "A 15 anni dall'uscita che consacrò due divi e un regista, torna il 'Titanic' in 3D e conferma d'essere un film che spettacolarmente resiste al tempo ed ha una scansione ragionata di eventi: grazie a un incastro perfetto di romanticismo e catastrofico in 194' non si guarda mai l'orologio. Il 3D certo aggiunge meraviglia e tangibile suspense, nell'immersione iniziale e nella tragedia finale, ma il film anche in 2D ha una solidità d'impianto narrativo oggi irripetibile. Di Caprio e Winslet belli e con l'anima." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 6 aprile 2012) "Non pensate di averlo già visto. E' uguale, ma è totalmente diverso. Certo, come scrisse il «New Yorker» 'Titanic' resta il kolossal degno di Griffith per l'ambizione spettacolare e di Cocteau per il poetico rovesciamento che tramuta il «piroscafo dei sogni» in un pianeta d'incubo. Costò 200 milioni di dollari il primo, nell'anno 1997. Con altri 15 è stato compiuto oggi, in occasione del centenario della grande tragedia navale che inabissò quasi 2 mila persone (e dopo la catastrofe delle twins, e dopo la Costa Crociere), un restauro-rifacimento-raddoppiamento d'immagine, fotogramma su fotogramma, che ne ha spazializzato, «cubizzato», il blocco tempo-azione, unità minima di significato del cinema, e non solo. Il nostro sguardo sarà infatti, adesso, forse meno libero di gironzolare sullo schermo e sul ponte del transatlantico, ma la nostra 'distrazione concentrata' certamente sarà gratificata di più, e dolcemente e atrocemente guidata. L'effetto è simile al film raccontato da un qualunque regista in 'voice over', nei dvd più curati. (...) Come se Cameron ci indicasse a dito il perno della scena, quel che voleva evidenziare e mettere in primo piano (...) Grande storia d'amore e nello stesso tempo perfetto spaccato (è la parola giusta) del clash di classe e del ciclo dell'immigrazione negli Usa. Come leggere Richard Boyer-Herbert Marais, 'Storia del movimento operaio' negli Stati Uniti (...). Ecco chiarire perché in un film qualcosa si mette in primo piano e altro in secondo o terzo aiuta allo sguardo critico. Anche nella 'visione' esiste la prima classe e la terza. E spesso cancelli di ferro bloccano il fluido passaggio... Dobbiamo sbarazzarcene. (...) Adesso il 3D ci fa entrare dentro la cabina del 'Titanic'. Tutti i personaggi ci sono più vicini. Li amiamo e odiamo con più intensità. Vediamo la loro fine con più orrore..." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 6 aprile 2012) "C'è poco da fare, la prima cosa che salta in mente è 'l'inchino' acquatico tributato recentemente, anziché a un iceberg dell'Atlantico, a un'isoletta del Mediterraneo. Se i capricci del fato continuano a incalzare 'Titanic', la domanda clou è quella che tutti si pongono: giova o meno alla riedizione il bonus del 3D? Nonostante la diffidenza iniziale, pensiamo che Cameron abbia fatto la cosa giusta non solo preservando la vividezza e la pulizia della (re)visione dall'oscuramento provocato dagli occhialini, ma soprattutto potenziando il già impressionante realismo delle riprese drammatiche e spettacolari. (...) il kolossal miscela due corsie narrative, quella del disastro connesso alla presunzione d'onnipotenza dell'Occidente che entra nell'era industriale e quella furia degli amanti che smaschera la stupidità e trasgredisce i tabù di una società ingessata e classista. La prima conferma lo stile di Cameron, che punta a una magniloquenza ispirata a Griffith, Reming, Kubrick, Spielberg. La propensione per il virtuosismo degli effetti speciali non contraddittoria rispetto al classicismo di quei maestri, perché la sua ossessione e la sua mitografia s'incarnano nella tematica della macchina. La quale non è un semplice supporto narrativo, bensì una chiave poetica congeniale: come si percepisce in 'Titanic' e si percepiva in 'Terminator', 'Aliens' o 'The Abyss', del resto, non solo il personaggio, ma anche lo stesso artista rischia d'essere distrutto dall'opera di creazione, dal moloch che dovrebbe servirlo. Il tripudio d'emozioni suscitate dal connubio tra la ragazza repressa dal proprio censo e l'artistoide senza tetto né legge non fa altro, invece, che vidimare con aggiornato relativismo lo stile di vita e il costume sociale fatti propri dalle nuove generazioni già da decenni." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 6 aprile 2012) "La scommessa è di quelle impegnative: replicare, in questi tempi difficili per il grande schermo, l'enorme successo della 'prima volta'. A cento anni dall'affondamento del leggendario transatlantico e a quindici dal suo varo cinematografico il 'Titanic' di James Cameron torna nelle sale, questa volta in 3D, e sfida se stesso. (...) Che il film 'Titanic' sarebbe stato un evento all'inizio lo capirono in pochi, mentre in tanti gridavano al flop. E invece... Invece 'Titanic', capace di riscrivere la storia di Hollywood, è stato il film che ha più incassato nella storia del cinema (un miliardo e 850 milioni di dollari), fino all'arrivo di 'Avatar' che gli ha sottratto il primato. (...) Dopo quindici anni il grande sogno di Cameron potrebbe ancora inchiodare sulla poltrona chi nel 1998 era uscito dalla sala frastornato, esaltato, convinto di essere davvero stato a bordo dello sfortunato transatlantico, ma anche un'intera generazione che non ha mai visto 'Titanic' in sala. Merito di una straordinaria e romanticissima storia d'amore che non ha subito le ingiurie del tempo, ma anche del 3D che ha reso le immagini decisamente più smaglianti e spettacolari. Per riconvertirlo alla terza dimensione ci sono voluti 18 milioni di dollari e 60 settimane, ma il risultato è più che soddisfacente. Se l'operazione funzionerà al botteghino, potrebbe aprire la strada alle riedizioni in 3D di molti altri classici. Ma forse la forza del film, che arriva nel bel mezzo delle celebrazioni, sta proprio nel suo messaggio universale, nel monito contro l'arroganza degli uomini che troppo confidano nella tecnologia e troppo poco nel cielo." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 6 aprile 2012) "Grazie a un'implacabile macchina pubblicitaria giocata sul centenario del fatale naufragio e sui resoconti della recente immersione di James Cameron nella Fossa delle Marianne, non c'è persona sul pianeta che non sappia dell'uscita in 3D di 'Titanic', 11 Oscar vinti. Se la riedizione andrà ad arricchire ulteriormente il suo botteghino ultra miliardario non siamo in grado di dirlo, ma a distanza di 15 anni il film non ha perso un colpo. Lungi dal risultare una spolveratura di nuova tecnologia a fini lucrativi, il 3D qui appare connaturato, come fosse già anticipato dalla geniale regia di Cameron; e di certo c'è che, a rivederlo sul grande schermo, questo blockbuster, fra catastrofista e dirompente mélo sentimentale, si conferma un capolavoro della Settima Arte." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 6 aprile 2012) "Che la salvezza degli incassi annuali debba passare dalla riproposizione, con l'aggiunta del 3D, di vecchi film, appare molto triste. Come il fatto che la gente preferisca di gran lunga rivedersi in sala, pur con la novità degli occhialini, pellicole che hanno sulle spalle decine di passaggi televisivi, preferendoli a lungometraggi nuovi. E' accaduto anche nell'ultimo fine settimana che ha consacrato al primo posto il 'Titanic' in 3D di Cameron. Un filmone, sia chiaro, destinato all'immortalità. Ma datato 1997." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 13 aprile 2012)

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