3 Days to Kill2013

SCHEDA FILM

3 Days to Kill

Anno: 2013 Durata: 117 Origine: USA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:McG

Specifiche tecniche:ARRI ALEXA PLUS, D-CINEMA (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:LUC BESSON, ADI HASAK, RYAN KAVANAUGH, MARC LIBERT, VIRGINIE SILLA PER EUROPACORP, RELATIVITY MEDIA

Distribuzione:EAGLE PICTURES (2014)

ATTORI

Kevin Costner nel ruolo di Ethan Renner
Amber Heard nel ruolo di Vivi Delay
Hailee Steinfeld nel ruolo di Zooey Renner
Connie Nielsen nel ruolo di Christine Renner
Tómas Lemarquis nel ruolo di L'Albino
Richard Sammel nel ruolo di Il Lupo
Marc Andréoni nel ruolo di Mitat Yilmaz
Bruno Ricci nel ruolo di Guido
Jonas Bloquet nel ruolo di Hugh
Rupert Wynne-James
Eriq Ebouaney nel ruolo di Jules
Joakhim Sigue nel ruolo di Abbate
Alison Valence nel ruolo di Sumia
Big John nel ruolo di Louis
Michaël Vander-Meiren nel ruolo di Jacques
Shane Woodward nel ruolo di Agente Axel
Maï Anh Lê nel ruolo di Yasmin
Omid Zader nel ruolo di Sergei
 

SOGGETTO

Besson, Luc
 

SCENEGGIATORE

Besson, Luc
Hasak, Adi
 
 

MONTAGGIO

Simonaud, Audrey

TRAMA

Lo spregiudicato e pericoloso agente della CIA Ethan Renner, nel corso della propria vita e della propria carriera - tra l'altro ormai prossima alla fine - si è dedicato più ai delinquenti che alla sua famiglia. Ora, però, ha deciso di tagliare i ponti con il rischio per provare a riallacciare il rapporto con la moglie Christine e la figlia Zooey, fino a quel momento tenute a distanza di 'sicurezza' dal pericolo a Parigi. Tuttavia, quando la misteriosa Vivi gli fa un'offerta irrinunciabile, Ethan cercherà di portare a termine un'ultima missione, superando le due prove più difficili della vita: scovare il terrorista più spietato sulla faccia della terra e restare solo con Zooey per la prima volta in dieci anni, mentre Christine è fuori città.

CRITICA

"Tra una corsa parigina in auto contro ogni codice della strada e qualche bon ton sentimental familiare per ingraziarsi l'adolescente e il suo amichetto e farle venire l'Edipo in ritardo, Costner se la cava ancora bene pure con un pizzico, forse involontario, di humour da ex cowboy. Ma proprio nel rispetto delle regole - il papà divo agé che trova la figlia in Francia come accaduto di recente a Neeson, Jude Law, De Niro - il film mantiene le postazioni con la presenza di tre figure femminili intorno al sicario Kevin impassibile alla legge morale che non è dentro di lui: due sono di famiglia, post divorzio, ma Amber Heard fa di tutto per farsi notare, anche una maxi iniezione per niente rassicurante tre giorni prima di Natale. Molto brava nelle sue paure prequel maturità, Hailee Steinfeld (strepitosa nel 'Grinta' dei Coen) che fa in tempo a innamorarsi in ritardo di quel padre dalla tosse stizzosa che le insegna a colpire col destro e che la madre (Connie Nielsen) aveva lasciato senza farsi pregare. Il contrasto tra il dovere (...) e il piacere di ritrovare il passato quando si ha così poco futuro, non impensierisce più di tanto il regista delle 'Charlie's Angels' Joseph McGinty Nichel. Che obbedisce agli ordini del produttore sceneggiatore Luc Besson sempre con l'idea fracassona ma con riserva di ripetere il colpo grosso di 'Nikita', rinverdire il noir con intrighi di spie e stuntmen all'americana, trovando il tempo di ironizzare su 'Brokeback Mountain', costringendo Costner, spaccone con venatura romantica alla Tony Pagoda, a cantare al telefono 'Happy birthday' mentre volano auto e scoppiano bombe." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 giugno 2014) "Tra uno spot del tonno e un altro, Kevin Costner torna sul grande schermo con un film che assembla il repertorio della spy-story con quello della commedia familiare. (...) Co-sceneggiato dal regista e produttore Luc Besson, assieme ai generi il film mischia anche i toni del racconto: sequenze d'azione (scazzottate, inseguimenti d'auto, esplosioni) si alternano con scene a vocazione umoristica. Se è vero che così ciascuno può gustarsi le parti che preferisce, l'amalgama non si può dire troppo riuscito." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 5 giugno 2014) "Nell'identità di produttore e sceneggiatore Besson predilige riesumare divi hollywoodiani passatelli per inserirli in film d'azione bizzarramente trendy. Il proposito gli riesce abbastanza bene con 'Three Days to Kill' firmato dal regista di 'Charlie's Angels' che usa lo pseudonimo McG, in cui l'ancora baldo Costner è un agente della Cia gravemente malato ritiratosi a Parigi per godersi una buona volta i trascurati affetti domestici. (...) Si capisce subito che il thriller appartiene alla categoria dei prodotti futili e implausibili, ma non si può prevedere, al contrario, come la miriade di scene madri, digressioni e acmi adrenaliniche scorra dall'inizio alla fine come un treno sullo schermo. A parte un inseguimento automobilistico parigino da antologia del genere, infatti, l'ardito accumulo di dramma, romanticismo e commedia finisce per rendere il gioco particolarmente distensivo e scoppiettante." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 5 giugno 2014) "Kevin Costner non è più quello di 'Balla coi lupi'. Gli anni, del resto, passano per tutti. È un po' appesantito, con i capelli in disordine, quasi nascondesse una parrucca, ma il suo personaggio è sempre scattante e ardimentoso e quando fa a pugni mette k.o. tutti i suoi avversari anche se di numero spropositato. (...) La storia, forse perché si svolge per intero a Parigi, l'ha scritta il noto regista francese Luc Besson che in linea con certi suoi thriller d'azione anni Novanta ('Nikita', 'Leon') ha ritenuto di poter vestire dei climi giusti le avventure dell'agente segreto, via via però che l'azione procedeva, il rapporto padre e figlia gli ha preso la mano o ha pensato invece che proprio quello bisognava tenere in primo piano, ecco così Costner-Ethan alternare pugni e sparatorie con le sue ambasce di padre finendo per privilegiare soprattutto quelle. La regia di McG (un acronimo di cui si serve da sempre Joseph McGinty) ha messo anche in evidenza le pagine concitate aggiungendovi qua e là anche quegli sprazzi d'umorismo che aveva già introdotto con successo in alcuni dei suoi film precedenti quali 'Charlie's Angels' e 'Charlie's Angels più che mai', così anche se i grovigli spesso tesi e ansiosi della trama sono portati in alcuni momenti addirittura al diapason, in filigrana possono intuirsi, anche situazioni esposte quasi con accenti beffardi. In mezzo, appunto, Kevin Costner che, nonostante lo inducano quasi a comportamenti eroici; (anche lui, come agente segreto, deve salvare il mondo) sembra trovarsi più a suo agio nei panni di un papà in trasferta a Parigi per ragioni familiari. Quanto a Parigi ce n'è tanta, in modo da soddisfare le platee americane, ma i parigini forse avranno riso vedendo quell'inseguimento violentissimo per le vie del centro. E i flics dov'erano?" (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo - Roma', 5 giugno 2014) "Del francese Luc Besson - produttore, regista, sceneggiatore impostosi sulla scena internazionale - conosciamo la divertita ironia con cui ama imbastire vicende che non stanno né in cielo né in terra. Tuttavia '3 Days to Kill' (diretto, su copione di Besson, dal professionale McG) quanto a plausibilità supera ogni aspettativa. (...) La sconcertante miscela si regge in piedi sul carisma di Costner, il quale alla vigilia dei 60, voce arrochita e viso dolcemente segnato, regala a Ethan il fascino e la limpidezza di sguardo che gli sono propri." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 5 giugno 2014) "C'è quella volpe di Luc Besson come produttore e sceneggiatore per cui ecco un thriller d'azione spiritoso (...), femminista (maschio comandato e giudicato dalle donne), adrenalinico e scoppiettante (...). Bel cast con Costner sornione al punto giusto nel ruolo di star recuperata a un passo dall'oblio (come accadde al Neeson del superiore bessoniano 'Io vi troverò'). La rottamazione per lui è rimandata." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 giugno 2014) "Strano destino per questo '3 Days to Kill', stroncato in modo esagerato da buona parte di una stampa Usa (...) che ha preso troppo sul serio un film che, invece, ha la capacità di sapersi prendere in giro nei momenti giusti. Del resto, pensare di fare un serio film action con il quasi sessantenne Kevin Costner era impensabile, per non dire ridicolo. Meglio giocarci attorno, come nel recente 'Cose Nostre - Malavita', la pellicola con De Niro in divertente versione di mafioso sotto copertura, non a caso diretta da quel Luc Besson che qui, invece, firma il soggetto, da par suo. Per carità, ci sono tante forzature e molte risate nascono in modo involontario; però, siamo ormai in estate e la gente, in sala, ha, soprattutto, voglia di evadere e rilassarsi. (...) Alla fine, è proprio la vena comica la più riuscita. Il thriller è imbarazzante, ma ci si può passare sopra. Si è visto di peggio e senza prendersi volutamente in giro." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 5 giugno 2014)

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