The Wrestler2008

SCHEDA FILM

The Wrestler

Anno: 2008 Durata: 105 Origine: USA Colore: C

Genere:AZIONE

Regia:Darren Aronofsky

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:DARREN ARONOFSKY SCOTT FRANKLIN ERIC WATSON E MARK HEYMAN PER PROTOZOA PICTURES, SATURN FILMS

Distribuzione:LUCKY RED (2009) - DVD E BLU-RAY: LUCKY RED HOME VIDEO (2009)

ATTORI

Mickey Rourke nel ruolo di Randy 'The Ram' Robinson
Marisa Tomei nel ruolo di Cassidy
Evan Rachel Wood nel ruolo di Stephanie
Judah Friedlander nel ruolo di Scott Brumberg
Giovanni Roselli nel ruolo di Shawn McPride
Todd Barry nel ruolo di Wayne
Ernest Miller nel ruolo di L'Ayatollah
Gregg Bello nel ruolo di Larry Cohen
Ron Killings nel ruolo di Ozzie D.
Wass M. Stevens nel ruolo di Nick Volpe
Elizabeth Wood nel ruolo di Melissa
Dylan Keith Summers nel ruolo di Hellbilly
Mike Miller nel ruolo di Lex Lethal
Tom Faria nel ruolo di Tommy Rotton
Andrea Langi nel ruolo di Alyssa
John D'Leo nel ruolo di Adam
Mark Margolis nel ruolo di Len
Vernon Campbell nel ruolo di Big Chris
 

SCENEGGIATORE

Siegel, Robert D.
 

MUSICHE

Mansell, Clint
 

MONTAGGIO

Weisblum, Andrew
 

SCENOGRAFIA

Grimes, Tim
 

COSTUMISTA

Westcott, Amy

TRAMA

L'ex campione di wrestling Randy Robinson, detto "l'Ariete", vent'anni dopo la sua gloriosa carriera sul ring, sbarca il lunario esibendosi nelle palestre e nei centri ricreativi sociali del New Jersey e degli stati confinanti. Quando però nel bel mezzo di un incontro viene colto da un attacco di cuore, il medico lo esorta a smettere. Costretto al ritiro forzato, Randy inizia a riflettere sulla propria vita e sugli errori commessi. Ma la passione per il wrestling lo porta nuovamente a combattere, rischiando la vita, contro un vecchio avversario.

CRITICA

"Il regista Darren Aronofsky col suo 'The Wrestler' inietta finalmente adrenalina pura nel pubblico della Mostra che va in visibilio e porta in trionfo un attore che le prende e le dà, da sempre, nella vita e nel cinema come il suo Randy Robinson. Mickey Rourke si mostra gigante, uno Zampanò coraggioso, umiliato e offeso mascherato da re del wrestling che prende a calci e pugni se stesso e il destino. Rourke tra perdizione e resurrezione ha il coraggio di mettere in gioco tutto; pochi ex divi hollywoodiani l'hanno fatto, perché Randy è Mickey, quando al culmine della carriera agli inizi '90 tra 'Rusty il selvaggio', 'Nove settimane e ½' e 'Angel Hearth' inizia a perdersi e a perdere tutto. Soldi, notorietà e faccia. Quella che deciderà di giocarsi sul ring, pugile professionista a 39 anni conosciuto come El Marielito. Per tre anni, solo combattimenti. Oggi Rourke con questa prova d'attore straordinaria ha tutte le carte in regola per regalare altre sculture cinematografiche e, ci auguriamo, per aggiudicarsi un riconoscimento a Venezia". (Leonardo Jattarelli, 'Il Messaggero', 6 settembre 2008) "Tutto procede come da copione, con punte di una convenzionalità esasperata - eppure gradevole - quando il bestione, con i lunghi capelli ossigenati racchiusi in una cuffietta e le manone tuffate tra insalate e formaggi, si mette a fare per sopravvivere il commesso al bancone della rosticceria. Nessuno crede che resisterà al richiamo della folla adorante e, infatti, 'The Wrestler' non si fa mancare nulla e punta dritto alla scelta funesta di Randy d'inscenare la pamtomima della rivincita con il collega panzone travestito da arabo e soprannominato l'Ayatollah. Musica tonitruante, inquadrature ad altezza di botta in testa, dialoghi strappalacrime, un po' di sesso alla cocaina, odori di spogliatoio tra olio e disinfettante: nel corso di una visione prevedibile, s'affermano il piacere proibito di una risata e il doveroso slancio d'ammirazione per il vecchio, simpaticissimo Mickey". (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 6 settembre 2008) "A spegnere la luce del concorso, se non ancora della Mostra, è arrivato Darren Aronofsky con 'The Wrestler'. Con più logica la luce avrebbe dovuto accenderla, perché il film fa dimenticare le velleità di 'The Fountain', col quale Aronofsky era giunto al Lido due anni fa. Merito suo e di Mickey Rourke aver dato alla Mostra uno spasmo terminale che la rende meno brutta. Come Lottatore di mezz'età Rourke offre una delle migliori prove di una carriera altalenante. Circa vent'anni fa s'era dato al pugilato, salendo otto volte sul ring e scendendone imbattuto come atleta, ma sfigurato e soprattutto dimenticato come divo. Il suo film 'Homeboy' ne era stato una prefigurazione. Diceva Drieu: 'I falliti, che uomini meravigliosi!'. Più meravigliosi gli ex falliti, che possono vantarsi: 'Solo chi cade può risorgere'. È con quest'aura che Rourke ('L'anno del dragone', '9 settimane e ½', 'Angel Heart...') è stato accolto". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 6 settembre 2008) "E' la classica storia dell'ex campione che tira avanti in match di contorno meditando il grande ritorno; nel frattempo si lecca le ferite, tenta di riconciliarsi con la figlia, intrattiene un'altalenante relazione con una spogliarellista (Marisa Tomei, bravissima) anch'essa piena, nel cuore, di cicatrici. Un film 'già visto' (Aronofsky cita con deferenza 'Fat City' di Huston, ma i precedenti sarebbero millanta) basato sull'identificazione personaggio/attore". (Alberto Crespi, 'L'Unità', 6 settembre 2008) "Aronofsky passa dal dramma cabalistico 'P greco', che lo lanciò nel 1998 al Sundance, allo psichedelico new age di 'The Fountain' e adesso ci lascia come ricordo del Lido 2008 quest'amaro tributo d'amore ai 'loosers'". (Mariuccia Ciotta, 'Il manifesto', 6 settembre 2008) "Una certa nostalgia per i tempi trionfanti del 'wrestler' la si avverte nel buon film di Darren Aronosfky interpretato da Marisa Tomei e dal redivivo Mickey Rourke". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 6 settembre 2008) "Con una grande e lunga chioma fintobionda, con le alterazioni della faccia procuratosi nei tre anni un cui ha fatto il pugile professionista, con il soprannome di Marielito, Rourke nella parte del relitto umano è bravo e commovente. L'ultimo film della 65° Mostra, nulla di speciale, è interessante nella sua minuziosa descrizione dell'ambiente del wrestling: i trucchi, gli accordi tra lottatori avversari, l'uso della pistola sparachiodi, il modo per cominciare falsamente a sanguinare ed eccitare il pubblico, i costumi che danno splendore e mettono paura". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 settembre 2008) "Aronofsky prende un tema classico del cinema americano (la triste deriva degli sconfitti, qui un lottatore di wrestling sulla cinquantina) per declinarlo con abilità e un giusto mix di emozioni. E nei panni del protagonista condannato a tornare sul ring dalla propria incapacità di adattarsi alla vita quotidiana, Mickey Rourke offre una prova da grande attore, convincente e commovente". (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 6 settembre 2008) "Partenza originale nel mondo rozzo, leale e affettuoso dei lottatori di wrestling. Ma si scivola nella convenzione quando il vecchio campione, buffonesco e acciaccato come Buffalo Bill al tramonto, dopo un infarto tenta la redenzione sentimentale di una vita di bagordi. Bel finale. La prova di Rourke dice: premiatemi". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 6 settembre 2008) "Un eroe alla Soriano, un'icona di sport e sentimento che si fa metafora di una società, egoista e crudele con chi è troppo sensibile o è debole. E' la cronaca di una vita straordinariamente precaria, di una star decaduta e decadente, fuori e dentro il film, di un mondo che non ha più eroi. Ed è, infine, un bellissimo e disincantato sguardo sugli ani 80 e dintorni, sottolineato da una delle più belle colonne sonore degli ultimi anni, con tanto di singolo inedito (e scritto per il film) di Bruce Springsteen". (Boris Sollazzo, 'Il Sole 24 ore', 6 settembre 2008)

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