The Wedding Party2012

SCHEDA FILM

The Wedding Party

Anno: 2012 Durata: 94 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Leslye Headland

Specifiche tecniche:RED ONE MX, REDCODE RAW, 2K/REDCODE RAW (4.5K) (1:2.35)

Tratto da:pièce teatrale "Bachelorette" di Leslye Headland

Produzione:WILL FERRELL, ADAM MCKAY, JESSICA ELBAUM, CLAUDE DAL FARRA, BRICE DAL FARRA, LAUREN MUNSCH PER GARY SANCHEZ PRODUCTIONS, BCDF PICTURES

Distribuzione:KEY FILMS

ATTORI

Kirsten Dunst nel ruolo di Regan
Rebel Wilson nel ruolo di Becky
Lizzy Caplan nel ruolo di Gena
Isla Fisher nel ruolo di Katie
Hayes MacArthur nel ruolo di Dale
Kyle Bornheimer nel ruolo di Joe
James Marsden nel ruolo di Trevor
Adam Scott nel ruolo di Clyde
Paul Corning nel ruolo di Jack Johnson Guy
Andrew Rannells nel ruolo di Manny
Ann Dowd nel ruolo di Victoria
Ella Rae Peck nel ruolo di Stefanie
Shauna Miles nel ruolo di Theresa
Arden Myrin nel ruolo di Melissa
Candy Buckley nel ruolo di Sheila
Sue Jean Kim nel ruolo di Wedding Planner
Leslye Headland nel ruolo di Ragazza al party (non accreditata)
 

SOGGETTO

Headland, Leslye
 

SCENEGGIATORE

Headland, Leslye
 

MONTAGGIO

Wolf, Jeffrey
 

SCENOGRAFIA

Hoover, Richard
 

COSTUMISTA

Bingemann, Anna

TRAMA

Regan, Gena e Katy sono tre damigelle d'onore che, la notte prima del matrimonio dell'amica di vecchia data Becky - innamorata pazza del suo bel Dale - decidono di organizzarle un 'frizzante' addio al nubilato...

CRITICA

"E ridalli con l'amicizia femminile sboccata. Se 'Le amiche della sposa' era feroce e divertente, queste tre damigelle svaporate da alcol, droga, sesso e stupidità che dovrebbero supportare la sposina extra large sono prototipi vecchi coi soliti «Oh, mio Dio». Notte da leonesse diretta e scritta da Leslie Headland che inquadra nevrosi ripetute ed è una sfilata di smorfiette (anche di Kirsten Dunst), di tentativi sentimentali, di giovanotti incapaci, finché dopo 90' le coppie si incastrano. Tutto gag, senza una battuta." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 18 ottobre 2012) "Nelle commedie matrimoniali le (cattive) ragazze stanno prendendo il posto dei maschi e insidiano il primato delle 'Notti da leoni' e relativi derivati. Nel caso, più che di commedia si tratta di una farsa, che ribalta i canoni del 'chick-flick' (il film di pollastre) più della conclamata serie 'Sex and the City'. Ciniche e pronte a tutto, ma anche ossessionate dal proprio corpo, dalla bellezza e dalla magrezza, queste giovani donne si sentono oggetti di desiderio logori e (senza rinunciare a far ridere) lasciano intravedere sotto lo strato buffo un vago sospetto di disperazione." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 18 ottobre 2012) "Scritta inizialmente per il teatro, 'The Wedding Party' (titolo originale 'Bachelorette') di Leslye Headland è andata in scena off-Broadway nel 2010, prima dell'uscita del film 'Le amiche della sposa' (2011), che per impianto e caratteri è molto simile. Ma la versione cinematografica che l'autrice stessa ha tratto dalla propria commedia è venuta dopo e dal confronto con quel grande successo di pubblico è uscita penalizzata. Forse perché non fa nulla per rendere accattivanti le sue protagoniste. (...) Oltre a 'Le amiche della sposa' vengono in mente anche i bad guys di 'Una notte da leoni', perché le trentenni Kristen Dunst, Isla Fisher e Lizzy Caplan si comportano non meno scorrettamente di quegli omologhi maschili abusando di alcol, sniffando cocaina, usando un linguaggio da camionista e facendo sesso come capita. Il cast è brillante e l'esordiente Headland si dimostra abile a imbastire dialoghi succosi, ma la regia è acerba e la sceneggiatura resta un po' meccanica nel suggerire quel tanto di ferite del cuore, solitudine e fragilità che possono nascondersi dietro un tale cinico carosello." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 ottobre 2012) "Triviale non è un aggettivo sufficiente per definire 'The WeddingParty', costruito a tavolino sulla scia del boom di 'Le amiche della sposa'. Niente da dire per principio contro una commedia al femminile scurrile, sfacciata e irriverente (il rovescio della linea for men di 'Una notte da leoni'), ma la sceneggiatrice e regista Headland ha usato il girl power come mezzo per coprire i vuoti di sceneggiatura, la banalità delle gag e le smorfie delle attrici. Non bastano, in effetti, il caos del montaggio e qualche scorcio esilarante per conferire sana cattiveria alle imprese di tre reduci del liceo, prescelte per fare le damigelle d'onore al matrimonio dell'amica più sgraziata tra malcelate invidie, alcol, sesso, droghe e cretinerie indicibili, trasformeranno la festa in uno show apocalittico, ma solo la loro antipatia lascerà traccia nel ricordo del cinéfilo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 18 ottobre 2012) "Presentato all'ultimo festival di Locarno, film di punta sulla Piazza Grande, 'Bachelorette', questo il titolo originale, porta sullo schermo la commedia della stessa Leslye Headland, che è stata un successo sui palcoscenici off-Broadway. (...) L'idea del film, prodotto dall'attore Will Ferrel, rilegge in chiave femminile trash-chic l'addio al celibato dei maschi. «genere» narrativo (e antropologico) percorso nel cinema in infinite variazioni. Queste quattro «ragazzine» isteriche e fragilissime ne sono la declinazione contemporanea, specchio di uomini goffi, infantili e ossessivi (pensiamo a 'Ted') che popolano oggi un certo cinema «burlesque» hollywoodiano, costruito su paradossi, situazioni scabrose, umorismo regressivo. C'è anche molto di 'Sex and the City' in questo parlare senza posa, agitarsi, guardarsi, mettere il maschio al centro di un interesse che appare più come un simulacro che come una realtà. Insomma un concentrato di femminile ai limiti dello stereotipo, che dovrebbe di per sé assicurare la risata (e la commedia). Sì, d'accordo, si ride pure seguendo le evoluzioni scomposte delle tre amiche nel tentativo disperato di rimettere le cose a posto, solo che I'accumulazione di cose, incidenti, errori, disguidi finisce col diventare un po' insopportabile. Possibile che si possa ironizzare su aspirazioni, e illusioni mai tramontate, matrimonio in testa, solo con la caricatura? Ciò che infine manca nel film è un po' di irriverenza «vera», tutto è ordinato anche il disordine più evidente, inanellando un ridicolo fastidioso. Di cattive ragazze anche è pieno il cinema , e anche di amiche (crudeli) del cuore. Queste qua alla fine di crudeltà ce ne distillano poca continuando a ripetere un modello convenzionale, ammiccante, che soprattutto non disturba." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 18 ottobre 2012) "Amiche sì ma 'Amiche della sposa' no! Il maggior difetto dell'interessante 'The Wedding Party' di Leslye Headland è voler somigliare a tutti i costi alla commedia di successo al femminile 2011 targata Kristen Wiig. (...) Quando il film vuole far ridere è brutto (perché si sente che la Headland copia una commediona che non le appartiene), quando il tono si fa più realistico ecco spuntare uno sguardo interessante. E le attrici, capitanate da una scatenata Caplan e una potente Dunst, incantano gli occhi. Scena memorabile: due amiche ubriache si infilano dentro il vestito della sposa sovrappeso per una foto velenosa. Quanto possono essere cattive le donne." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 18 ottobre 2012) "Era da 'Sex and the City' che non si vedevano quattro amiche così sguaiate. Queste sono meno attempate, ma, se possibile, ancora più cretine." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 ottobre 2012) "Piacerà a chi ama la commedia politicamente scorretta. A chi ha preso ad amare una dozzina d'anni fa Kirsten Dunst e intristì a vederla condannata a fare l'eterna fidanzata di 'Spider Man'. Qui in un personaggio truculento e sboccato rivela un talentaccio comico che meriterebbe di essere intensamente sfruttato negli anni a venire." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 ottobre 2012) "Fa le spese di un meteo dispettoso (...) 'Bachelorette', la commedia irriverente di Leslye Headland, regista esordiente, autrice del testo che qualche tempo dopo il successo teatrale è divenuto film. La storia sembrerebbe già sentita: quattro giovani amiche del liceo si ritrovano in occasione della prima festa di matrimonio di una di loro. Poi però cambia tutto perché a sposarsi non è la più squadrata e caruccia del gruppo, bensì «faccia da porco», ossia Betsy, la cicciona su cui nessuno avrebbe scommesso. (...) Nel film si sprecano sangue, sperma e vomito in perfetta sintonia con quanto a suo tempo avevano combinato i maschietti di 'Una notte da leoni'. Del resto 'Bachelorette' è un termine inesistente che prende il vocabolo che in inglese sta per scapolo con una desinenza che lo rende femminile." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 7 agosto 2012) "Altro che litigare. Viene voglia di togliere il saluto a chi esce dal film dicendo: 'Strappa qualche risata, ma l'abbiamo visto cento volte'. Noi abbiamo riso fino a stare male. Da quando la precisina Kirsten Dunst spiega all'amica grassa: «Se il moroso non ti porta fuori in pubblico, e perché si vergogna di te», l'amica grassa risponde: «Mi ha appena chiesto di sposarlo» (e mostra il diamante di fidanzamento), Kirsten Dunst fa una smorfietta che non si può descrivere: bisogna vederla, per come arriccia il labbro con aria schifata, sforzandosi di sorridere. (...) Leslye Headland aveva scritto il film quattro anni fa, da una sua serie teatrale dedicata ai peccati capitali, 'Bachelorette' rimava con 'gola', 'Cinephilia' rimava con 'lussuria'. Serve per non confonderlo con la versione all girls di 'Una notte da leoni'. Son due comicità diverse, questa gode di una meravigliosa scrittura e di una scatenata Isla Fisher." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 8 agosto 2012)

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