The Sessions - Gli incontri2012

SCHEDA FILM

The Sessions - Gli incontri

Anno: 2012 Durata: 95 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Ben Lewin

Specifiche tecniche:RED ONE CAMERA, REDCODE RAW, (2K)/REDCODE RAW (4.5K), D-CINEMA (1:1.85)

Tratto da:articolo "On Seeing a Sex Surrogate" del giornalista e poeta Mark O'Brien apparso sul magazine "The Sun" nel maggio 1990

Produzione:JUDI LEVINE, STEPHEN NEMETH, BEN LEWIN PER SUCH MUCH FILMS, RHINO FILMS

Distribuzione:20TH CENTURY FOX ITALIA (2013)

ATTORI

John Hawkes nel ruolo di Mark O'Brien
Helen Hunt nel ruolo di Cheryl
William H. Macy nel ruolo di Padre Brendan
Moon Bloodgood nel ruolo di Vera
Annika Marks nel ruolo di Amanda
Rhea Perlman nel ruolo di Mikvah Lady
W. Earl Brown nel ruolo di Rod
Robin Weigert nel ruolo di Susan
Blake Lindsley nel ruolo di Dott.ssa Laura White
Ming Lo nel ruolo di Impiegato
Jennifer Kumiyama nel ruolo di Carmen
Rusty Schwimmer nel ruolo di Joan
James Martinez nel ruolo di Matt
Adam Arkin nel ruolo di Josh
Tobias Forrest nel ruolo di Greg
Jarrod Bailey nel ruolo di Tony
Paul MacLean nel ruolo di Mark da giovane
Phoebe Lewin nel ruolo di Ragazza sulla spiaggia
 

SOGGETTO

O'Brien, Mark
 

SCENEGGIATORE

Lewin, Ben
 

MUSICHE

Beltrami, Marco
 

MONTAGGIO

Bromwell, Lisa
 

SCENOGRAFIA

Mott, John
 

COSTUMISTA

Seymour, Justine

TRAMA

Mark O'Brien è un poeta e giornalista di trentotto anni che, a causa della poliomielite, ha passato quasi tutta la vita in un polmone d'acciaio. Tutto sommato si sente realizzato, ma ha un cruccio: desidera perdere la verginità. Con l'aiuto di un amico prete anticonformista, si rivolge allora a una terapista del sesso...

CRITICA

"'The Sessions' di Ben Lewin ci narra questa esperienza, senza ricattarci o far retorica, anzi con sprazzi di umorismo. Tre ritratti femminili d.o.c. tra cui quello di Helen Hunt, candidata all'Oscar del premiato film che fa scoprire le infinite vie affettive e pure il patteggiamento con Dio: vedere il prete magnifico di William H. Macy. Senza dire di John Hawkes che immobile (ma diverso da 'Mare dentro', 'Lo scafandro e la farfalla') fa di tutto e riesce a illuderci che sia tutto una finzione." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 21 febbraio 2013) "Vincitore del Sundance 2012, 'The Sessions' affronta un tema tabù con una naturalezza che toglie allo spettatore qualsiasi imbarazzo. (...) il regista Ben Lewin si accosta alla materia senza tema di sbagliare il tono, in una calibrata miscela di sentimento e ironia che resta austera: del coraggioso film, il limite è il bello." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa, 21 febbraio 2013) "(...) commedia sentimentale, con tutti i pregi e i difetti del cinema indipendente americano: attenzione ai caratteri, malinconia e sorriso, l'inevitabile dose di buonismo. Il che finisce per appiattire il soggetto, delicato e importante, su una quantità di film già visti, dove l'amore è la vera terapia per tutti i mali. Ottimo William H. Macy nella parte di padre Brendan (...)." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 21 febbraio 2013) "Malgrado il tema e il nudo, non ci sono volgarità né compiacimenti voyeristici (...) A parte la bravura degli interpreti, un elemento vincente del film sta nella leggerezza dei dialoghi, nell'ironia di mark nei confronti di se stesso e della sua condizione. Ed è credibile che, con il suo humor e la sua intelligenza, abbia vissuto con Cheryl un legame vicino all'amore." (Maria Pia Fusco, 'Repubblica Trova Roma',21 febbraio 2013) "(...) dramedy interpretato magnificamente diretto a mano ferma (specie in camera da letto) e capace di evitare il patetismo spiccio e retorico in cui spesso affondano i film tratti da storie vere e la perversione voyeuristica da 'handicaporn'. Si ride, si piange anche parecchio, ma senza ostentazioni." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 21 febbraio 2013) "Quando, in un film, si parla di handicap, si corre sempre il grosso rischio di cadere nel pietismo o, peggio ancora, nel ritratto macchiettistico della malattia. Non è il caso di 'The Sessions' (...) Un film ad alto tasso di rischio di cadere nel ridicolo o di andare sopra le righe. Invece, grazie a tre attori in stato di grazia, un tema delicato come la sessualità nell'handicap viene trattato in maniera intelligente, garbata ed ironica. Helen Hunt (candidata all'Oscar), la sessuologa, si spoglia con naturalezza riuscendo, con raffinatezza, a trasmettere non morbosità ma insolita tenerezza ed accettazione di un corpo invecchiato splendidamente. William H. Macy, è un prete credibile che sa parlare con il cuore ai suoi fedeli. Infine, chapeau davanti all'O'Brien di John Hawkes, a cui basta uno sguardo ed una lieve intonazione della voce per trasmettere allo spettatore dolore fisico e comprensione emotiva. Una commedia agrodolce impreziosita da un cast da Academy." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 21 febbraio 2013)

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