Le due vie del destino - The Railway Man2013

SCHEDA FILM

Le due vie del destino - The Railway Man

Anno: 2013 Durata: 116 Origine: AUSTRALIA Colore: C

Genere:BIOGRAFICO, DRAMMATICO

Regia:Jonathan Teplitzky

Specifiche tecniche:ARRI ALEXA PLUS, ARRIRAW (2.8K)/(2K), 35 MM/D-CINEMA

Tratto da:romanzo autobiografico omonimo di Eric Lomax (ed. Vallardi)

Produzione:ARCHER STREET PRODUCTIONS, LATITUDE MEDIA, LIONSGATE, PICTURES IN PARADISE

Distribuzione:KOCH MEDIA (2014)

ATTORI

Colin Firth nel ruolo di Eric Lomax
Nicole Kidman nel ruolo di Patti Lomax
Jeremy Irvine nel ruolo di Eric Lomax da giovane
Stellan Skarsgård nel ruolo di Finlay
Hiroyuki Sanada nel ruolo di Nagase
Sam Reid nel ruolo di Finlay da giovane
Tanroh Ishida nel ruolo di Nagase da giovane
Tom Hobbs nel ruolo di Thorlby
James Fraser nel ruolo di Duncan
Marta Dusseldorp nel ruolo di Memsahib
Ewen Leslie nel ruolo di Thompson
Akos Armont nel ruolo di Jackson
Tom Stokes nel ruolo di Withens
Keiichi Enomoto nel ruolo di Sakamoto
 

SOGGETTO

Lomax, Eric
 
 

MONTAGGIO

Connor, Martin
 

SCENOGRAFIA

Jones-Evans, Steven
 

COSTUMISTA

Gardiner, Lizzy

TRAMA

1942. Il 21enne Eric Lomax, addetto ai segnali e appassionato di ferrovie, è uno dei giovani soldati che a migliaia vengono fatti prigionieri dalle truppe giapponesi che hanno invaso Singapore. Spedito a lavorare alla costruzione della celebre Ferrovia della morte, in Tailandia, Eric è testimone di inimmaginabili sofferenze ai danni dei suoi compagni di sventura e, dopo essere stato scoperto per la costruzione di una radio clandestina, ne diviene lui stesso vittima. Sopravvissuto per miracolo alla guerra, Eric torna a casa ma la sua vita è irrimediabilmente segnata dal ricordo del giovane ufficiale giapponese, suo carnefice. Fino a quando, molti anni dopo, a bordo di un treno incontra Patti, la donna che farà ricomparire il sorriso sul suo volto e la voglia di tornare a vivere. Tuttavia, la ritrovata serenità verrà offuscata ancora una volta dal ritorno degli incubi e Patti, decisa ad aiutare l'uomo che ama, cercherà in ogni modo di scoprire che cosa lo tormenta. Grazie alla collaborazione dell'enigmatico Finlay, anche lui ex prigioniero di guerra che romperà il muro di omertà che contraddistingue il passato dei sopravvissuti alla prigionia, Patti non solo scoprirà lo scioccante segreto che ha condizionato la vita di suo marito, ma anche che il responsabile è ancora vivo...

CRITICA

"Sentimenti primari in match secondo le linee del libro biografico di guerra e pace di Lomax (Vallardi) ridotto nel film d'attesa su redenzione e perdono. Ping pong temporale e cotta tra Firth sempre bravo e la Kidman cui spetta il non facile compito rieducativo." (Maurizio Porro, ' Il Corriere della Sera', 11 settembre 2014) "Lo stesso episodio storico è al centro di un classico del cinema, 'Il ponte sul fiume Kwai' di David Lean. Se di omaggio si tratta, però, è deludente. Un film accademico, troppo appoggiato sulle emozioni per emozionare, dal finale sentimentale assai prevedibile. E che patisce di una netta sproporzione tra le scene al passato, drammatiche e visivamente più forti, e quelle al presente." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 11 settembre 2014) "In «Le due vie del destino» («The Railway Man») Firth e Kidman non trovano l'alchimia sentimentale richiesta e questo vizio di casting rende lo sviluppo romanzesco, già di per sé liso, particolarmente inerte. Peccato (...). Il fatto che l'andirivieni tra il freudiano e l'antimilitarista e il passato e il presente sia tratto dal libro autobiografico di Eric Lomax non basta a conferire né ai flashback sadico-concentrazionari (...) né al duello coniugale un calore al di sopra della leccata routine letteraria." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 11 settembre 2014) "Eric Lomax (alla cui autobiografia il film si ispira) è ancora straziato dai fantasmi di un'atroce esperienza di guerra. Rievocandola, 'Le due vie del destino' passa (sempre nel nome di David Lean) da 'Breve incontro' a 'Il ponte sul fiume Kwai' in versione drammatizzata. (...) Coadiuvato da validi collaboratori, l'australiano Jonathan Teplitzky mostra buona sensibilità di regia; Colin Firth eccelle nell'interiorizzato registro di interpretazione suo congeniale, la Kidman sta bene in parte, almeno finché il copione glielo consente. Tuttavia il meccanismo dei continui andirivieni fra passato e presente, con relativo cambio di attore (Jeremy Irvine) per Lomax giovane, non fa che appiattire la carica emozionale della già manieristica pellicola." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 11 settembre 2014) "Mamma mia, che fumettone. Forse piacerà alle signore, nonostante qualche violenza di troppo. (...) Colin Firth e Nicole Kidman stanno in scena mezzo film; l'altra metà è riservata ai flashback con attori più giovani e botte da orbi. Mah."(Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 11 settembre 2014) "Piacerà a chi considera Firth uno dei migliori attori del mondo e gradirà certo vederlo alla prese con un personaggio per il quale sembra nato (l'uomo giusto che soffre ingiustamente). E ai cinephiles che giubilano per i riferimenti ai classici (...)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 settembre 2014)

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