Anno: 2006 Durata: 100 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C
Genere:BIOGRAFICO, DRAMMATICO, STORICO
Regia:Stephen Frears
Specifiche tecniche:35 MM (SCENE DELLA FAMIGLIA REALE), SUPER 16 (SCENE DELLA FAMIGLIA BLAIR)
Tratto da:-
Produzione:PATHE' PICTURES INTERNATIONAL, SCOTT RUDIN PRODUCTIONS
Distribuzione:BIM (2006)
Helen Mirren | nel ruolo di | Elisabetta II |
Michael Sheen | nel ruolo di | Tony Blair |
James Cromwell | nel ruolo di | Principe Filippo |
Sylvia Syms | nel ruolo di | Regina Madre |
Alex Jennings | nel ruolo di | Principe Carlo |
Helen McCrory | nel ruolo di | Cherie Blair |
Roger Allam | nel ruolo di | Sir Robin Janvrin |
Tim McMullan | nel ruolo di | Stephen Lamport |
Paul Barrett | nel ruolo di | Trevor Rhys Jones |
Christopher Fosh | ||
Elliot Levey | ||
Forbes KB | ||
Gavin Park | ||
Stephen Samson |
Domenica 31 agosto 1997. Le televisioni di tutto il mondo annunciano la morte di Lady Diana, principessa del Galles e moglie divorziata dell'erede al trono Carlo d'Inghilterra. Mentre il popolo inglese apprende con sgomento la notizia, la regina Elisabetta II resta nel castello di Balmoral, insieme a tutta la famiglia reale, isolata dal resto del mondo. Eliminati tutti gli apparecchi radio e i televisori per proteggeri i figli di Diana, la regina, "imbalsamata" nella tradizione e nel rispetto del protocollo è incapace di comprendere la reazione del suo popolo. Il neo-eletto primo ministro, Tony Blair, invece capisce che la notizia ha creato un'onda di incredulità e spaesamento nella gente, che ora ha bisogno, soprattutto, di essere rassicurata. I leader di una nazione devono essere più che mai vicini al loro popolo, ma come ricucire la frattura e riavvicinare agli inglesi la loro Regina? Il vecchio mondo del potere ereditario viene tenacemente indirizzato da quello moderno eletto democraticamente. E il vantaggio sarà reciproco.
"Naturalmente questi retroscena, puntualizzati dalla sceneggiatura di Peter Morgan, possono anche essere non veri, ma sa renderli verosimili l'abilissima regia con cui Frears è riuscito poi a rappresentarli. Ha finemente mescolato il repertorio ai fatti ricostruiti, ha messo al centro quella Regina che, pur vista con certi suoi pregiudizi, ha momenti in cui rivela una sua sensibilità, specie in un finale in cui, con Blair, si interroga sulla sua mai smentita fedeltà al suo ruolo. Con una estrema precisione nei dettagli, nelle cornici, nell'etichetta. Ed anche nella scelta di interpreti, quasi tutti inglesi, spesso molto somiglianti agli originali. La più somigliante è Helen Mirren che, come modi, come mimica, sembra quasi una sosia di Elisabetta. Oltre a tutto parla un inglese con il 'Queen's accent'. Ed è una gioia ascoltarla. Specie dopo i film di Hollywood." (Gian Luigi Rondi, "Il Tempo", 3 settembre 2006) "Su due punti chiave però il film glissa. Nemmeno un accenno, fosse almeno una acidità della principessa Margaret contro Dodi Al Fayed, e silenzio completo sul «complotto», sue origini e conseguenze. Who killed Bambi? (Sid Vicious) Perché? Perché Frears è abile nell'uso della metafora segreta, e nessuno collegherà l'assassinio, programmato e fatto eseguire da altri, vicini di tenuta (i servizi segreti francesi?) del cervo dalle corna a 14 ramificazioni, braccato dal principe Filippo con adorabile ferocia, con la fine di una donna che non aveva solo le gambe più belle di quelle di Carlo, ed era destabilizzantemente legata a un arabo. Dunque Frears e lo sceneggiatore perfido, Peter Morgan, non rischieranno un'incriminazione per alto tradimento (se i 176 giornalisti inglesi presenti al Lido non sanno leggere tra le righe)." (Roberto Silvestri, "Il Manifesto, 3 settembre 2006) "Altro che lesa maestà. Elisabetta d'Inghilterra dovrebbe farlo baronetto, Stephen Frears, il regista di The Queen che ieri ha mandato in delirio la Mostra, con oltre cinque minuti di standing ovation. Nessuno scandalo, niente rivelazioni-choc sulla morte di Lady Diana: il film è l'omaggio intelligente di un suddito innamorato ma anche un ritratto privato, molto divertente, della signora che da oltre mezzo secolo governa la vita e l'immaginario degli inglesi. «Mettiamola così: alla guida della monarchia, un'istituzione anacronistica e sempre criticabile, c'è una donna eccezionale. Senza scomodare Freud, la regina è scolpita nell'inconscio di ognuno di noi», dice Frears, fin dai primi film considerato un cineasta irriverente di sinistra." (Gloria Satta, Il Messaggero", 11 settembre 2006) "Alternando finzione e immagini di repertorio, Frears tratteggia un ritratto sorprendente, intimo e spassoso dei Windsor all'acme di una storica crisi di credibilità e dello stesso neoleader. L'alta qualità del film riposa sull'incarnazione di Sua Altezza Reale offerta da Helen Mirren, sublime attrice che ha appena meritato a Venezia la Coppa Volpi. Ciò che colpisce, del gioco di specchi tra le procedure dell'etichetta e le schermaglie politiche, diventa così la sorda sfida tra due mondi costretti a convivere nel momento più difficile per entrambi." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 16 settembre 2006)
Incasso in euro