Il nemico invisibile2015

SCHEDA FILM

Il nemico invisibile

Anno: 2015 Durata: 94 Origine: USA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:Paul Schrader

Specifiche tecniche:ARRI ALEXA PLUS, ARRIRAW (2.8K)/(2K), DCP (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:OVER UNDER MEDIA, TINRES ENTERTAINMENT

Distribuzione:BARTER MULTIMEDIA

ATTORI

Nicolas Cage nel ruolo di Evan Lake
Anton Yelchin nel ruolo di Milton Schultz
Alexander Karim nel ruolo di Muhammad Banir
Irène Jacob nel ruolo di Michelle Zubarain
Adetomiwa Edun nel ruolo di Mbui
Robert G. Slade nel ruolo di James Clifton
Aymen Hamdouchi nel ruolo di Aasim
Claudius Peters nel ruolo di Ghedi
Geff Francis nel ruolo di Dott. Clayborne
Silas Carson nel ruolo di Dott. Sanjar
Serban Celea nel ruolo di Dott. Iulian Cornel
Derek Ezenagu nel ruolo di Dott. Wangari
Tim Silano nel ruolo di Mike Warner
David Lipper nel ruolo di Bob Deacon
George Remes nel ruolo di Jim
Arsha Aghdasi nel ruolo di Abdi Abikarim
 

SCENEGGIATORE

Schrader, Paul
 
 

MONTAGGIO

Silano, Tim
 

SCENOGRAFIA

Barnes, Russell
 

COSTUMISTA

Paunescu, Oana
 

TRAMA

Evan Lake, un agente veterano della CIA, si ritrova improvvisamente ai ferri corti con l'organizzazione a cui ha dedicato tutta la sua vita: a causa dei primi sintomi di demenza precoce, infatti, viene spinto verso un pensionamento anticipato. Quando il suo giovane protetto Milton Schultz, sulle tracce del jihadista Muhammad Banir, scopre che potrebbe essere ancora vivo, Lake decide di imbarcarsi in una pericolosissima missione intercontinentale per eliminare il suo mortale nemico.

CRITICA

"La regia dello psicotico thriller è firmata da Schrader ma lui, lo sceneggiatore di Scorsese, ha rinnegato il montaggio finale: manca il presupposto. Da tema di pseudo attualità (magari fosse «Homeland») un film che scappa di mano in ogni direzione e vuole solo fare action (...). La novità è che l'eroe, Nicolas Cage truccato da Pippo Baudo, si scoprirà malato di Alzheimer (da tempo lo si sospettava, visto come l'attore sceglie i film), ma la diagnosi non entra nel corpo ideologico critico della storia, resta espediente in un contorno banale di coppia sia virile sia femminile. Fortuna che Irène Jacob vale lo sguardo intenso conquistato con Kieslowski." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 luglio 2015) "Irriconoscibile Paul Schrader. Figura chiave del movimento New Hollywood degli anni tra 70 e 80, soprattutto come sceneggiatore (...) ma anche come regista di 'American Gigolo', oltre che influente teorico e critico. Irriconoscibile nella sciatteria di questo progetto, o della sua realizzazione. (...) è difficile accreditare in Cage un risorto John Wayne." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 9 luglio 2015) "Sceneggiatore e regista, Paul Schrader intendeva realizzare uno spionistico crepuscolare basato, invece che sull'azione, sul teorema a specchio di una patologia che corrode al cuore le logorate istanze ideologiche in campo. Non mancano alcuni inconfondibili tocchi d'autore, ma nell'insieme il film stenta a decollare restando in bilico fra dramma etico e thriller; e se Cage si conferma interprete convincente, la figura del suo giovane collega Anton Yelchin rimane piuttosto sbiadita." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 9 luglio 2015) "Non basta la regia dello sceneggiatore di 'Taxi Driver' e 'Toro Scatenato' a trasformare questo action movie in un'opera memorabile: stereotipi, superficialità e un Nicolas Cage piuttosto sotto tono. Trascurabile." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 9 luglio 2015) "Piacerà a chi non s'è mai perso un film di Schrader, un regista che anche nelle occasioni più infelici non ha mai smesso di essere coinvolgente. Qui coinvolge eccome." Giorgio Carbone, 'Libero', 9 luglio 2015) "Fiacco e pretenzioso poliziesco (...) sull'ansia di riscatto di un uomo al lumicino. (...) L'aria afflitta, lo sguardo assente, Nicolas Cage fa il demente con straordinaria immedesimazione." (Massimo Bertarelli, , 'Il Giornale', 9 luglio 2015) "Un film vittima di un montaggio che appiattisce la regia di Paul Schrader alla stregua di uno sbrigativo blockbuster. Peccato, perché i presupposti per un'opera interessante sulla degenerazione di CIA e terrorismo islamico erano ben presenti. Invece, il racconto (...) naufraga, complici anche i ridicoli tentativi di Cage di impersonare un malato di demenza frontotemporale." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 16 luglio 2015)

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