Paradiso amaro2011

SCHEDA FILM

Paradiso amaro

Anno: 2011 Durata: 110 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:Alexander Payne

Specifiche tecniche:PANAVISION PANAFLEX PLATINUM, 2K/SUPER 35 (3-PERF) STAMPATO A 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)

Tratto da:romanzo "Eredi di un mondo sbagliato" di Kaui Hart Hemmings

Produzione:ALEXANDER PAYNE, JIM BURKE, JIM TAYLOR PER AD HOMINEM ENTERPRISES

Distribuzione:20TH CENTURY FOX ITALIA (2012) - DVD E BLU-RAY: 20th CENTURY FOX H.E.

ATTORI

George Clooney nel ruolo di Matt King
Shailene Woodley nel ruolo di Alexandra King
Beau Bridges nel ruolo di Cugino Hugh
Robert Forster nel ruolo di Scott Thorson
Judy Greer nel ruolo di Julie Speer
Matthew Lillard nel ruolo di Brian Speer
Nick Krause nel ruolo di Sid
Amara Miller nel ruolo di Scottie King
Mary Birdsong nel ruolo di Kai Mitchell
Rob Huebel nel ruolo di Mark Mitchell
Patti Hastie nel ruolo di Elizabeth King
Barbara L. Southern nel ruolo di Alice Thorson
Celia Kenney nel ruolo di Reina
Linda Rose Herman nel ruolo di Dott.ssa Herman
Matt Corboy nel ruolo di Cugino Ralph
Matt Esecson nel ruolo di Cugino Boom
Melissa Kim nel ruolo di Emily
Milt Kogan nel ruolo di Dott. Johnston
Scott Michael Morgan nel ruolo di Barry Thorson
 
 

MONTAGGIO

Tent, Kevin
 

SCENOGRAFIA

Stewart, Jane Ann
 

COSTUMISTA

Chuck, Wendy

TRAMA

L'esistenza dell'avvocato Matt King, discendente di un'antica famiglia hawaiana e proprietario insieme ai cugini delle ultime terre vergini dell'arcipelago, viene completamente stravolta quando sua moglie entra in coma irreversibile, dopo un incidente nautico. Il drammatico evento porterà alla luce che la donna aveva un amante e Matt, un tempo marito e padre indifferente, deciderà di andare alla sua ricerca insieme alle due figlie. Il viaggio sarà occasione per lui di ridefinire il rapporto con l'adolescente ribelle Alex e la piccola e vivacissima Scottie, ma allo stesso tempo lo aiuterà a prendere anche importanti decisioni sugli affari di famiglia...

CRITICA

"Un Clooney intenso, bravo, calato nei panni di un uomo che scopre il tradimento della moglie in coma e si rende conto di aver sbagliato quasi tutto. Ne andranno di mezzo affari sentimentali e immobiliari alle Hawaii. Senza ricatti e con molta verità, Alexander Payne insegue ancora la crisi d'un uomo che non vuol fare l'eroe (Nicholson in 'A proposito di Schmidt...'), attento a non naufragare con la famiglia. Brava la figlia Shailene Woodley, pessimo titolo italiano: era 'The Descendants'. Un film che mixa storia, geografia, morale." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 17 febbraio 2012) "George Clooney nel ruolo di padre distratto, di marito tradito, di ricco proprietario terriero in una delle isole Hawaii, con spaventose camicie hawaiane, bermuda, ciabatte, e guance paffute, non è al meglio per le sue ammiratrici. Ma forse si sbagliano perché lui e il suo ultimo film 'Paradiso amaro', diretto dal venerato Alexander Payne, hanno entusiasmato la critica non solo americana, vinto i Golden Globe e sono tra i candidati agli Oscar (con 5 candidature, tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista). Il titolo originale, 'The Descendants' si riferisce al fatto che Clooney e i suoi molti grassi cugini ubriaconi discendono da una principessa locale e da un banchiere americano, e hanno ereditato un immenso meraviglioso incontaminato terreno nell'isola di Kau' i. Il titolo italiano, più spiccio, riassume la situazione: il paradiso è Honolulu e dintorni, e sin dalle prime scene di grattacieli, traffico pazzo e capanne sulla spiaggia ci si ripromette di non andarci mai. L'amaro è la sconvolgente disgrazia che si abbatte su una famiglia molto americana che come tante appariva felice ed invece non lo era affatto." (Natalia Aspesi, 'La Repubblica', 17 febbraio 2012) "Famiglie disfunzionali. Le Hawaii possono essere, appunto, un 'Paradiso amaro' (...). Alexander Payne è un regista di nicchia ma non troppo, tenuto in grande considerazione tanto dai cinefili quanto dai votanti degli Oscar perché sa offrire storie ben architettate e tematiche quotidiane, credibili e spalmate su toni tra l'umoristico e il tragico. Questo catalogo della piccola bottega degli orrori casalinghi sarebbe, però, troppo solfeggiato e petulante se non intervenisse la consueta bravura nell'estrarre il massimo dalle interpretazioni. Altro che idolo del gossip, qui l'ammaliatore Clooney disegna un personaggio spaesato e stropicciato con tale attrezzata, sinuosa e naturalistica finezza da fondersi perfettamente nel contesto ambientale e psicologico." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 17 febbraio 2012) "Non è più un paradiso l'arcipelago più bello del mondo nonostante surf, cocktail tropicali, hula dance, palme, altipiani sublimi, fiori al neon, ukelele e sgargianti camicie da 100 dollari. E' un inferno, e non solo nelle ammorbanti periferie derelitte e postindustriali di Honolulu. (...) Non siamo in un set da film commission per dilettanti, anche se chi parla, Matt King (George Clooney) - super miliardario, ma laborioso; avvocato, ma padre di famiglia irreprensibile; distratto con la moglie, ma di regale stirpe nativa - vive a Kailau, il suburbio chic, esclusivo e residenziale dei 'caucasici', i padroni di tutto. (...) Il titolo originale, niente affatto iacopettiano di 'The Descendants' (discendenti) focalizza appunto il nucleo immaginario originale e il senso storico e politico di questo strano, raffinato, chiaroscurale mélo 'freddo' ambientato nelle isole Hawaii (49° stato degli Usa dal 1959) che insinua con fraseggio demodé (...) toni comici dentro la tragedia, e viceversa, e disperde infiniti semitoni e diesis in modo che perfino Clooney va spesso in controtempo, deliziando la critica più severa, impietosita dai tilt di un campione dell''understatement'. (...) Ma è proprio questo clash, mai componibile, tra melodramma familiare borghese irritante e banale, satira della borghesia mista e set barbaro allusivo a un fuori campo drammatico, a dare al film sapori quasi controculturali. (...) Dopo Mark Twain, Jack London e Maugham però anche Alexander Payne (regia e sceneggiatura, vero nome Papadopoulos, è greco) e il suo 'occhio' Phedon Papamichael (insieme dopo 'Sideways') svelano non le vere Hawaii al mondo, ma come ci sta davvero l'America nelle Hawaii." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 17 febbraio 2012) "Piacerà a chi reclamava un ruolo tosto per Clooney da troppo tempo dedito a fare il turista nei suoi film. E a chi conosceva già Alexander Payne e a chi non lo conosceva e adesso lo collocherà nella (poco numerosa) schiera dei grandi registi americani capaci di raccontare le tragedie con mano leggera, o se si vuole le commedie con una tristezza lancinante di fondo." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 febbraio 2012)

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