La mia vita con John F. Donovan2016

SCHEDA FILM

La mia vita con John F. Donovan

Anno: 2016 Durata: 123 Origine: CANADA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Xavier Dolan

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:XAVIER DOLAN, NANCY GRANT, LYSE LAFONTAINE PER LYLA FILMS, MICHEL MERKT PER SONS OF MANUAL, LYLA FILMS, PIPELINE ENTERTAINMENT

Distribuzione:LUCKY RED (2019)

ATTORI

Kit Harington nel ruolo di John F. Donovan
Jessica Chastain nel ruolo di Moira McCallister-King
Natalie Portman nel ruolo di Sam Turner
Nicholas Hoult
Susan Sarandon nel ruolo di Grace Donovan
Kathy Bates nel ruolo di Barbara Haggermaker
Jacob Tremblay nel ruolo di Rupert Turner
Taylor Kitsch
Bella Thorne nel ruolo di Jeanette
Thandie Newton nel ruolo di Audrey Newhouse
Sarah Gadon nel ruolo di Liz Jones
Chris Zylka nel ruolo di Will Jefford Jr.
Michael Gambon nel ruolo di Narrator (V.O.)
Emily Hampshire nel ruolo di Amy Bosworth
Adele
Ben Schnetzer nel ruolo di Rupert Turner adulto
Amara Karan nel ruolo di Sig.ra Kureishi
Ari Millen nel ruolo di Big Billy
Jared Keeso nel ruolo di James Donovan
Katy Breier nel ruolo di Trish
Lukas Rolfe nel ruolo di Cedric James
Pat Kiely nel ruolo di James
Leni Parker nel ruolo di Bonnie
Jane Wheeler nel ruolo di Zia Anne
Fran Targ nel ruolo di Fran Targ
Manuel Tadros nel ruolo di Salim
Craig Eldridge nel ruolo di Zio Patrick
Susan Almgren nel ruolo di Zia Faith
 
 

MUSICHE

Yared, Gabriel
 

MONTAGGIO

Dolan, Xavier
 

COSTUMISTA

Clapton, Michele

TRAMA

A un decennio di distanza dalla morte di una stella della TV americana, un giovane attore ricorda la corrispondenza intrattenuta con lui e l'impatto che queste lettere hanno avuto sulla vita di entrambi.

CRITICA

"(...) il nuovo film di Xavier Dolan si presenta con tutte le caratteristiche del passo falso. Eppure, per chi non ama particolarmente il mondo del giovane regista quebecoise, 'La mia vita con John F. Donovan' è più interessante e simpatico di altri suoi lavori. (...) questo film sincero e scombinato trova una sua chiave e si fa apprezzare: nel fatto che per la prima volta emergono, a monito e commento dei rovelli maschili e più o meno omosessuali, figure femminili forti. Non tanto la mamma del ragazzino (Natalie Portman), che è la meno interessante, ma la citata giornalista Newton, la madre dell'attore (Susan Sarandon), la sua agente (Kathy Bates). Figure minori ma che, grazie anche alle interpreti, rischiano di impossessarsi del film. Se ci fossero riuscite, sarebbe stato bello." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 27 giugno 2019) "Puzzle di personalità, destini controversi, veri o finti nel settimo Dolan, che ha per tema la maledizione del successo e non è un caso che l'interprete del divo tv sia Kit Harrington (vedi 'Trono di spade'). (...) Ma proprio la macchinosità del trapianto temporale rende difficile concedersi emotivamente a un racconto in cui confluiscono i temi del regista: il rapporto con la madre, la quotidiana lotta contro il bullismo, la dichiarazione (o negazione) dell'omosessualità. Un po' artificioso e meno folle del solito, il film comunque si nutre di un ottimo cast con Tremblay, Sarandon, Portman." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 27 giugno 2019) "Nel primo film sbagliato dell'«enfant prodige» Xavier Dolan, penalizzato da una lavorazione travagliata e distrutto dalla critica internazionale, Susan Sarandon è Grace, la madre problematica della star tv John F. Donovan (Kit Harington). Spiegare le ragioni che rendono carismatico un attore è sempre impresa difficile, ma basta osservare Sarandon, all'opera nella 'Mia vita con John F. Donovan', caotica ricostruzione dell'amore infantile di un bambino per il suo divo preferito, intrecciata con i temi cari all'autore, omosessualità e difficoltà del rapporto madre-figlio, per capire che sarebbe sufficiente anche solo un suo sguardo per salvare dal naufragio un film che non sta a galla. Miracoli della recitazione, cui vale sempre la pena assistere. (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 27 giugno 2019) "(...) Dolan firma il suo film meno riuscito, a partire dalle frettolose inquadrature. Sceneggiatura che sembra scritta con il copia e incolla, perdendosi in labirinti senza uscita, come l' incomprensibile apparizione di Gambon in versione nonno e la pretestuosa scelta delle canzoni." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 27 giugno 2019)

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